Ecco.
Stavo iniziando a sentire caldo.
Ero pienamente imbarazzata.
Non sapevo cosa pensare.
Avevo solo portato in quel momento lo sguardo ai gesti del Signor.Malik,
e lui aveva visto perfettamente che lo stavo guardando...Distolsi velocemente lo sguardo dalle mani del Signor.Malik che, in quel momento passavano in mezzo alle sue gambe.
Tossii di netto imbarazzo.
Non aggiunsi minima parola.
"Venere, scusa, Weed..." Mi parlò improvvisamente con tono basso il Signor.Malik, facendo nascere in me un totale stupore, non pensando che, volesse già interrompere quell'ennesimo momento di imbarazzo tra di noi.
"S-si?" Gli chiesi con un filo di voce, voltandomi verso di lui.
"Puoi andare!"
Mi concluse, diretto e senza perdere altro tempo.Va bene...
Non me lo aspettavo, ma cazzo,
non desideravo altro!Senza risponderlo, quasi mi dileguai via da lui, uscendo, frettolosamente, via da quello studio.
"Oh...mio...Dio...!"
Esclamai, prendendomi una pausa tra una parola e l'altra.Aggiunsi quelle parole non appena uscii, chiudendo la porta di quello studio, e, poggiandomi con le spalle ad essa.
"Allora?" Sentii un po' quasi come risposta ai miei pensieri dettati.
"Non sbucarmi così all'improvviso, cazzo!" Diedi in risposta. Era Amalia. Amalia che mi stava guardando con gli occhi di Alvin Superstar: spalancati, enormi, ma dolci."Allora cosa?" Continuai chiedendole io. "Come cosa? Cosa ti ha detto Zayn?" Mi chiese come se fosse entusiasta di sapere, stringendo le sue mani per alzarle all'altezza del viso.
"Ehm..." Iniziai. Volevo decisamente evitare il discorso, non sapevo cosa doverle rispondere. "Che hai fumato anche te?" Mi chiese, assumendo ora un'espressione seria.
No davvero, machesimpatica!
Per la cronaca, mi ero già pentita sin da subito di aver raccontato tutto a quella ossigenata tutta tette!
Ma, fortunatamente, o magari sfortunatamente, una lenta apertura di porta fece cessare le domande di Amalia.
"Dovrei passare..."
Aggiunse il Signor.Malik alle mie spalle, dato che ero di spalle alla porta dello studio. "Mi fai passare, Venere?" Mi continuò, assumendo di nuovo quel suo tono così caldo...
Amalia guardò in silenzio quei gesti.
Quei gesti che ebbe il Signor.Malik verso di me, poiché poggiò una sua mano sul mio fianco.Balzai totalmente, cambiando più che velocemente lato, dando le spalle in quel momento ad Amalia.
"Io ho una causa in tribunale, non torno presto, non posso essere d'aiuto a nessuno per il ritorno..." Aggiunse a me e ad Amalia, ma forse più a me che a lei.
Chiuse la porta alle sue spalle e iniziò a camminare via da noi, lasciando senza parole sia me che stranamente anche lei."Mi fai passare...Venere?" Amalia mi aggiunse assumendo lo stesso tono del Signor.Malik, scherzando su di me, mettendomi una mano sul fianco. "Ma la smetti?" Aggiunsi subito, voltandomi verso di lei con gli occhi spalancati. Lei mi guardò con un mezzo sorriso e non capii quali parole mi nascose...
Ma lasciatevi dire che quel bastardo del fato iniziava a starmi simpatico.
Prima di un'altra qualsiasi parola di Amalia uno dei piccoli iniziò a frignare.
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Call me Daddy.
RomanceLui: uomo trentenne e avvocato di successo. Lei: ragazzina sfigata di Brooklyn. ~Storia in continuo aggiornamento e in correzione di eventuali errori che commetto sotto effetto di una canna. Evitate di fare le maestrine e di correggere, a quello ci...