Foto 29

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Bakugo's pov

Andai ad aprire la porta ansioso di vedere Kirishima. Avevamo passato così tanti bei momenti ultimamente

-Ciao- fece un cenno con la mano e si gettò malamente sul mio divano

-ti dispiace se iniziamo tra cinque minuti?- affondò il viso nel cuscino

-hai appena finito di scopare con la tua troia e ora sei stanco?- non rispose con frecciatine provocatorie.

Il chè, mi fece caprire, che la situazione era molto grave.

-oi che succede? Stai dinuovo facendo le notti per montare i video?- chiesi avvicinandomi il più possibile

-no, molto peggio- commentò

Mi stava quasi uscendo spontaneo chiedere se potessi fare qualcosa ma mi trattenni. Forse stava male mentalmente. Infatti continuò

-il problema è qui- indicò la sua testa, sbuffai una risata

Girò il voltò, così da mettere bene in vista la sua cicatrice di un rosa chiaro

-non dovevo prendere quei due giorni di vacanza, mi sento rammollito- si mise a pancia in su a guardare il soffitto

Il suo profilo era ben definito. Sui capelli c'era un'evidente ricrescita nera, e avrei giurato di aver visto anche qualche capello bianco, ma mi sembrò troppo strano per un ragazzo nel fiore dell'età.

La sua fronte era corrucciata, era preoccupato. I suoi occhi si erano chiusi, non in tentativo di riposare, ma, per pensare a qualcosa di sconosciuto a me.

Qunado deglutì il suo pomo di adamo fece su e giù, sospirò, e subito dopo serrò la mascella.

Stavo per sussurrare il suo nome ma lui mi precedè

-Forza, ci dobbiamo muovere- ancora disteso si tolse la maglia cercando di raggiungere la sua borsa per cambiarsi.

I suoi muscoli rimasero ben flessi per qualche secondo, li ammirai. Il mio sguardo passò sui suoi addominali scolpiti, che volevo accarezzare. Alle sue braccia muscolose, le immaginai mentre mi tenevano stretto al suo petto gonfio senza lasciarmi respirare.

Ma, mi trattenni dal fare qualunque cosa. C'erano questioni più importanti in quel momento.

Era giù di morale, si vedeva. Non aveva fatto battute e il suo solito sorriso mancava a dipingergli il volto.

-Eijiro, che sta succedendo? Sei strano- mi misi tra lui e la sacca

Era ora di ricambiare tutte le attenzioni che mi dedicava, dovevo prendermi io cura di lui adesso.

-Procede tutto come al solito, sto bene...- si lasciò dinuovo cadere sul morbido sofà

-No... non ce la faccio più con il lavoro, è una settimana che salto la colazione e mangio solo barrette proteiche per pranzo. Ed è vero che faccio le notti a montare i video- si passò una mano sulla faccia

-Ma perchè lo fai? Dico, non basta quello che guadagni con il tuo profilo streaming?- ero speranzoso di capire qualcosa di lui

-è una situazione difficile in famiglia. Molto seplicemente, mi servono i soldi perchè mio fratello ha bisogno di cure- rimasi in silenzio, non avrebbe mai accettato una mano, andava contro il suo concetto di virilità

-se vuoi, ti ascolto- mi sedei al suo fianco

Kirishima's pov

-odio parlarne ma...- mi fermai un attimo a guardare i suoi occhi colmi di empatia e mi tirai su

-due anni fa, eravamo in macchina. Io, mio padre e mio fratello Hiroki, ho rimosso dove stavamo andando, ricordo solo che fosse una cosa importante. Così accelerammo e svoltando un angolo, facemmo un incidente. L'impatto fu così forte che mio padre morì sul colpo e mio fratello sbattè la testa nel vetro creandosi gravi lesioni, che ancora oggi hanno bisogno di interventi. Io me la cavai solo con qualche punto su questo occhio- mi fermai un secondo.

Alla mia mente riaffiorarono tutte le immagini di quel momento. Il sangue, il vetro rotto, le grida e il buio.

-Sono stato fortunato solo perchè ero seduto dietro, nemmeno gli airbag poterono fermare un tale destino- mi sentivo quasi in colpa, ad esserne uscito solo con qualche frattura

-mia madre lavora come commessa in un negozietto, Hiroki sta spesso in ospedale. Quindi io devo mantenerlo, pagare le bollette le assicurazioni ecc. Potremmo traslocare in un appartamento più piccolo, ma non riesco ad abbandonare la casa dove siamo cresciuti. Le macchine invece potrei venderle. Ma so che un giorno dovrò rimettermi a guidare e poi erano le preferite di mio padre- conclusi

Ci fu qualche minuto di silenzio. Lo odiavo, come disprezzavo chi mi diceva: mi dispiace; ti riprenderai o altro. Quelle frasi fatte schiacciate dalla pressione del disagio.

-come hai fatto tu, anche io, ti sarò vicino. Se posso fare qualcosa dimmelo- sussurrò

Sapevo che non fosse bravo con le parole quindi quella piccola frase mi confortò molto

-grazie.. amico- mi strinse forte nascondendo il viso nei miei pettorali

Provava pena per me? 

Pogiai la testa sui suoi capelli biondi inalando il loro meraviglioso profumo

Sembrava un cucciolo, lo guardai innamorato. Chissà se avrei mai assaporato le sue labbra

Volevo crollare. Mettermi a piangere  e aspettare che tutto si rimettesse a posto da solo.

Invece, presi una pillola e cominciai a sistemarmi per lavorare.

L'ultima Fotografia -KIRIBAKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora