Foto 6

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Kirishima's pov

Giusto in tempo riuscì a ripararmi dalla pioggia sotto un bar.

I polpacci mi pulsavano e le cosce facevano male, ma provai comunque a guardare il lato positivo, le mie gambe erano muscolose e non secche come tute quelle dei ragazzi che andavano in palestra.

Feci una risata tra me e me continuando a controllare le notifiche sul telefono, stranito dal fatto che il ragazzo biondo non avesse ancora ordinato. Forse qualcuno aveva preso il suo ordine prima di me, era un peccato, volevo dirgliene quattro.

Entrai nel locale e mi sedei al bancone, grandinava troppo per continuare a fare consegne.

-un whisky grazie- tossì e per la forza con la quale lo feci, sentì il sangue alla gola

Pagai e ne bevvi metà d'un fiato. Sapevo che potevo permettermi di fare certi sgarri ogni tanto visto che mi allenavo quasi ogni giorno

Segnai che fossi offline prr altri ordini e controllai gli abbonamenti al mio canale: "Red Riot"

Mi erano arrivati nuovi messaggi in privato, non rispondevo a nessuno di solito, tutti chiedevano della mia vita privata o addirittura alcuni provavano a corteggiarmi.

Ero molto annoiato, chissà quando sarei potutoto tornare a casa

"Non ti avevo chiesto un katsudon?" il telefono mi scivolò sul bancone facendo un tonfo.

Tutto si collega in fretta nel mio cervello

Bomboy era il ragazzo biondo. Ma Come aveva fatto?

Finì di bere e mi alzai di scatto, barcollando leggermente. Anche se pioveva ancora presi la bici e montai in sella il più velocemente possibile.

Pedalai, voltai a destra, poi due isolati a sinistra ed ecco il grande palazzo. Bussai insistentemente al citofono per un paio di volte, poi la porta venne aperta.

Presi l'ascensore e schiacciai il tasto per il sesto piano più volte come se questo bastasse per far chiudere più rapidamente le ante meccaniche.

Per la prima la volta mi fermai ad osservare quel pezzo di legno, con il pomello dorato del medesimo colore della targhetta con su scritto: "Katsuki Bakugou"

Oramai ero fottuto. Magari avrei potuto salvarmi solo negando fino alla morte

-menomale che mi ero ordinato altro cibo, sapevo che saresti venuto, anzi, corso a mani vuote- ma non aveva senso girarci attorno

-come?- chiesi, e improvvisamente realizzai di poter essere stato difronte a uno stalker

-Quando mi hai abbracciato.. non mi avrai messo delle cimici addosso?!- tastai il mio corpo in cerca di qualcosa

-sta calmo, ti ho solo colorato il collo, non te ne sei nemmeno accorto. La scorsa sera hai fatto una live, ho rivisto il video e c'era una chiazza- incrociò le braccia e rise

Prese il suo cellulare e si udì un "click", lo scatto di una fotografia. Così vidi la camera esterna nel telefono illuminarsi e non feci in tempo a comprirmi la faccia

-MA CHE CAZZO FAI? Cosa vuoi da me?!- passai il palmo della mano a tirarmi indietro i capelli, dovevo aspettare che l'alcol abbandonasse il mio corpo prima di discutere con questo tipo, merda.

-Entra, voglio farti un'offerta- senza pensarci troppo mi feci spazio in quella stanza luminosa. Alla mia sinistra c'era un piccolo divano blu; più in là, sulla sinistra una cucina con un tavolo al centro; e difronte un corridoio buio

Il ragazzo, Bakugou, si sedé al tavolo continuando a mangiare del cibo da uno scatolo, ma tenendo ben saldo il suo telefono nell'altra mano. Io preferì restare in piedi, difianco all'uscita.

-Allora, tu non vuoi che la tua identità venga rivelata, io voglio che qualcuno di famoso mi sponsorizzi. Io ti faccio delle foto, visto che ne hai poche e brutte su instagram, e tu mi dai i crediti, tutto gratuito. Altrimenti questa bella foto la faccio girare su tutti i siti possibili- merda merda merda, mi aspettavo tutto tranne che una cosa del genere.

-Come so che non dirai nulla?- pogiai i palmi sulla tavola guardandolo fisso negli occhi

-semplicemente ci andrei a perdere, e anche tu- sbadigliò e si mise difronte a me reggendo nuovamente il mio sguardo

-è quasi un ricatto, ma anche una buona proposta- questo bimbo sapeva come catturare la mia attenzione, avevo anche avuto dei problemi con i post

I minuti passavano e a riempire la stanza c'erano solo i nostri respiri. Dovevo decidermi

-sbrigati a dire di si, stai gocciolando su tutto il pavimento- sarebbe stato difficile lavorare con lui

-va bene, quando e dove devo venire?- domandai sentendo il sangue salirmi fino al cervello

-Qui, ti lascio il mio numero, tu fa lo stesso- rispose prendendo una penna e un foglio di carta, chissà perchè sembrava molto più allegro

Era riuscito a mettermi al muro.

-posso sapere almeno come ti chiami?-

-poi divulgherai il mio nome, dove abito e tutto il resto. Hai già il mio numero di telefono, chiamami Red, Kastuki- marcai il suo nome rimanendo sulla difensiva

-contaci. Vediamoci qui alle sette, odio i ritardatari- un velo di ironia si scorgeva dalla prima parola

Inutile dire che quando mi svegliai il mattino seguente non ricordavo nemmeno cosa avessi fatto la sera prima. Potevo bere anche solo un po' di birra e subito diventavo rosso e iniziavo a sudare.

Un messaggio mi rinfrescò la memoria: portami del cibo stasera

L'ultima Fotografia -KIRIBAKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora