Foto 28

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Ding dong

Frettolosamente mi sistemai gli ultimi ciuffetti di capelli sulla fronte e andai ad aprire sapendo già chi fosse

-sai che odio vederti anche nei giorni di riposo. Potevamo fare un lunedì- dissi uscendo e chiudendo la porta di casa a chiave

-dai nessuno ci crede, e comunque sai che sono impegnato- storsi il naso

-vedo più te che mia madre, ti ho chiesto di uscire perchè speravo mi portassi in giro con i tuoi macchinoni- lo spostai per avviarmi all'ascensore

Ci eravamo visti di mattina perché lui avrebbe dovuto lavorare più tardi.

-nah, andremo a fare una bella passeggiata, come volevi, e poi ci fermeremo in una caffetteria. Perchè sono troppo stanco per prepararti una colazione, mi dispiace- aveva preso questa abitudine di stare tutto il tempo da me anche per assicurarsi che non saltassi pasti

Da una parte volevo stare da solo, ma dall'altra, sapevo di aver bisogno di qualcuno come lui

-nessuno ti ha mai obbligato, stupido- sospirai con fare esasperato

-Ho letto su internet che più ami una persona, più cerchi di non farglielo capire. Quindi hai capito di amarmi?- si avvcinò per abbracciarmi tutto allegro. Al chè, lo scansai e cominciammo a camminare

Ultimamente, alle diciassette in punto, Eijiro mi portava la merenda, presa rigorosamente dalla mia pasticceria preferita.

Bussava e scappava dinuovo a lavoro. Era carino trovare tutte quelle cosine per mangiare. Il cibo più bello mi motivava un po'. Inoltre tutti i sacchettini che mi portava erano accompagnati da qualche bigliettino che conteneva frasi dolci.

Era diventato una persona fondamentale per me, e in realta, sarei stato davvero male se mai lo avessi perso.

Avvolte mi portava dei muffin, altre pancake morbidi, o ancora macedonia di frutta ecc.

Era ancora molto difficile mangiare per me, così avvole chiamavo qualcuno per distrarmi, tipo Deku o mia madre. A cui però non avevo ancora parlato di tutto questo.

Comunque lui stava spendendo molto per me in quei giorni quindi avevo pensato di dover offrire anche io qualcosa a lui, chiedendogli di uscire.

Un giorno aprì la porta prima che lui arrivasse perchè volevo ringraziarlo, infatti è quello che feci, ma successe anche dell'altro.

Mi aveva consegnato la busta e aveva insistito per non formi pagare, mentre si stava girando per andarsene allora lo presi dal polso e gli sussurai un: ''grazie, sei una persona.. importante per me''

Lui si girò, si tolse il cappellino. Lentamente si avvicinò a me. Cominciai a penasare che volesse baciarmi, e lì il mio cuore e la mia mente esplosero.

Non ricordavo nemmeno come si facesse, ma mi avvicinai comunque.

I suoi occhi si chiuserò, così lo imitai alzandomi sulle punte dei piedi. 

Stavo già assaporando quel mometo, quando il suo telefono prese a squillare.

Doveva tornare alle sue consegne, o forse, a qualcosa di più serio.

Si agitò quando vide il nome sullo schermo del cellulare e corse via

Da un millimetro di distanza passammo ad un chilometro. Non riuscimmo nemmeno a guardarci un ultimo secondo neglio occhi, e, subito dopo aver realizzato cosa stava per succedere chiusi la porta.

Per i giorni successivi ci fu una leggera tensione tra di noi, ma nessuno osò proferire parola sull'accaduto. Anche se esso è stato il mio pensiero fisso giorno e notte.

Kirishima's pov

Stavamo passeggiando tranquillamente per la città. Dopo quello che era successo giorni addietro, mi feci forza e allungai il braccio per afferrargli la mano.

Erano successe diverse cose dopo quel giorno, ma in quel momento, quando stavamo per baciarci, mi sembrò che lo volesse anche lui. Stava iniziando a provare qualcosa, lo sapevo, dovevo solo continuare a insistere.

Guardai dalla parte opposta e picchiettai sul dorso della sua mano, coperta da un guantino nero per il freddo. Llui mi lanciò un'occhiata. Ci pensò su e nel silenzio più totale mi mostrò il suo palmo, che afferrai delicatamente.

Sorrisi spontaneamente, mi sentì sulle stelle.

Lo guardai con occhi a cuore, e come sempre Bakugo sostenne il mio sguardo

-Andiamo, lì c'è il caffè- dissi notando l'insegna, ma quando provai a trascinarvi il ragazzo, quest'ultimo si bloccò

-va tutto bene?- mi lasciò la mano per grattarsi la testa leggermente nervoso

Feci molto caso a quel gesto, perchè mi lasciò una strana sensazione

-non ho più voglia- mi diede le spalle, e capì subito si riferisse al cibo

-hai fatto molti sforzi e- venni bloccato subito

-non voglio mangiare davanti ad altre persone- sussurò.

Era la prima volta dopo tanto, dovevo immaginarlo, ma avendo proposto lui questa uscita pensavo gli andasse bene.

Cercai di pensare velocemente ad una soluzione

-preferiresti cercare un angolo più appartato nel bar o mangiare fuori?- mi riavvicinai per accarezzargli i capelli 

Riflettè qualche secondo e successivamente ci ritrovammo nel negozio a ordinare qualcosa che mangiammo su una panchina di un parco qualunque.

Non ricordo cosa successe precisamente, i miei ricordi più vividi sono delle sue labbra rosee e del suo nasino che per il freddo diventava rosso. 

Dopo avermi chiesto di poter lasciare un pezzettino del suo cibo, si avvicinò a me e posò la testa sulla mia spalla. 

E se il tempo si fosse potuto fermare, avrei vuoluto succedesse in quel momento.

L'ultima Fotografia -KIRIBAKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora