Foto 23

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Bakugo's pov

Il fatidico giorno era arrivato, mi trovavo davanti all'indirizzo che mi aveva dato Kirishima tramite messaggio.

La casa dall'esterno si presentava molto bene. Da quello che potevo scorgere: c'era un grande giardino che contornava l'intera abitazione, sulla destra si situava un grosso cancello e probabilmente un garage.

Andai a suonare il citofono dove sorprendentemente, c'era solo un nome femminile, ma non mi ci soffermai troppo, sicuramente abitava con i genitori.

Aspettai sbuffando un paio di volte, poi, finalmente il rosso venne ad aprirmi senza proferire parola.

in quei giorni avevo pensato alle parole che mi erano state rivolte giorni prima, istintivamente mi massaggiai il braccio.

Lo sapevo, mi accorgevo di dimagrire a vista d'occhio, ma una vocina nella mia testa continuava a dirmi che dovevo smettere di mangiare perchè poi sarei stato male.

E io allora la ascoltavo sapendo che qualche minuto dopo mi sarei ritrovato in cucina ad abbuffarmi di cibo per poi buttare le confezioni di quest'ultimo come se volessi nascondere quello che avevo fatto a me stesso.

Senza contare che avrei rigettato tutto pochi minuti dopo.

Volevo essere aiutato, ma il mio orgoglio non me lo permetteva. Sapevo di avere un problema, ma era troppo difficile accettarlo

-riguardo a quello che ti ho detto l'altra volta- mi ero arrabbiato quando mi aveva parlato di quelle cose, forse perchè me le aveva spiattellate in faccia come se nulla fosse.

-ci ho riflettuto, ma non sono tenuto a dirti le conclusioni che ho tratto- nel frattempo mi guardavo attorno, lasciai le scarpe all'ingresso.

Quella casa era abbastanza grande quindi la domanda venne spontanea

-hai tanti fratelli o siete ricchi? Perchè ti ammazzi di lavoretti se hai tutto questo?- notai il grosso lampadario di cristallo nel salone

Proseguimmo per una rampa di scale al piano di sopra

-se io, mia madre e mio fratello abbiamo ancora tutto questo è proprio perchè mi ammazzo di lavoretti- volevo chiedergli del padre ma avevo capito fosse meglio lasciar perdere.

-Voglio che tu sappia che mi sono informato e sarebbe meglio per te l'appoggio anche di qualcun altro. Fa nulla che non sono io, ma almeno trova un supporto. Voglio solo che tu stia bene... ma continuerò comunque ad insistere, finchè non mi rifiuterai- mi tirò un'occhiata, annuì poco curante di quella frase.

Entrammo nella sua stanza, la prima sulla destra. Vidi la postazione in cui era solito fare le live e la poltroncina che usava sempre. Nell'inquadratura si vedeva a malapena il letto. 

Qualche tempo fa mi sarei solo sognato di vederla. Era fighissimo, c'era una grossa scrivania, un macbook e un microfono.

Chissà quante foto potevo editare meglio da lì.

-Seguimi!- mi richiamò l'altro.

nella camera di questo c'era collegata una cabina armadio a cui si poteva accedere, a quanto pareva, solo grazie alla chiave che possedeva.

-che dobbiamo fare qui?- tutto il posto era pieno di armadi probabilmente contenenti serie su serie di camice multicolore.

Tutte le cravatte erano arrotolate perfettamente in un cassetto trasparente. E le scarpe erano esposte in maniera ordinata negli appositi scompartimenti.

Non pensavo fosse una persona tanto ordinata, probabilmente avevano anche una signora che gli faceva le pulizie. Sicuramente sua madre spacciava droga.

Con l'apposito strumento Kirishima aprì l'anta della cabina armadio, da cui caddero una serie di cose che non identificai subito.

-oramai li tengo tutti qui ammucchiati, me ne spediscono sempre di nuovi, li avrò usati solo una volta per fare pubblicità. Facciamo così, ne scegli uno tu ed uno io- il sangue fluì velocemente alle mie guance.

Erano una valanga di sex toys; si passava dai dildi di tutte le forme, ai vibratori, alle mollette ecc.

-io mhm vorrei provare queste- indicai due pinzette che supponevo fossero per i capezzoli.

Il mio orgoglio non mi permetteva di tirarimi indietro. Così lo guardai, scrutando ogni sua piccola smorfia, che puntualmente arrivò.

Ghignò.

-piccolo pervertito- mi afferrò il mento e lo portò vicino al suo viso come se volesse baciarmi

Il suo odrore mi entrò fin nel cervello, sapeva di virilità.

Mi superò proprio quando mi stavo avvicinando per ... baciarlo. Sentivo il bisogno di farlo.

Sbattei una mano sulla mia fronte, lui era bello, ma troppo...

-voglio mostrarti la cosa di cui vado più fiero- tirò giù un grande scatolone rosso

Un maneggio sicuramente ne aveva pochi in confronto a lui.

-ne sono precisamente quarantadue- frustini di tutti i colori e forme si trovavano difronte a me

Compatti, con strane setole, lunghi con una piccola parte in pelle, a forma di cuore ecc.

Sapevo ne avesse ma erano davvero oltre le mie aspettative.

Ne prese uno che aveva l'impugnatura nera, una parte rigida e una forma rettangolare alla fine del medesimo colore. Il sorriso sadico che aveva in volto si allargò.

-ti piacerà- quando si rialzò mi bloccò sbattendo una mano affianco alla mia faccia. 

Leccò il mio collo che è non potei fare a meno di sospirare, forse troppo sonoramente, quando prese a succhiarlo.

L'ultima Fotografia -KIRIBAKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora