Foto 31

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-Hiroki, come stai oggi?- mio fratello voltò lo sguardo in silenzio. Seduto nel letto dell'ospedale con la coperta tirata fino ai fianchi, da qualche giorno aveva subito un intervento.

Gli cambiavano stanza ogni volta che si doveva ricoverare, e stavo imparando a memoria quella struttura, anche se avvolte..

-Eijiro, sei in ritardo come al solito, ti eri perso vero? Comunque sei stato dolce a portarmi il mio ramen preferito- disse notando la forma insolita della busta che avevo tra le mani

Pogiai il cibo sul piccolo tavolino

-Eiji mi hai comprato un altro puzzle? Non dovevi- sorrise spontanemanete ma per nulla sorpreso

-Dai come hai fatto a capirlo?- sbuffai per la sorpresa rovinata

-Sei venuto prima di cena e il tuo respiro affannato fa capire che eri di corsa, probabilmente per non far freddare il cibo. Inoltre la busta del negozio di giocattoli e lo scontrino che hai fatto cadere ti hanno traditi- gli passai le bacchette

Hiroki era un tipo molto intelligente.
Aveva ventisette anni ed era laureato in ingegneria meccanica, stava facendo anche dei corsi exstra per mettersi subito a lavorare.

Sperava di poter costruire importanti pezzi per le navicelle spaziali. Ma per ora, era bloccato.

Era un ragazzo sempre sulle sue, un tipo introverso. Amava fare puzzle, leggere libri gialli e disegnare.

Odiavo vederlo lì, ogni tanto gli portavo degli svaghi. Lui però diceva che il tempo scorreva sempre troppo veloce quindi mi rassicurava un minimo.

I miei occhi stanchi incorciarono i suoi rigidi.

-Eijiro, smetti di esagerare con i tuoi lavori. Hai mangiato?- sentì il rumore della scatola venire aperta

-Si, mamma è passata?- l'altro annuì continuando a mangiare

Sviai il discorso, entrambi sapevamo che avrei continuato a impegnarmi. Ricordai tutte le persone che mi avevano ripetuto la stessa frase solo in quella settimana.

Tra lui, mia madre, i miei amici e Bakugo.

Distrattamente posai lo zaino sulla sedia e si scatenò l'inferno

-Continui a prendere quelle pastiglie vero?!- si voltò a fissarmi 

-n-no- si alzò di scatto e andò ad aprire una tasca del mio zaino da cui si intravedeva una forma sospetta

Portò il barattolo davanti a me 

-Non ti intromettere nei miei affari. Lo faccio per voi, ti prego..- lui sospirò

Neanche io riconobbi bene il significato di quella parola. 

Lo pregavo di lasciarmi stare? Di non ricordarmi quel tassello della mia triste vita? 

Sembrò capirlo prima di me, infatti, si rimise seduto

-un giorno tu sarai qui e io starò a piangerti su quella sedia- indicò il letto

ci fu qualche secondo di silenzio, poi decisi di andarmene, senza aggiungere altro. 

Uscì dall'edificio con le spalle strette, ero perso tra i pensieri quando sbattei contro una ragazza.

Lei rise, ma non la riconobbi subito. Portava dei piccoli chignon scombinati che mi sembrava di aver già visto.

-Eijiro, da quanto tempo- rise un po' e poi mi abbracciò forte.

Ero confuso, quando feci per spostarla la bionda cominciò a parlare di qualcosa. 

-sei la tipa dell'altra volta..  come sai il mio nome? Mi stai seguendo?- il lampione illuminava bene il suo viso, su cui mi concentrai meglio questa volta.

Improvvisamente una lampadina si accese nel mio cervello.

-Jann- il mio cuore cominciò a battere più forte 

-SII! Sono sua sorella! TUA COGNATA- stavo per correre via ma lei mi prese le mani

Negai con la testa

-Mi ha mandata lui, non riesce nemmeno ad alzarsi dal letto senza di te. Vorrebbe tanto che collaboraste sui video che fai. Gli piacerebbe aiutarti- quell'infame, mandava sua sorella perchè lui era solo un senza palle

-Mai. Preferirei morire che rivederlo. Smettila di starlo a sentire e portalo da uno psicologo. Addio- dopo averla strattonata, me ne andai

Lei continuò a ridere e poi sussurrò: ''sbagli, vedrai che accetterai presto''. Quel capitolo della mia vita era chiuso.

(...)

I giorni seguenti ripensai a quello che era uscito dalle labbra di mio fratello. Immaginarmi sul lettino di ospidale mi metteva i brividi.

Quelle che assumevo erano pillole dopanti. Vi era una piccola quantità di droga leggera in ognuna, e io avevo il vizio di prenderne minimo cinque al giorno.

Appena sveglio, dopo il piccolo pranzo che facevo, prima cena e quando capitava a lavoro.

Le mie mani cominciarono a tremare, la velocità del mio respiro aumentò gradualmente.

Stavo perdendo il controllo del mio corpo. 

Un altro brivido mi passo per il petto ma riuscì solo ad ingoiare a vuoto sentendo la gola farsi secca.

Il mio naso non stava facendo il suo lavoro, così aprì la bocca cercando di riempire i polmoni. Ma nulla stava funzionando.

Il mio cervello era andato in tilt, riuscivo a elaborare solo pensieri illogici.

Vidi me stesso su un letto bianco, con tanti cavi attaccati alle braccia

Indietreggiai e poi, mi sentì cadere.

Sarei davvero morto in quel modo?

L'ultima Fotografia -KIRIBAKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora