Foto 22

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Attenzione, questo capitolo contiene scene sensibili

I muscoli mi facevano male, mi sentivo tutto indolenzito.

Volevo portarmi una mano al viso per grattarmi l'occhio ma fui impossibilitato per via di una catena attorcigliata ad un palo che mi tenne fermo

Alzai il capo, una sorta di angoscia mi pervase. Tutto era buio attorno: brividi mi riempirono le braccia e le gambe. Il battito del mio cuore si fece sempre più veloce 

Ingoiai a vuoto, volevo girarmi ma ero troppo terrorizzato di scoprire qualunque cosa mi aspettasse.

Sfortunatamente, dovetti aspettare molto poco. Completamente dell'oscurità apparve una persona

Era un ragazzo di vent'anni; capelli biondi tirati indietro con del gel, mascella ben definita, poco più basso di me. E con quella profonda cicatrice sullo zigomo sinistro.

Indossava una camicia nera che gli stava grande, era sicuramente la mia. Inoltre, si stava avvicinando con un frustino tra le mani, con cui continuava a giocherellare.

Già, uno sconosciuto che conoscevo troppo bene.

-Jan- strinsi i pugni, volevo fiondarmi su di lui e picchiarlo, ma sapevo che le catene mi avrebbero mantenuto

-da quanto tempo, ho fatto shopping nel tuo armadio. Come sto?- si avvicinò di più a me, piegando le ginocchia e mettendosi a sendere sui talloni

Volevo dargli una testata, ma aspettai, perchè allo stesso tempo, ero curioso di capire cosa volesse ancora da me.

Si sedè sulle mie gambe e si avvicinò al mio viso.
Nella mia testa regnava la confusione, nulla di quello che stava succedendo aveva senso.

-Eiji, ho voglia, facciamolo ora- strusciò la testa nell'incavo del mio collo come un gatto che fa le fusa. Solo, che lui era tutto furchè carino

Si stava abbassando i pantaloni quando la scena sembrò cambiare.

Ero inginocchiato, l'unica cosa che vedevo erano le scarpe del ragazzo che prima mi aveva parlato.

Continuavo a tremare, e sentivo anche un po' di vergogna per quello che mi stavo facendo fare da quel bastardo

-mhm quanto mi piaci Eiji- mi tirò i capelli all'indietro costringendomi a vedere qualcosa che mi lasciò senza parole.

Si stava masturbando.

La sua erezione era vicina alle mie labbra, ma io non riuscì a fare niente. Neanche piangere dall'imbarazzo.

Attorno a noi c'era solo nero, e i suoi sospiri riuscivano a riempire tutto nell'infinito che ci circondava.

Quella scena era così surreale

-Eiji, lo so che non ti è mai piaciuto essere sottomesso, ma... io avevo tanta voglia di giocare così- spinse il bacino in avanti

Le sue mani andarono sempre più veloce e i versi che faceva si intensificarono. Di istinto chiusi gli occhi e solo qualche secondo dopo sentì un liquido bagnarmi e guance

Lo aveva fatto davvero.

-quindi? Come ci si sente ora? Ki- alzò il braccio pronto a tirarmi uno schiaffo

-rishima!- esso arrivò sul mio volto come una secchiata di acqua fredda ma a darmelo era stato un altro biondo.

Incrociai gli occhi di quest'ultimo, ricoperti da un velo di preoccupazione

-Che cazzo fai a terra?!- i miei muscoli finalmente si sbloccarono e riuscì a riprendere fiato. 

-Dio sei sbiancato, sembra tu abbia visto un fantasma- disse

Notai solo qualche secondo dopo il tappeto troppo vicino a me, feci pressione sulle mani e a fatica mi sollevai.

Mi presi un secondo, era solo uno stupido sogno. Forse era anche colpa del fatto che non avevo preso le pillole.

Scossi la testa e cercai di mettermi subito in moto, con scarsi risultati.

-Ohi! Mi ascolti?- lo ignorai, troppo concentrato a cercare gli ingredienti per farmi un caffè lungo.

Aprì il frigo per prendere dell'acqua o magari un energy drink, ma a mio malgrado non trovai nulla. Nel vero senso della parola. L'elettrodomestico era quasi vuoto, sospirai e lo chiusi lentamente.

-Bakugo, come ho potuto notare nessuno dei due è messo molto bene a livello emotivo. Ora siamo in due e dobbiamo imparare a gestirci. Inoltre credo di provare dei... sentimenti per te. Mi piacerebbe conoscerti meglio e aiutarti- mi girai a guardarlo, si era seduto sulla sedia 

-aiutarmi? Io non ho bisogno di te. Ci vedremo solo quando ce ne sarà bisogno per lavoro- a quella risposta sbattei le mani sul tavolo

-Se proprio non vuoi accettare che io mi stia preoccupando per te te lo dirò così. Tu hai un disturbo alimentare e ci tengo alla salute dei miei collaboratori. Quindi onde vitare problemi vorrei che tu comiciassi ad andare da un dietologo, specialmente per il tuo bene, se vuoi diventare un bravo fotografo devi rimanere in vita- la sua mascella si serrò, si stava per arrabbire.

-tutti abbiamo dei problemi, anche io prima ho fatto un sogno che- senti, solo, pensa a quello che ho detto prima di rispondere- il silenzio calò, temevo che potesse esplodere da un momento all'altro

Ma contro ogni aspettativa, se ne andò sbattendo la porta della sua camera come un adolescente.

Per un secondo pensai di seguirlo, ma avevo già detto troppo per un problema grosso come il suo.
Raccolsi le mie cose, e me ne andai. 

In ascensore mi guardai allo specchio
-perchè continui a rifiutarmi passivamente? Perchè non mi dici in faccia che non mi vuoi? E poi quel sogno- i giorni di ferie mi facevano male.

L'ultima Fotografia -KIRIBAKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora