Foto 11

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Anche se ero a casa dei miei genitori, mi ero portato del lavoro da fare sull'aipad. Stavo ritoccando delle foto da pubblicare sul mio profilo di cui i numeri stavano notevolmente crescendo.

Provavo a pubblicare qualcosa una volta a settimana anche se spesso ritardavo

Sapevo del mio potenziale, eppure avvolte non potevo fare a meno di domandarmi se sarei riuscito a diventare un artista.

Vedevo quanto gli altri fossero più bravi di me e mi scoraggiavo, ma leggendo i commenti e vedendo i like che ricevevo mi riprendevo

Scrollai velocemente qualche post: ritraevano paesaggi, animali e cibo; i miei preferiti. Niente era più bello dei pancake a forma di gattini, o dei dolci perfettamente geometrici che avevo preso in un bar della stazione circa una settimana fa.

Sembrava strano passare da un tipo mezzo nudo a dei fiori. Forse dovevo concentrarmi solo sui modelli o sarebbe stato meglio crearmi un profilo apparte per quello.

Nel bel mezzo della mia crisi esistenziale una vecchia entrò nella camera, senza bussare.

-Katzuki devi mangiare qualcosa, ti sei svegliato tardi. Hai saltato sia pranzo che colazione ora devi mettere qualcosa sotto i denti. Vuoi che mi preoccupi? Ho già abbastanza rughe- tra tre giorni torno a casa, mi ripetei

-Mamma ho del lavoro e devo anche studiare, a cena vedrò- si preoccupava  molto eppure io mangiavo tantissimo avvolte

-Mmh, ti porto almeno un frutto?- accettai, sapevo che altrinenti avrebbe continuato a chiedermelo fino a stasera

Mentre mangiavo la pesca che mi aveva portato, mi venne un'idea. Avrei potuto fare una foto agli alberi di pesco in fioritura per la prossima settimana. Velocemente annotai l'idea su un taccuino che portavo sempre con me e provai a fare un piccolo bozzetto

In più scrissi al rosso di iniziare a pensare qualche posa per il set, visto che io non avevo voglia di scervellarmi per l'amico di cui nemmeno guardavo le live

-Kat dovresti mettere gli occhiali, ti si rovinano gli occhi tutto quel tempo davanti allo schermo- disse la donna che ancora mi osservava dall'uscio della porta

-Dai ma, che palle- sbuffai e afferrai il cofanetto con questi ultimi all'interno.

Li indossavo principalmente quando stavo troppo tempo sul computer, visto che soffrivo si astenopatia. Ovvero affaticamento oculare.

Odiavo metterli mi davano fastidio, per questo li lascio in questa casa, così avevo la scusa di averli dimenticati. Nemmeno mi ci vedevo bene, a livello esteriore.

Buttai il nocciolo nel cestino sotto alla scrivania e pubblicai il mio operato

Kirishima's pov

Il mio lavoro di corriere stava proseguendo senza intoppi il chè mi stranì

Infatti, appena mi voltai vidi una testa corrermi incontro

-Sei proprio un bel ragazzo, ti ho adocchiato già qualche giorno fa. Mi daresti il tuo numero? Perfavore- abbassai il cappellino da postino osservano le scarpe da scolaretta della ragazzina che mi stava parlando

Ero lì solo per consegnare la posta e sistemarla, ogni lettera nella sua buca. Attaccare bottone non era tra le mie mansioni, tanto per cambiare

-perdonami ma sono già fidanzato- mi voltai gentile, e anche se quella che avevo appena detto era una bugia, bastò per farla allontanare o almeno così credevo

Finite le lettere di quel palazzo mi girai per andare in quello affianco

-io mi chiamo Toga, tu?- la guardai dall'alto verso il basso. Era molto più bassa di me ma nonostante ciò sembrava avere attorno ai vent'anni. Portava una gonna corta, tante collanine al collo e una maglia più grossa di lei. I suoi occhi erano castani chiari coperti da una frangetta, mentre il resto dei capelli biondi venivano stretti da due piccoli chignon seppur qualche capello volava in modo sbarazzino

-io mi chiamo postino, e sto lavorando. Aspetti un pacco di shein? Perchè non ce l'ho io- provai a scavalcarla con scarsi risultati

Ero stanco della gente che ci portava con me, tanto mi consideravano solo per il mio aspetto e questa sicuro cercava un fidanzato emo, probabilmente aveva pensato che lo fossi vedendo i capelli rossi.

-Per favore Eijiro, dammi il tuo numero- aumentai il ritmo per seminarla ma continuava ad insistere

Presi il manubrio della bici e la trascinai fino al palazzo seguente, posizionai il cavalletto e bussai ad un citofono qualunque per farmi aprire

La sentì avvicinarsi
-non puoi stare qui e poi ho detto che ho già una ragazza quindi lasciami stare- mi prese le mani e mi fece voltare, i suoi occhi erano fissi sui miei

-Kirishima, mi stai dicendo una bugia?- la sua mano si avvicinò al alla mia guancia ma la fermai prima che si poggiasse.

-lasciami lavorare- le strinsi il polso

Aprì la borsa per continuare a lavorare provando a ignorarla. Sentì il portone riaprirsi e dei passi che si allontanavano, finalmente tirai un sospiro di sollievo

Finì anche lì visto che quel condominio era piccolo e tornai alla bici

Chissà se c'era anche una lettera per me, ero vicino al mio quartiere quindi provai a vedere

Eijiro Kirishima...

Eijiro...

Mi voltai velocemente, Toga era sparita, ma la principale domanda che mi pervase fu: "Come faceva a sapere il mio nome?".

L'ultima Fotografia -KIRIBAKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora