4. lo voglio.

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- academia, después de mucho días..

alicia's pov.

Madrid, stava entrando lentamente nel mio cuore.
Di solito sono una persona che ama tanto il caos ma non troppo, perché la calma mi aiuta a respirare per davvero, a fermare la mia frenesia nel fare trecento cose messe assieme.
Mi fermavo, respiravo, e riprendevo a camminare.
Come in questo preciso istante, ero appena entrata dentro all'Academia e mi diressi in automatico nella macchinetta per prendere un bel caffè rigenerante per iniziare questa giornata nei migliori dei modi.
I miei occhi verdi scrutarono attentamente i vari gusti e cliccai del caffè amaro, mi piaceva il gusto perché mi risvegliava da ogni singola cosa che riguardasse il mio piccolo mondo mentale.
Nel mentre che aspettavo percepii una presenza alle mie spalle e incrociai le braccia al petto ma una voce a me conosciuta mi fece sussultare leggermente come se avessi preso la scossa.
"Ciao, Alicia." disse questa tale ricalcando l'ultima parola apposta e in automatico mi morsicai il labbro inferiore per evitare che vedesse il mio sorriso.
Non si arrendeva a quanto pare, muy bien.
"Ciao, Raquel." le risposi apparentemente calma e fece due passi per appoggiarsi nella macchinetta, ce l'avevo davanti e i suoi occhioni marroni scrutarono il mio viso per poi sorridermi amichevolmente.
"Non metti neanche un minimo di zucchero? Caspita, sei proprio forte." disse cercando di allungare la nostra conversazione e soffiai sopra al liquido caldo appannandomi leggermente gli occhiali da vista, ma tanto ero abituata.
Avevo deciso di lasciarle quel messaggio nel bicchiere perché non ero una persona che faceva il primo passo, però con lei mi ero sentita in dovere di farlo perché una delle mie tante abitudini era sicuramente quella di non sapermi tenere nessuno al mio fianco.
Con lei no invece, potevo darle sicuramente qualcosa.
O perlomeno provarci davvero.
"Sì beh.. mi piace così. Tu non lo prendi? Io senza non ci so stare quindi." mormorai sul vago dandole piccole informazioni su di me e questa era la prima volta che ci vedevamo dopo il mio gesto in mensa, sembrava più a suo agio però notavo le sue spalle molto tese.
Io notavo sempre tutto, ogni singola espressione facciale mi rivelava anche la cosa più sciocca e non abbassavo mai la guardia, mi guardavo sempre attorno e studiavo, memorizzavo.
E lo stavo facendo anche con lei.
"Ovvio, Sierra. Il caffè è vitale, ti va se andiamo in aula insieme?" mi domandò toccandosi nervosamente i capelli e aveva detto la frase talmente veloce che avevo fatto un pochino di fatica a capirla, ci pensai un po' su e annuii tranquilla.
Raquel mi sorrise come se avesse vinto un trofeo e insieme ci incamminammo, non sapevo come avviare una conversazione normale ma essendo una persona che studia ogni minimo particolare non mi passava di certo inosservato il modo in cui le persone l'adoravano.
Raquel aveva un'energia che in qualche modo ti attraeva, perché era simpatica, sapeva dire la cosa giusta al momento giusto al contrario mio e aveva uno stile che non vedevi in giro e poi il suo fisico era così tanto allenato e aveva dei lineamenti particolari.
In un modo o nell'altro aveva scelto me, perché era lei quella che mi aveva cercata e ancora dovevo capire il perché, non ci azzeccavo niente con la sua persona.
Stonavamo insieme, ai miei occhi.
Però dato che non conoscevo nessuno, essere amica di una ragazza così popolare non era male perché mi sentivo in qualche modo tanto.. protetta.
E questa sensazione provocava in me tantissima rabbia.
Insensata.
La guardai con la coda dell'occhio ed era così attenta nel guardarsi attorno, fece un cenno ad un ragazzo e quest'ultimo in automatico le regalò un bellissimo occhiolino.
"Io mi siedo al mio solito banco." dissi mettendo le cose in chiaro non appena arrivate davanti all'aula e Raquel incurvò le labbra in un sorriso con fare sbarazzino.
"Quindi avevi intenzione di sederti vicina a me?" disse raggirando le sue carte e percepii le guance un pochino andare a fuoco ma ripresi subito il mio autocontrollo, mantenni lo sguardo sul suo e lei si perse nei miei occhi verdi perché mi guardava intensamente.
"No!" esclamai sbuffando, feci per entrare dentro ma lei si posizionò davanti a me e scoppiò a ridere sonoramente, mentre io la guardai male per svariati minuti.
"Chiedimelo Alicia, coraggio. Giuro che non ti rompo le palle." disse ridendo e la sua era una risata contagiosa ma rimasi autoritaria senza darle nessun tipo di soddisfazione ovviamente perché era ancora troppo presto e non sapevo nulla sul suo conto.
"Non pensavo fossi così insistente, Murillo." sbottai dandole una piccola spallata e riuscii a passare ma ero più che sicura che l'aveva fatto apposta perché poteva bloccarmi come niente nonostante mi allenassi pure io ogni singolo giorno.
"Hey pecas. Cómo sabes mi apellido?" disse alzando di poco la voce e mi sedetti al mio posto, la fila era vuota, individuai il mio solito banco dove ormai mi ci sedevo solo io e la ragazza dietro di me sbuffò una piccola risatina divertita.
"Hey, loca. Tutti qui ti conoscono sai? Sento il tuo nome ovunque." dissi a bassa voce e già l'avevano salutata in cinque, intanto mi tolsi il capotto e mi sedetti arrotolandomi di poco le maniche della mia camicia elegante.
Raquel si guardò attorno un pochino incerta ma poi fece spallucce mordicchiandosi il labbro e non la guardai, percepii la sedia al mio fianco spostarsi e si sedette per la prima volta.
Un'ondata del suo profumo mi arrivò in faccia e involontariamente lo inspirai, era buono e dolce come immaginavo e toccai nervosamente la mia lunga coda rossa mettendo di poco la testa di lato guardandola posizionare le sue cose sopra al piccolo tavolo.
Frugò dentro al suo astuccio afferrando una matita e l'attorcigliò tra i suoi capelli sistemandoseli come se fosse la cosa più naturale del mondo, mi scappò un sorriso e lei mi beccò in pieno perché si girò verso di me ricambiandolo tutto quanto amorevolmente.
"Sì, lo so che è una cosa strana ma lo faccio per mantenere la concentrazione." disse spiegandomi a bassa voce dato che il professore aveva incominciato a parlare ma per me non erano cose nuove perché comunque mi ero portata avanti.
"Non lo trovo strano, Raquel anzi.. penso che sia originale e questa cosa si addice alla tua persona." ammisi prendendo un minimo di appunti ma la verità era che volevo parlare tremendamente con lei, mi trasmetteva seriamente una calma assurda.
Una calma che mi piaceva.
Notai le sue guance andare leggermente a fuoco dall'imbarazzo ma era sorpresa perché il suo sorriso si allargò ancora di più mentre non interrompeva il nostro contatto visivo.
"Sei la prima che me lo dice, i miei amici invece mi prendono in giro sai?" disse sconvolta e non appena sentii la parola "amici" mi incupii un pochino.
Ovvio, aveva il suo gruppo.
Cosa ci faceva con una come me? Nulla.
Sorrisi debolmente prestando attenzione alla lezione ma lei si accorse del mio cambio d'umore tant'è che non tolse lo sguardo dal mio per un po' di tempo, mi lasciò i miei spazi dato che ero talmente presa nel prendere appunti e mi toccai la frangia in un gesto nervoso.
Fino a quando, non mi arrivò un bigliettino.
Inarcai un sopracciglio stranita e lo afferrai, tanto non poteva vedermi nessuno in questa posizione e incrociai le mie gambe snelle rilassandomi un pochino dato che proveniva da Raquel.

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