23. jefe

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alicia's pov.

ogni cosa esistente
nasce senza ragione,
si prolunga per debolezza
e muore per caso.

Ho vissuto in un elevato stato di stress per tutta la vita.
Nessuna pausa, mai.
Letteralmente dal giorno in cui sono nata.
Sono ancora in modalità sopravvivenza, ho ancora un milione di responsabilità e troppo peso sulle spalle che mi porto da sola.
E questo non per sfogarmi o lamentarmi, ma sai cosa non mi piace più?
Quando le persone si comportano come se vivere una vita senza stress fosse una scelta.
Vivere una vita senza stress non è sempre una scelta per tutti.
Non è nemmeno una questione di mentalità.
Dovrai andare avanti, continuare a combattere, continuare a sopravvivere.
Ci sono cose che a volte la tua mentalità da sola non può cambiare.
A volte le persone diventano così desensibilizzate e dimenticano che la vita accade alle persone e che non è solo una questione di mentalità.
A volte le persone hanno avuto una vita molto privilegiata e quindi non riescono nemmeno a capire.
Alcuni diranno che semplicemente non devi preoccuparti.
Che sei stressata perché stai adottando la mentalità sbagliata.
Alcune persone spirituali diranno che hai attirato quelle situazioni nella tua vita.
Alcune persone amorevoli diranno "andrà tutto bene" e mancheranno di empatia.
Quindi, se stai attraversando la stessa cosa o qualcosa di simile, sono qui per dirti che il tuo esaurimento è valido.
Non è necessario sforzarsi di rimanere sempre positivi.
Anche tu puoi sentire, anche lamentarti un po' se questo ti aiuta a liberarti.
Non c'è niente che non va in te.
Non è la tua mentalità.
La vita a volte non è facile e dobbiamo accettarlo.
Non dimenticarti che meriti di più.
Tu meriti molto di più.
Ma sono così stanca..

Ero abituata ad essere nella vetta di tutto.
In questo momento? La mia ex, mi guardava come se mi fossi catapultata da Marte e con molta grazia la scansai, ovviamente avevo saputo del suo viaggio spirituale in India tant'è che notai i suoi capelli molto più chiari, si era abbronzata sicuramente per il sole ardente.
Tra le mani avevo uno scatolone enorme contenente le mie cose e mi dissero di andare al secondo piano, salii le scale velocemente non vedendo l'ora di vedere il mio ufficio e percorsi il corridoio facendo un cenno ad alcuni "conoscenti."
Mi bloccai di colpo.
Imprecai sottovoce nel vedere la targhetta "Murillo" proprio affianco alla mia porta non appena svoltato l'angolo, sbuffai incredula perché era da sempre stato il mio sogno in passato quando stavo con lei, avere i nostri uffici vicini.
"Fottuto destino, del cazzo aggiungerei." dissi aprendo la porta e una vetrata altissima mi invase facendomi sorridere, la stanza era vuota, una scrivania impeccabile era situata davanti a quest'ultima e appoggiai il mio MacBook studiando già i vari spazi.
Dovevo portare molte cose qui, perché non ero solita a cambiare uffici però questo mi piaceva perché la vista era un qualcosa di stratosferico e un divano in pelle era posizionato al lato della stanza.
"Bello vero? Dicono che questa stanza sia la più bella in assoluto, le mie congratulazioni comunque." mormorò una voce conosciuta e Raquel era appoggiata sullo stipite della porta, mi girai appena guardandola e serrai la mascella.
Avrei lavorato insieme a lei.
"Grazie, non te l'aspettavi vero?" dissi con una vena provocatoria malsana e molto lentamente portai fuori le mie cose dallo scatolone, c'erano vari quadri miei e notai tutte le mensole vuote.
"No, sinceramente no. Vedo che non hai perso il vizio di sorprendermi." disse facendomi provare un brivido in tutta la mia schiena, mi morsicai il labbro istintivamente e menomale che ero girata di spalle.
La vedevo, cambiata?
Più pacifica oserei dire.
Qualunque cosa avesse fatto in India, l'aveva inevitabilmente cambiata.
"Touchè, ma qui non c'era nessuno prima di me? Perché è tutto così in ordine." dissi confusa e Raquel entrò in stanza guardandosi attorno, era stato tutto pulito da cima a fondo e non vedevo neanche un granello di polvere quindi sistemai i miei libri preferiti che avevo portato in ordine alfabetico.
"No, eppure sono sorpresa dato che questi uffici sono i migliori. Quindi hai fatto bene ad accettare la promozione." disse facendo un giro su se stessa e si fermò davanti alla vetrata mettendosi le mani sui fianchi, la squadrai attentamente ed era sempre così bella, così slanciata, così pronta ad ogni eventuale pericolo in vista.
"Sono pur sempre soldi in più Murillo, penso che chiunque avrebbe fatto lo stesso quindi togliti quell'espressione sconvolta dal viso." dissi stuzzicandola e nonostante avessi i tacchi mi alzai sulle punte arrivando in alto, posizionai un quadro dove c'era una foto mia e di Matias fatta tantissimo tempo fa.
"Oh andiamo, vuoi mettermi in castigo già dal primo giorno? Sappi che non eseguirò i tuoi ordini, anche se ora sei in un gradino più in alto di me" disse guardandomi e si appoggiò sulla mia scrivania porgendosi verso di me, sfidandomi con lo sguardo senza farsi nessun tipo di problema.
Non le facevo paura, molto bene.
"Non lo faccio perché so che ti ecciterebbe, prendere ordini da me." dissi fulminandola con i miei occhi verdi e mi sorrise meravigliosamente, il suo sguardo era diverso nei miei confronti e notavo un messaggio in codice tipo: appoggiamo l'ascia di guerra e proviamo ad avere un rapporto civile?
"Beh, sappiamo entrambe che tu sei sempre stata una persona alla quale piaceva la maggior parte delle volte, ricevere dalla sottoscritta. Quindi non vantarti in questo momento perché non è così." disse spiazzandomi e il quadro che avevo in mano tremò e abbassai lo sguardo accorgendomi del mio tremolio.
Okay, cosa diamine stava accadendo adesso?
La mia apatia non era poi così intrinseca, in questo momento.
"Qualche indiano per caso ti ha hackerato il cervello? Perché sei consapevole del fatto che queste provocazioni non mi toccano, Raquel?" dissi mettendo già i miei paletti e i suoi occhi si posarono sulle mie labbra mentre parlavo, io guardai in automatico le sue mordendomi le mie.
Benissimo.
Non ero per niente credibile e lei se ne accorse, ovvio.
Raquel? Sapeva sempre tutto.
"Calmati Sierra, sto solo cercando di darti il benvenuto qui." disse guardandomi molto attentamente e a questo punto pure io appoggiai le mani nella scrivania stringendo molto forte i bordi e non eravamo tanto lontane.
Riuscivo a vedere molto attentamente ogni sua espressione.
Era tranquilla, in pace con se stessa.
"Dio Raquel, sembri una novellina." dissi scuotendo la testa e andai vicino a lei, mi misi proprio davanti al suo corpo facendole fare un passo all'indietro e mi inchinai aprendo il cassetto, percepii la cintura che portava nei pantaloni premere contro la parte bassa della mia schiena e sistemai varie cose senza aprire bocca.
Sorrisi soddisfatta nel sentire il suo sussulto e avanzò imprigionandomi con molta cautela e percepii il suo fiato caldo in tutto il mio collo esposto a causa della coda alta che portavo.
Fissai le sue mani e sopratutto le vene evidenti che aveva, si gonfiavano dalla tensione ed era una particolarità sua che mi aveva sempre fatta uscire fuori di testa.
Era da molto tempo che non stuzzicavo qualcuno così, e sentirla indubbiamente vogliosa nei miei confronti mi faceva tremare le gambe dalla pura euforia.
"Vedo che il vizio di provocare non ti è passato, che c'è? Vuoi per caso le mie attenzioni come facevo un tempo?" sussurrò al mio orecchio con la sua voce incredibilmente rauca e stavo per abbandonarmi a lei, se me l'avesse ordinato.
"Tu conosci una vecchia parte di me, che non esiste più in questo momento. Pensi che non riuscirei a reggere? Pensi che mi lascerei dominare da te? Sei folle." le bisbigliai voltandomi per incontrare i suoi occhi e aveva le pupille dilatate al massimo, assurdo vederla così per me e guardai le sue labbra che amavo da morire.
Quanto le avevo baciate, rese mie, quanta passione generavamo insieme.
Quanto amore, nei nostri piccoli sguardi.
"Nemmeno tu mi conosci, però voglio dirti che c'è la possibilità di farlo. Non ho voglia di fare la guerra con una persona dove per tanti anni ci ho fatto solo e unicamente l'amore, non è più nella mia natura." disse sottovoce in modo tale che la sentissi solo io e irradiava così tanta pace che mi scappò un sorriso quasi sincero.
E lei lo notò.
Abbassai la testa ma posizionò due dita sotto al mento sollevandolo subito, mi guardò negli occhi e accarezzò con il pollice il mio zigomo marcato facendomi rilassare per il suo tocco delicato e mi accoccolai appena nel suo palmo sfiorandolo con le mie labbra rosse.
Se avesse perso il controllo, sarebbe stato un problema.
Raquel era seriamente troppo forte e inarrestabile.
"No." dissi subito notandola avvicinarsi e andai a sbattere contro la scrivania, aveva sfiorato il mio labbro inferiore tracciandolo appena e qualcosa stava cambiando, non ero intenzionata a perdere il controllo di nuovo con lei.
Ero troppo distrutta.
Si avvicinò al mio collo con una padronanza del corpo e mi abbracciò.
Un semplice abbraccio, forse per fare pace con me.
Rimasi immobile come una statua e le sue braccia cinsero i miei fianchi delicatamente come se avesse paura di farmi del male, chiusi gli occhi facendomi uscire un mugugno di piacere per come mi fosse mancata essere toccata così da qualcuno.
E ricambiai.
La strinsi a me, affondando di poco le unghie sulle sue spalle e poi toccai i suoi capelli morbidi che profumavano sempre del suo shampoo preferito che mi ricordavo.
La stavo esplorando e toccando di nuovo a mio piacimento.
Raquel inspirò il mio profumo stringendomi e respirai davvero sentendomi protetta, sentendomi finalmente e inevitabilmente a.. casa.
"Basta, basta odiarci. Non ora che lavoriamo insieme davvero." disse al mio orecchio lentamente e sospirai, non sapevo nemmeno io se ero pronta a farlo ma in questo momento mi gustai il suo tocco.
Il suo seno stupendo che premeva quasi contro al mio.
I suoi capelli biondi che si mischiavano con i miei rossi.
Il suo fiato caldo in tutto il mio collo e le sue mani che accarezzavano i miei fianchi.
La strinsi a me facendole scappare una risatina e misi una ciocca di capelli dietro al suo orecchio, si staccò lentamente guardandomi dritta negli occhi e mi sorrise serena.
"Indossi, sempre lo stesso profumo." disse con un sorriso sulle labbra e le mie guance andarono di poco a fuoco, perché era il profumo che mi regalò lei tantissimi anni fa e dal giorno non mi ci ero più distaccata.
"E tu usi lo stesso shampoo." sussurrai sfiorandole i capelli e ci fisammo intensamente e forse stavamo rivivendo entrambe nella mente i nostri ricordi, alzò una mano sfiorando le mie lentiggini e il cuore mi stava uscendo dal petto.
Non volevamo inevitabilmente staccarci, ed ora? Il destino aveva fatto in modo che io ora lavorassi per lei, con lei, nello stesso piano.
"Te lo ricordi." sussurrò toccandomi il viso teneramente e la lasciai fare, strinsi appena il suo polso per farle capire che non aveva il pieno controllo comunque ed ero tesa assai per come il suo tocco mi riaccendesse per intero.
"Di te? Io mi ricordo sempre tutto." dissi sgranando gli occhi, mi toccai la mia lunga coda nervosamente e la donna davanti a me sorrise divertita per come fossi imbarazzata e mi sentivo un'adolescente.
"Dopo la morte di Germán, non ho abbracciato più nessuno così a lungo. Tranne Matias perché lui beh, sapeva tutto quanto ma c'è una piccola differenza." le spiegai facendola irrigidire come una statua però continuò a toccarmi il viso e fece un passo in avanti diminuendo la nostra distanza di sicurezza.
"Tu hai sempre avuto questo potere guaritore nei miei confronti e prima, quando mi hai abbracciata io ho ripreso a respirare di nuovo e mi sono sentita più leggera. Mi sono sentita, di nuovo nel mio posto preferito." dissi dicendole la verità e non aveva senso mentirle, perché tanto lo leggeva nei miei occhi.
"I miei affetti e i miei desideri sono immutati, ma una tua parola mi farà tacere per sempre su questo argomento." bisbigliò riferendosi a mio marito e guardai un'attimo il paesaggio di Madrid dalla vetrata ma Raquel afferrò delicatamente il mio mento in modo tale che potessi guardarla negli occhi.
"Voglio parlare con te, ho alcuni dubbi che non mi fanno andare avanti come vorrei. Mi sento inevitabilmente bloccata nel nostro passato, possiamo vederci stasera da qualche parte?" mi propose con un pochino di autorità che mi faceva impazzire sempre e comunque e sospirai, strinsi le sue spalle facendole fare alcuni passi all'indietro e mi allontanai rifacendo il giro della scrivania per continuare la mia sistemazione.
Stavamo correndo troppo.
"Inizia a salvarti il mio numero, perché quando ti ho chiamata quella volta manco sapevi chi fossi." dissi ritornando a stuzzicarla e alzò gli occhi al cielo, sfiorando la mia poltrona in pelle con le dita molto lentamente.
"E tu inizia a sbloccarmi nei social, e a seguirmi di nuovo." disse mettendomi alla prova e fece un cenno al mio iPhone, inarcai un sopracciglio confusa e lo afferrai entrando velocemente su Instagram dato che l'avevo bloccata solo lì.
Con Raquel era sempre così, un dare e ricevere.
"A quanto pare, vuoi vedere le mie foto sexy." dissi seguendola di nuovo e lei rise afferrando il suo di telefono, ricambiò e sbirciai notando che stava salvando nuovamente il mio numero facendomi scappare un sorriso involontario.
"Mi hai segnata pecas? Ma sei seria?" esclamai alzando le braccia incredula e fece spallucce, scossi la testa incredula e la sentii avvicinarsi di nuovo alle mie spalle.
"Le tue foto sexy me le ricordo molto bene, c'era anche un video mi pare sì?" mi sussurrò provocandomi e spalancai la bocca ricordandomi di quella volta che avevamo girato un sex tape a casa mia, dopo la nostra folle notte a Parigi.
Mi girai verso di lei sconvolta pronta a disintegrarla con tutta la forza che avevo ma mi bloccai perché non potevo farlo, era semplicemente la donna più bella indipendentemente da tutto e non avevo neanche le forze di sfiorarla.
Benissimo.
"Stai flirtando con me?" dissi confusa con un sorriso divertito e mentre avanzava verso al mio viso manteneva gli occhi incollati sulle mie labbra, si fermò ad un millimetro da esse e no, neanche un uomo del cazzo aveva mai fatto una cosa del genere con me.
"Le auguro una splendida giornata, capo." bisbigliò sensualmente e strinsi i bordi della scrivania fortissimo fino a spezzarla quasi, non la lasciai con lo sguardo e serrai la mascella cercando di darmi una calmata ma non ci riuscii.
"Cazzo." sussurrai prendendo un lungo respiro profondo e continuai a sistemare le cose dando vita a questo ufficio vuoto, aggiungendo un po' di colore.

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