- academia.
raquel's pov.
Parigi, mon amour.
Sono stati giorni intensi ma dovevamo riprendere in mano la nostra routine, quindi eccomi qui pronta a studiare in biblioteca in assoluto silenzio.
Alicia si stava comportando normalmente con me ma inutile negare che c'era quella tensione che ci soffocava entrambe facendoci venire dei dubbi esistenziali.
Aprii il libro che avevo davanti e frugai nella mia borsa alla ricerca del mio astuccio con all'interno i miei evidenziatori, ne afferrai uno tracciando le varie parole in grassetto e non potei non notare lo schermo del mio telefono accendersi davanti a me.
Era Alicia.MESSAGGIO DA: pecas.
dónde estás?Le inviai una foto e mi visualizzò soltanto, scrollai i messaggi sulla nostra chat e un senso di tristezza mi invase perché comunque, non parlavamo come prima.
Eravamo un pochino bloccate e sospirai perché anche se facevamo finta di niente, e continuavamo la nostra vita, i cambiamenti nel nostro rapporto c'erano eccome.
Alzai lo sguardo vedendola arrivare e ai miei occhi risultava sempre bella, affascinante e così tanto autoritaria con quegli occhiali da vista sul viso, anche se quasi spesso indossava le lenti azzurre che facevano risaltare tantissimo il suo viso delicato.
"Hola." disse alzandomi la mano in segno di saluto e ricambiai, di solito mi dava un rapido bacio sulla guancia ma ora no, aveva smesso di fare pure questo gesto che amavo tanto.
"Ciao, tutto bene?" mormorai a bassa voce dato che comunque c'erano altre persone e annuì afferrando il suo computer, insieme al libro.
Avevamo pranzato separatamente e menomale che almeno, era qui con me in questo momento, si mise subito a lavoro lanciandomi un'ultima occhiata veloce e sospirai perché volevo allungare la conversazione, magari dirle una frase del cazzo che la facesse ridere.
"Ti sei persa una scena clamorosa in mensa comunq-" incominciai sogghignando ma mi bloccò alzando la mano, inarcai un sopracciglio confusa e prese a digitare frequentemente sulla tastiera scrivendo l'ennesimo documento word.
"Devo riordinare queste bozze di appunti entro stasera, puoi raccontarmelo dopo? Non voglio distrarmi ulteriormente." disse velocemente senza staccare lo sguardo dal pc e mi vennero le lacrime agli occhi per il suo menefreghismo, annuii mordendomi il labbro e continuai a sottolineare accorgendomi che una lacrima mi cadde sulla pagina in questione.
L'inchiostro se ne andò un pochino sbavando alcune lettere di una parola e sussultai perché non avevo il pieno controllo della tristezza, ma anche della consapevolezza che stavo provando.
E scattai.
Incominciai a riordinare tutte le mie cose mettendole dentro all'astuccio e a quel punto Alicia si bloccò guardandomi attentamente, misi tutto in borsa e la guardai dritta negli occhi non interessandomi se potesse vedermi in questo stato a causa sua.
"Mi sono appena ricordata che ho un'impegno urgente, ti dispiace? Ci vediamo domani qui in ogni caso. Buono studio." farfugliai velocemente e la vidi annuire sorpresa, ma non la smise nemmeno per un'attimo di guardarmi, sorrisi forzatamente e uscii percependo il suo sguardo bruciarmi la schiena, ma non mi girai a guardarla.
La sera si inoltrò velocemente e tolsi l'asciugamano che avvolgeva i miei capelli lunghi, li pettinai impeccabilmente ma dovetti smettere perché qualcuno suonò al campanello.
Benissimo.
Appoggiai la spazzola andando ad aprire e sullo stipite della porta c'era Alicia Sierra in tutto il suo splendore, era appoggiata contro e non appena mi vide mi sorrise debolmente.
"Ciao, Ali." mormorai cercando di mascherare il fatto che la sua presenza non mi toccasse e un magone sconosciuto mi si formò sullo stomaco, ma nonostante tutto mi misi di lato e la lasciai passare perché era tesa da morire pure lei.
"Pensavo mi chiamassi, pecas. Comunque come stai?" disse con un pizzico di fastidio nel dire la prima frase ma ormai avevo una paura immensa di sbagliare con lei e perderla, si tolse il capotto appendendolo nell'attaccapanni e qui poteva fare come se fosse a casa sua.
"Tutto bene." dissi tranquilla ritornando in bagno per asciugarmi i capelli e mi raggiunse, mi guardò attentamente mentre rendevo i miei capelli lisci come al solito e la guardai di sfuggita consapevole del fatto che avremo parlato eccome.
La conoscevo ormai.
Ed era venuta qui per questo perché Alicia Sierra arrivava sempre dritta al punto in ogni caso e non lasciava mai nulla in sospeso, voleva affrontarmi e stava trovando il momento giusto.
Spensi il phone mettendolo al suo posto e non aprì bocca limitandosi ad osservare ogni piccolo gesto che facevo, abbassai le maniche della mia felpa oversize aprendo il cassetto che avevo davanti e afferrai il mio tubetto di crema idratante che solitamente usavo quando percepivo la pelle secca, ne misi una buona quantità e spalmai delicatamente percependo il cuore battermi.
Veloce assai.
Non c'era un motivo.
Era la potenza del suo sguardo, dei suoi occhi magnetici che in qualsiasi momento afferravano il dettaglio giusto di ogni singola cosa, perché amava osservare, capire, studiare, agire.
"Quindi, che impegno avevi? Perché sei sparita, non mi hai cercata e sinceramente mi sono preoccupata." disse dopo un lungo silenzio e non mi meravigliai, era arrivato il momento di affrontarla e feci tutto in modo lento come il movimento delle mie dita sul mio viso giusto perché stavo formulando un discorso concreto nella mia mente e il mio obbiettivo principale era non litigare con lei ovviamente, perché tutto stava andando a puttane.
Ne ero consapevole.
"Ali, sinceramente avevo bisogno del tempo per prendermi cura di me stessa quindi sì il mio impegno era certamente questo. Non ti ho cercata non perché ho qualcosa contro di te ma in biblioteca ci sono rimasta male." le spiegai facendo spallucce e riordinai le ultime cose per poi scansarla e andare in cucina per un bicchiere d'acqua.
Avevo la gola bloccata, per l'ansia accumulata della giornata.
"Per quale motivo? Qué carajo hice yo? Mierda!" esclamò nervosa, quindi non ero l'unica che percepiva una strana tensione nell'aria, serrai la mascella appoggiando il bicchiere vuoto dentro al lavello e mi appoggiai contro al bancone guardandola in tutto il suo splendore.
Il suo splendore dannato dal suo stesso dolore.
"Sai che sono diretta, quindi siediti e parliamo come due persone civili perché l'ultima cosa che voglio da te non è litigare ma bensì trovare un punto d'incontro che ci permetta di salvare il nostro rapporto. Se non sei disposta a farlo quella è la porta Alicia, non ti obbligo a rimanere se non mi vuoi." dissi con tutta la calma del mondo e sospirò sedendosi nel mio divano, incrociò le gambe e con molta lentezza la raggiunsi sedendomi al suo fianco.
Le mie mani tremavano e lei ne prese subito una stringendola dolcemente, avevo lo sguardo abbassato come se fossi in castigo ma non era semplice.
Non è mai semplice affrontare un problema, un dubbio, un'atteggiamento sbagliato.
Non è mai semplice essere sinceri davanti a chi aspetta una tua spiegazione.
Ma dovevo farlo, perché è una mancanza di rispetto non farlo.
"È chiaro che dobbiamo mettere in chiaro alcune cose, quello che è successo a Parigi penso che sia la causa scatenante di molti problemi. Ma tutto accade per una ragione, no? Quindi.." mi disse sul vago guardandomi negli occhi e mi ci persi per quanto fossero belli, avevano un'intensità mai vista prima d'ora.
"Sì, esatto. Hai afferrato il punto come sempre quindi, diciamo che non mi è passato inosservato il tuo allontanamento nonostante ti avessi detto che in ogni caso non ti avrei lasciata andare così però vedi, non è facile. Non mi rendi più partecipe della tua vita Alicia perché? Sei la mia migliore amica indipendentemente da tutto e sembra che per te sono una sconosciuta, anche oggi ti stavo raccontando una cosa e mi hai bloccata." dissi facendo spallucce e a quel punto la presa sulla mia mano diminuì.
Quanto era complicata, diamine.
Lo è sempre stata.
Ma è proprio questo quello che mi fa impazzire, le cose semplici non mi si addicono.
Tutto mi annoia, le persone non dirette non mi entusiasmano e la mia capacità di cancellarle dalla mia vita è una cosa che ho sempre avuto anche da piccola, non tollero i torti.
La vita è troppo breve per sprecarla con cose e persone che ti succhiano energia, per nutrire rancore, per preoccuparsi di cose incontrollabili, per essere turbati per il passato o ansiosi per il futuro, per essere arrabbiati l'uno con l'altro, per essere prigionieri di pensare troppo, di fare qualcosa che non ami.
Non tollero la mancanza di rispetto.
"Vuoi la verità? Quello che ci è successo potrebbe.. aver contato qualcosa per me." disse guardando un punto fisso davanti a sé e sgranai gli occhi, mi morsicai il labbro inferiore forte trattenendomi nel parlare perché avevo paura di dire qualcosa di non consono né tantomeno coerente con questa affermazione.
Però cavolo, quanto è bella la sincerità.
"Quindi, dato che per me ha contato qualcosa non riesco più a vederti come una migliore amica perché sei passata oltre, di livello. Non è stata una scopata Raquel, mi sentivo di fare qualcosa di troppo forte con te. Mi sono lasciata andare, e anche tu, no?" aggiunse parlando in panico e strinsi la sua mano molto forte, accarezzandole le nocche tranquillizzandola.
"Io ero consenziente, non mi sono pentita. Sono stata bene con te." dissi facendo spallucce e lei a quel punto si alzò posizionando le mani sui suoi fianchi esili, si limitò a guardarmi alternando lo sguardo da un'occhio all'altro e mi sentivo annientata.
"Eri ubriaca, secondo me non ti ricordi un cazzo e sono stata un divertimento." disse arrivando finalmente dritta al punto e mi alzai di scatto, scossi la testa puntandole un dito contro e lei indietreggiò sbattendo contro al mio tavolo, non l'avevo mai vista così spaventata per una questione che riguardasse anche a me, e qui capii che dovevo essere io sincera.
"No, Alicia. Hey guardami." dissi afferrandole delicatamente il viso tra le mani e notai alcune lacrime segnare le sue lentiggini, si tolse gli occhiali appoggiandoli distrattamente sul bancone lasciandosi finalmente toccare dalla sottoscritta.
"Mi ricordo praticamente tutto, perché il mio volere nei tuoi confronti ha dissolto pure tutto quell'alcool del cazzo che mi scorreva nelle vene. Vuoi la verità? Fin dal giorno zero io non mi sono mai voluta divertire con te, mai." dissi decisa guardandola negli occhi e si calmò appoggiando la mano sopra alla mia, asciugai tutto il suo trucco colato e spostai la sua frangia perfetta per lasciarle un bacio sulla fronte dolcemente.
Era più piccola di me, anche se di poco.
Avevo un'istinto di protezione grandissimo, amavo prendermi cura di lei.
"Sai cosa ho pensato nel mentre che ti guardavo dormire l'indomani?" bisbigliai facendola arrossire subito e accarezzai il suo viso con il pollice tracciando la linea che aveva lasciato una sua lacrima, nonostante tutto però era ancora tesa assai.
"Non è solo carina, è diversa, lavoratrice, speciale, una di quelle donne che vengono solo una volta nella vita. Sei il sogno più bello ad occhi aperti che io abbia mai fatto." dissi dolcemente e i suoi occhi verdi brillavano dinanzi alle mie parole, guardò le mie labbra mordendosi le sue e lentamente si avvicinò appoggiando la sua guancia contro la mia.
"Sì, sono una sognatrice. Perché un sognatore è colui che riesce a orientarsi solo al chiaro di luna, e la sua punizione è quella di vedere l'alba prima del resto del mondo. Ma io ho preferito vedere te, non mi è proprio fregato un cazzo del sole perché tu illuminavi letteralmente tutto quanto, quindi.." le spiegai sentendo il suo respiro accelerato nell'avermi così vicina e accarezzai la sua coda stringendola ulteriormente a me, ma si staccò per cercare la verità nei miei occhi e la trovò tutta quanta, perché mi sorrise dissolvendo tutto il suo caos.
"Quante volte abbiamo parlato di te? Di quanto non ti sei sentita all'altezza? Troppo spesso hai aspettato l'approvazione degli altri per riconoscere finalmente il tuo valore, troppo spesso hai aspettato il loro consenso per riempire la tua completezza, troppo spesso hai lasciato che la loro accettazione o mancanza determinasse i tuoi passi. Ma sei sempre stata il catalizzatore anche senza di loro, e avendoti avuta finalmente posso dire che l'ho capito però, mi rendo conto che sono parole forti." dissi mettendo le mani in avanti per prevenzione e questa volta lei accarezzò il mio di viso, ne percosse ogni lineamento con le dita e osservai i suoi occhioni verdi che avevo sempre adorato con tutta me stessa.
"Molte persone possono desiderarti, molti adoreranno l'idea di te. Molti saranno attratti fisicamente da te e molti cercheranno di usarti. Molti saranno attratti dalla tua energia, a molti piacerà corteggiarti. Ma tutti non possono amarti con devozione e tu meriti di essere amata con devozione." sussurrò scandendo bene ogni parola e strinsi la sua vita facendole fare due passi verso di me, il mio seno sfiorò piano il suo e tramite la felpa percepii i miei capezzoli diventare turgidi per quanto fosse bella.
Normalizza non permettendo alle persone di prenderti in giro con segnali contrastanti.
Se qualcuno ti guida e non riesce a impegnarsi completamente con te, è un grosso campanello d'allarme.
L'indecisione è una decisione e meriti di meglio, meriti qualcuno che sia sempre certo, coerente e che scelga te, qualunque cosa accada.
Alicia stava per caso scegliendo me? Perché si stava impegnando.
"Penso la stessa cosa per te, lo sai." bisbigliai guardando fisso le sue labbra e in questo momento mi sentivo Adamo che stava per compiere il peccato originale che l'avrebbe segnato a vita perché, avevamo ammesso che in qualche modo ci volevamo.
Ho l'abitudine di rendere ciò che disallinea come un segno, guardare ciò che scorre come un messaggio, tutto ciò che accade nella mia vita e tutto ciò che non accade non è casuale.
Non forzo ciò che resiste, ho imparato e crescere attraverso le diverse onde che vanno e vengono anche se sono negative, e mi soffocano.
"Cosa vuoi che faccia? Vuoi tempo?" dissi vedendola avvicinarsi alla mia bocca ma la deviò spostando i miei capelli di lato, baciandomi lentamente l'orecchio facendomi percepire il suo respiro, aveva la necessità di toccarmi e passò delicatamente entrambe le mani dalle mie spalle facendole scorrere sulle mie braccia esili.
"Besame." disse dopo un lunghissimo silenzio e detto da lei in questo modo così diretto mi fece venire le farfalle sullo stomaco, non mi ero mai sentita così ed era.. bello.
Sorrisi per poi diventare seria quasi subito e mi avvicinai alle sue labbra rossissime, sicuramente per il freddo e le lasciai un timido bacio perché non la conoscevo, stavo imparando ad analizzare ogni aspetto estetico e avevo paura di perdere il controllo.
Chiusi gli occhi facendomi scappare un piccolo ansimo e strinsi i suoi fianchi forte strappandole un mugugno di dolore, ma mi lasciò fare perché avevo notato che il fuoco dominante ero io.
Ci baciammo marchiando ogni millimetro delle nostre bocche e non appena ricevetti la sua lingua calda per cercare la mia andai in paradiso in automatico, Alicia circondò il mio collo con le braccia attaccandomi al suo viso per non farmi staccare e avanzai in modo tale che potessi imprigionarla nel bancone della cucina.
"Voglio.." disse sulla mia bocca ma ero talmente presa da lei che la sentivo a stento, il calore della casa ci avvolse facendoci sentire protette e disfai un pochino la sua coda lunga perché volevo toccarla da tutte le parti, affamata letteralmente della sua energia latente.
"Raquel." mi richiamò cercando di bloccarmi e le mordicchiai la mascella, scendendo verso al suo collo magro dove le lasciai un lungo bacio, staccandomi con il fiatone.
La donna davanti a me aveva le pupille dilatate ed era meravigliosa.
"Voglio andarci, molto piano. Sono concentrata con l'Academia, con le esercitazioni, entiendes? Senza fretta." disse mettendo in chiaro le cose e annuii inarcando poi un sopracciglio avendo la mia battuta pronta come sempre, per smorzare la tensione.
"Ovvio, mi sembra il minimo dopo che mi hai palesemente descritta come un pokémon che sale di livello, scende, si evolve e aia!" urlai dato che mi diede un colpo sul braccio e scoppiammo a ridere entrambe, il suo sorriso era così bello e dato che potevo baciarlo non me lo feci ripetere due volte ovviamente.
Le lasciai altri baci stringendo i suoi capelli rossi con una mano e intrecciammo di nuovo le nostre lingue, le scappò un gemito e intrufolò le mani sotto alla mia felpa tracciando con le unghie il mio addome, mi ero allenata da morire a causa sua ultimamente e gemette di approvazione.
Molto bene, Sierra, ecco che scopro un'altro punto debole che ti riguarda.
"Non voglio dire nulla a nessuno, ci stai?" disse timidamente e la guardai, ci pensai un pochino su e andava bene così, se ipoteticamente doveva nascere una relazione almeno avevamo delle consapevolezze diverse.
"Ci sto, tranquilla." mormorai stampandole un bacio e sorrise, strinsi la sua mano trascinandola in camera e alzò gli occhi al cielo, era bellissima e si sciolse i capelli facendoli ricadere sulle sue spalle, volevo avere un momento di pace con lei senza distrazioni attorno.
"Sei assurda, cosa vuoi da me loca?" disse ridendo e si sdraiò al mio fianco, chiusi gli occhi indicandomi con l'indice le mie labbra e sbuffò una risatina, aspettai vari secondi e poi sentii le sue labbra incontrare le mie, erano così calde, invitanti, amavo il suo sapore.
"Voglio te." bisbigliai con vocina esile e si tolse le scarpe, le lasciai un minimo di controllo e si posizionò non del tutto sopra di me ma comunque era sopra, accarezzai il suo viso mentre le rubavo non so quanti baci ed eravamo così in pace.
In silenzio, c'era anche qualche mia candela accesa sparsa e il verde dei suoi occhi era acceso come se dentro le iridi avesse due palle infuocate, morsicai le sue labbra e lentamente si abbassò incominciando a baciare il mio collo, chiusi gli occhi spalancando la bocca ansimando sottovoce rendendomi conto che questa donna, è tutto quello che voglio sul serio.
"Sei sicura?" dissi ad una certa avendo ancora dei piccoli dubbi e Alicia appoggiò il dito sulle mie labbra, si abbassò lasciandomi un lunghissimo bacio e poi ci guardammo.
"Sì, Raquel e per favore, non chiedermelo più." disse seria e annuii un pochino terrorizzata, si riattaccò al mio collo facendomi rilassare e accarezzai i suoi capelli con una voglia frenetica di sentirla dentro di me nuovamente ma scacciai questo pensiero.
Non facemmo nulla limitandoci a baciarci e si appoggiò sul mio cuscino per guardarmi attentamente, l'osservavo nella penombra realizzando che era la cosa più preziosa che avevo e tolsi una ciocca dei suoi capelli mettendoli dietro all'orecchio.
Mi guardò con un'abisso unico e mi sentivo davvero cenere dinanzi a tutto il fuoco che si era risvegliato perché, sembrava che stesse cambiando.
Avevo trasformato la sua sofferenza in passione.
Ne ero già in balia.
"Devo andare, sennò si fa tardi." disse a bassa voce senza smettere di guardarmi e annuii lasciandole già tutto lo spazio che necessitava, si alzò legandosi i capelli in una mezza coda che le stava davvero bene, andammo poi in soggiorno e si mise il capotto indossando nuovamente gli occhiali da vista, stringendo con una mano le chiavi della sua macchina.
"Ci vediamo domani, buonanotte." dissi osservandola uscire e mi appoggiai sullo stipite della porta con il mio labbro inferiore tra i denti, mi sorrise scendendo un gradino e il freddo pungente mi fece rabbrividire ma tremai sul serio, quando si girò nuovamente.
Si avvicinò fino ad arrivare vicinissima al mio viso e mi diede un lungo bacio sulle labbra che dissolse tutto il gelo che stavo provando, ma lo sciolse con questo gesto così inaspettato.
Ricambiai ovviamente il bacio facendolo durare vari secondi e quando si staccò mi accorsi che avevamo entrambe gli occhi ancora chiusi, la lasciai andare non perdendola di vista fino a quando non si sedette in macchina lanciandomi un ultima occhiata.
Ogni cosa ha il suo tempo.
E questo, era un nuovo capitolo.
Il nostro capitolo.
Della nostra storia.
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utopia
Fanfic• RALICIA. (gxg) In un rapporto, c'è una profondità maggiore più di quanto pensiamo o utilizziamo. Nessun luogo, anche l'ignoto può trattenere l'amore in tutte le sue forme, anche nell'entroterra. 𝘓'𝘈𝘤𝘢𝘥𝘦𝘮𝘪𝘢, un mondo immenso dove due anime...