12. inspectora

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- academia.

alicia's pov.

Un mese passò dal giorno zero.
Da quel fatidico bacio che ha cambiato tutto, che ha ribaltato la mia vita.
Io e Raquel ci stavamo frequentando e le cose erano abbastanza serie, non c'era nessun'altra persona nella mia vita e lei era al centro di tutto.
Ci limitavamo a parlare, conoscerci più di quanto ci conoscevamo già e non eravamo andate oltre perché eravamo dell'idea che quello che era successo a Parigi era stato troppo.
Vidi proprio lei arrivare da lontano e aveva degli occhiali da sole in viso, la sua giacca di pelle e il suo fisico era slanciato, alzai la mano attirando la sua attenzione e mi raggiunse dandomi un bacio sull'angolo della bocca velocemente.
"Giorno, pecas." disse al mio orecchio e arrossii come una bambina, strinsi il suo braccio tracciando appena il polso con le mie unghie e andammo verso la macchinetta per un caffè rigenerante, le persone stavano andando in aula ma avevamo ancora un pochino di tempo.
"Tutto bene? Ieri ho visto che eri online alle due del mattino." disse appoggiandosi contro quest'ultima in tutto il suo splendore e mi sorrise guardandomi amorevolmente, non aveva un tono di voce accusatorio ma dovevo sempre darle quella sicurezza.
"Ho pulito casa, poi mi sono fatta un bagno rigenerante e mi sono messa a riordinare i miei appunti dato che non lo facevo da molto." dissi scegliendo il mio solito caffè e aspettai incrociando le braccia al petto, Raquel non parlò e mise la testa di lato borbottando sottovoce.
"Sentiamo, perché ora avresti il broncio?" aggiunsi con un sopracciglio inarcato e mi regalò un sorrisetto malizioso, era assurda e non mi era passato di certo inosservato il fatto che l'avevano già salutata dieci persone ed era qui dentro da neanche venti minuti.
Assurdo come tutti fossero attratti da lei.
"Perché lei, caro ispettore ha deciso di prendere una decisione di vitale importanza che ha attirato.. come dire, la mia attenzione?" disse facendo finta di pensarci e sbuffai perché doveva sempre fare l'idiota in qualsiasi contesto, ma era proprio questo il bello di Raquel.
"Mi illumini allora, se ho in qualche modo disubbidito al protocollo me lo faccia presente e non so.. negoziamo." sussurrai provocandola e intanto i miei occhi stavano girovagando in tutta la sala, in tal caso ci vedesse qualcuno.
Raquel invece era proprio nel suo mondo guardandomi con occhi sognanti ma serrò la mascella avendo sicuramente avuto la mia stessa idea perché si allontanò mettendosi davanti a me per scegliere il suo caffè e sfiorai i suoi capelli richiamando la sua attenzione.
"Molto egoista da parte tua fare il bagno da sola." disse ritornando a provocarmi e girò il cucchiaino di plastica dentro al suo bicchiere, risi per la sua frase e feci spallucce con un pochino di imbarazzo ma stavamo gestendo la cosa.
"La prossima volta, ti chiamerò." dissi facendole l'occhiolino e mi guardò attentamente arrivando ad un centimetro dal mio viso, si porse verso al mio orecchio e chiusi in automatico gli occhi inspirando il suo profumo intenso, Dio volevo averla tutta per me oggi.
"Sarò un'ispettrice, posso scassinare qualsiasi cosa e intrufolarmi dentro casa tua e coglierti di sorpresa." bisbigliò sensualmente e le mie guance andarono a fuoco, mi maledii mentalmente perché oggi avevo deciso di indossare le lenti blu e non gli occhiali.
Feci per risponderle ma Raquel si staccò velocemente notando i nostri amici arrivare, finì il suo caffè gettando il tutto nel cestino e sorrise a Monica dandole un bacio sulla guancia.
Il problema non era lei, perché era felicemente fidanzata.
I miei occhi si posarono su Alberto che incominciò a parlarci senza pudore e notai le sue mani del cazzo toccare il suo corpo scherzosamente, mi dava fastidio che trovasse ogni pretesto per toccarla come se le appartenesse.
Non riuscivo a capire se la mia era gelosia nei suoi confronti o solo perché questo pezzo di merda non mi piaceva, era violento e prendeva di mira tante persone fragili solamente per sentirsi il re del mondo.
Infatti non lo guardai nemmeno, perché era palese il fatto che volesse la mia mora a tutti i costi ma Raquel non gli dava nessun tipo di considerazione anzi, in questo momento la sua mano stava sfiorando delicatamente la mia e percorse le mie dita con le sue.
"Angel non ha passato l'ultimo esame quindi lo deve ridare a breve." disse Monica dandogli una breve pacca sulla spalla e quest'ultimo alzò gli occhi al cielo, risi leggermente e non appena mi girai verso Raquel notai che già mi stava guardando sorridendo come un'ebete.
"Mi ascolti? Cazzo Raquel, sei sempre nel tuo mondo ma si può sapere che hai?" disse Alberto confuso e feci finta di niente, la sentii solamente sbuffare di disapprovazione e lo congedò venendo al mio fianco, dovevamo andare in aula e non aprii bocca sedendomi al mio posto.
La mora venne al mio fianco spostando la sedia elegantemente e incrociai le gambe un pochino infastidita per il fatto che questo lurido stronzo non si arrendeva mai con lei.
"Buongiorno ragazzi, prima di incominciare la lezione volevo informarvi che per un mese sarete impegnati con un caso abbastanza complesso. Infatti se guardate sotto ai vostri banchi c'è un fascicolo, la cosa bella di tutto questo? Dovete scegliere un partner e svolgerlo insieme, il prossimo mese ne riparleremo, mentre chi non ha superato l'esame dovrà ridarlo." disse il professore estasiato e mi si illuminarono gli occhi, abbassai la testa afferrando il fascicolo e mi sarei divertita parecchio per questa esercitazione, era da un po' che non lo facevamo ma avendo superato anche gli esami pratici dedicati alla forza fisica questo impegno lo accettavo più che volentieri.
Sfogliai le pagine osservando le varie foto e gli appunti per vari minuti e mi arrivò un bigliettino facendomi sussultare, lo scartai e inutile riconoscere la scrittura della donna al mio fianco.

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