raquel's pov.
La limerenza è uno stato cognitivo ed emotivo caratterizzato da intenso desiderio per un'altra persona, il termine fu coniato dalla psicologa Dorothy Tennov per descrivere lo stadio finale, quasi ossessivo dell'amore romantico.
Ero confusa, letteralmente come una persona che ha ingerito una quantità industriale di alcool e non aveva le forze per creare un pensiero costruttivo.
E questo mi faceva innervosire, non ora che mi trovavo a lavoro e stavo organizzando con Suarez un colpo decisivo che ci avrebbe aiutati a concludere questo macello.
Alicia invece era arrivata da poco, fasciata con uno dei suoi soliti abiti firmati addosso, cuciti letteralmente su misura sul suo fisico slanciato e così snello che ne ero in balia come sempre.
"L'opinione pubblica è tutto ciò che conta, i servizi segreti stanno aspettando che le voci smettano di circolare." disse Tamayo parlando al telefono e non si preoccupava neanche del fatto che qualcuno potesse sentirlo, lo guardai lasciando perdere un'attimo il mio amico che mi stava elencando la tipologia di pistole che avrebbe dovuto usare.
Era una mia particolarità, fin dai tempi dell'Academia studiavo ogni singola persona, ogni comune mortale che intralciava il mio cammino.
E al mio fianco ovviamente, avevo una persona maniacale tanto quanto me, perché Alicia nei panni della mia migliore amica era proprio tutt'altro mondo, quando le cose si sono ribaltate in tutti i sensi il suo cuore di ghiaccio si è un pochino sciolto.
Mi ha insegnato tante cose, ci siamo studiate a vicenda e anche nel nostro meraviglioso letto abbiamo discusso, abbiamo litigato, e abbiamo fatto la pace un milione di volte.
I miei occhi si spostarono proprio su di lei in questo momento e le sue mani erano impegnate a scartare una caramella, aveva preso come al solito quelle frizzanti e mi scappò un piccolo sorriso perché ero sicura che aveva la sua solita mania di controllo di andare dal dentista per controllarsi ogni singolo dente.
La vedevo cambiata in ogni caso, se prima percepivo un gelo addosso ora sentivo tutta la siberia congelarmi ogni singola cellula, dopo aver confessato di suo marito nessuno osava disturbarla e tutti svolgevano il loro lavoro in assoluta professionalità.
"La sicurezza nazionale non è tutto ciò che conta." dissi rivolgendomi a Tamayo una volta che mi raggiunse e alzò gli occhi al cielo sbuffando, incrociai le braccia al petto e oggi era semplicemente una giornata dove la tensione mi stava avvolgendo una corda nella gola e a lungo andare stringeva sempre di più.
"Murillo, non sono in vena di queste stronzate! Se ancora non ti è chiaro il concetto vorrei che questa rapina giunga al termine." disse togliendosi la giacca e si versò del caffè in un bicchiere di carta, scossi la testa infastidita e mi attorcigliai i capelli in una matita presa a caso.
"Raquel, quindi cosa ne pensi? Agiamo?" disse Raul serio e annuii subito contraendo la mascella, mi alzai per vedere meglio la cartina dall'alto e ormai l'end game stava per iniziare.
"Assolutamente, avete il mio consenso. Fate tutto quello che ritenete giusto." dissi decisa e Suarez ordinò ai colleghi di raggiungerlo, tra di loro notai pure Matias che prima di uscire diede un lungo bacio sulla guancia della rossa e lei gli strinse il braccio muscoloso forte assai.
Dal suo labiale capii:"Prova a metterti nei guai e ti do un calcio sulle palle."
Mi scappò un piccolo sorriso involontario e lui mi beccò in pieno, mi fece l'occhiolino facendomi sussultare e uscì sistemandosi impeccabilmente il giubbotto antiproiettile nel petto.
Dovevo parlarle.
Avevo bisogno di un suo consulto.
Mi avvicinai facendo rumore con i miei stivali e inutile dirlo ma lei si accorse della mia vicinanza tant'è che smise di scrivere bloccandosi come una statua, non alzai neanche mezzo dito e prima di aprire bocca presi un lunghissimo respiro profondo.
"Sierra, possiamo parlare un'attimo?" dissi con il mio tono professionale e si girò appena annuendo con la testa, si alzò in tutta la sua altezza e andammo nel retro della tenda, ormai era diventato il "nostro" posto anche perché non veniva praticamente nessuno qui.
"Era necessario venire qui?" sbottò nervosa e non le risposi limitandomi a guardarla, aveva indossato le sue lenti a contatto azzurre ed era da un po' che non lo faceva perché era un suo vizio del passato.
Le piaceva cambiare stile e mi ritrovai a squadrarla lentamente.
Quanto eravamo cambiate, quanto eravamo donne.
Le sue occhiaie erano un pochino evidenti sul viso e le sue lentiggini erano al solito posto, mi soffermai a guardarle e dovevano essere raddoppiate.
Ormai il ricordo di me che gliele contavo era un pochino sbiadito e faceva male.
Erano passati troppi anni, troppo tempo, eravamo andate troppo troppo avanti.
"Secondo te l'idea di intervenire adesso è giusta? Volevo sapere il tuo punto di vista perché comunque hai parlato con il rapinatore e penso che tu abbia già un quadro completo sulla sua persona, su come potrebbe essere. Comunque sì, volevo parlartene qui perché Tamayo è troppo nevrotico ultimamente." dissi abbassando la voce e volevo sempre sentire il suo punto di vista, come quando facevamo le esercitazioni insieme.
Gli esami andavano così bene quando studiavamo insieme, perché mi piaceva premiarla con i baci e poi lei, con il suo atteggiamento perfettino e severo mi faceva impazzire.
Era la solita Alicia Sierra maniaca del controllo.
La mia ex migliore amica, la mia ragazza e in assoluto l'amore della mia vita.
"Beh sì, in questo momento loro sono allo scoperto. Abbiamo intercettato la loro linea, non possono neanche più comunicare e sono fottuti davvero. La negoziazione l'ho vinta io in ogni caso perché dal momento che abbiamo trovato vari compromessi e poi si sono scavati la fossa da soli, questo mi fa pensare che non ho sbagliato nulla. Attaccarli ora è astuto, perché nel mentre che loro pensano a come risolvere i nostri problemi, non sanno che c'è n'è un'altro in arrivo ancora più grande." mi spiegò senza nessun tipo di emozione nella voce e mi limitai a guardare le sue labbra rosse muoversi, era diventata ancora più bella ultimamente.
Come se la sofferenza la nutrisse in ogni secondo, era il suo antidoto contro tutto.
Mi portai una sigaretta tra le labbra e mormorai annuendo, oggi stranamente era una splendida giornata e il sole faceva risaltare il rosso dei suoi capelli.
Era sempre così perfetta che mi veniva da piangere.
"Penso anche io che tu non abbia sbagliato nulla. Tranne per una cosa." dissi con un tono di voce tremolante e averla così vicina mi rompeva il cuore in mille pezzi, non appena si rimarginava e la vedevo fissarmi con i suoi occhi magnetici il processo si ripeteva.
All'infinito.
Alicia incrociò le braccia al petto incredula e sorrise appena nel sentirmi perché quando usavo questo tono accusatorio ovviamente era per litigare, ma il problema era che io non volevo discutere con lei, volevo farle capire che avevo sofferto tanto.
"Illuminami, perché sappiamo benissimo che sono la negoziatrice migliore di tutta la Spagna e svolgo questa professione da molto tempo. Sono nata per fare questo e lo sappiamo benissimo io e te." disse serrando la mascella e non volevo rinfacciarle il suo lavoro, perché come darle torto, non avevo proprio nulla per obbiettare e dire il contrario altrimenti sarei stata davvero folle.
"Non è questo, ma penso vivamente che ammettere di aver finto degli orgasmi è stato un colpo davvero basso per me. Non puoi essere seria." le confessai alzando le braccia incredula e le feci ricadere nei miei fianchi, Alicia mi guardava come se fossi venuta da Marte e poi, mi scoppiò a ridere sonoramente in faccia.
Ma che diavolo?
La guardai e questo era da sempre stato il mio suono preferito, aveva un sorriso davvero meraviglioso e mi scappò un sorriso in automatico come sempre.
"Ho distrutto il tuo povero ego? Già il fatto che tu me lo stia dicendo allora, mi fa capire che ci sono riuscita eccome." aggiunse dopo essersi ripresa e la guardai studiando appieno la persona spregevole che era diventata, come dovevo comportarmi?
Ero capacissima anche io, di farla crollare eccome.
"Non c'entra il mio ego, conosco il mio valore e per quanto mi riguarda era per farti notare quanto puoi essere piccola al mondo. Hai mirato ad una cosa dove ne hai tratto solo beneficio in passato dalla sottoscritta." dissi asfaltandola e fece spallucce mentre facevo un passo verso di lei, camminando lentamente.
Notai alcune persone guardarci e senza pensarci neanche due volte afferrai il suo polso esile trascinandola più lontana, non volevo che nessuno parlasse di noi due.
Ed eravamo abituate a fare le cose di nascosto.
Ci sono così tante tasse nascoste quando non presti attenzione ai segnali, respingere la tua intuizione diventa più costoso ogni volta che la ignori.
"E ora cosa vorresti fare? Dimostrarmi che mi sbaglio? Perché lo sai benissimo cosa cazzo abbiamo fatto in passato, e se devo essere sincera mi sono divertita comunqu-" ringhiò contro di me e per la prima volta dopo anni mi avvicinai ad un centimetro dal suo viso facendola sussultare, i suoi occhi si sgranarono e fissò le mie labbra in automatico mentre il suo petto si arrossava di poco.
Era paradisiaco vederla in questo stato per me.
"Ti sei divertita certo, ma nessuno sarà mai come me. Questa è la tua condanna più grande, avere questa consapevolezza che non ti fa dormire la notte, perché mi hai persa, e non potrai mai più avere una come me!" urlai con le lacrime agli occhi e affondò le unghie sul mio polso come faceva quando voleva dimostrarmi che mi sentiva solo e unicamente sua, mi fece un gran male e mi tolsi bruscamente dalla sua presa.
La compatibilità spirituale è estremamente importante nelle relazioni.
Qualunque cosa significhi o non significhi per te.
"Non ti azzardare minimamente a farlo, sono guarita. E guarire non significa diventare la versione migliore di te stesso, si tratta di amare ogni versione di te che sei dovuto diventare lungo la strada per essere qui oggi ancora a fiorire, crescere, sopravvivere. No necesito a alguien que vea lo bueno que hay en mí. Necesito a alguien que vea lo malo y de todas maneras me quiera." dissi facendo fuoriuscire tutto quello che avevo da dirle, le mani incominciarono a tremarmi e mi toccai il viso nervosamente con la rabbia che scorreva impetuosa nelle mie vene.
Mi sentivo inarrestabile.
"Vuoi dare la colpa solo a me per il fatto che ci siamo lasciate? Anche tu sei andata avanti ed io ho fatto lo stesso, non ne hai idea di quello che ho provato e non sai minimamente cosa mi è successo!" urlò alzando tantissimo la voce e dopo vari secondi sussultò rendendosi conto che stavamo urlando come due isteriche, ci guardammo attorno e alcune persone erano in pausa.
Sospirai perché non eravamo cambiate di una virgola e feci dei lunghi respiri profondi mentre lei abbassava la testa mordendosi forte il labbro inferiore fino a farsi male ed io ero in balia di questo gesto che stavo guardando insistentemente.
"Abbiamo conti in sospeso a quanto pare, perché è incredibile come non riusciamo ad affrontare una conversazione civile come due persone mature." dissi pacatamente e alzò gli occhi al cielo, mi guardò studiando ogni mia minima espressione facciale possibile e ci fissammo come se volessimo ucciderci a vicenda.
"Ieri abbiamo parlato senza problemi, perché non possiamo farlo anche ora?" le dissi usando un tono di voce più amorevole e sfiorai nuovamente la sua mano come avevo fatto nel locale, non sapevo nemmeno io del perché ma volevo che in qualche modo il mio tocco l'aiutasse a stare bene e non a ferirla ulteriormente.
Alicia seguì il mio gesto e fece qualche passo all'indietro, fece per rispondermi ma sentimmo delle urla in lontananza e vari spari, strinsi istintivamente la pistola che avevo nella mia cintura e ci guardammo negli occhi ritornando nella tenda.
"Dove cazzo eravate? C'è in corso una sparatoria! Sono morte due persone." disse Tamayo furioso in piena crisi e sgranai gli occhi guardandomi attorno, la rossa intanto si mise al mio fianco con la bocca spalancata e tutto tremava attorno a noi, qualcosa si era smosso e pensai ai miei amici, ai miei colleghi che erano lì dentro.
"Matias? Sta bene? Datemi sue notizie!" urlò Alicia in panico e si avvicinò a Martinez per sapere qualcosa ma Tamayo ovviamente strinse molto forte il suo braccio bloccandola come se potesse rovinare tutto quanto.
Scattai subito mettendomi in mezzo e la spinsi dietro di me, l'avevo sempre protetta da tutto anche se non aveva problemi a difendersi da sola, certamente.
"Tamayo non fare il pezzo di merda, e per queste operazioni me ne occupo io quindi fatti da parte! Non puoi essere d'accordo su determinate cose, illuderci e poi fare finta che non sia successo nulla." ringhiai facendo calare un silenzio assordante e diedi l'ordine al ragazzo davanti a me di mettersi in contatto con la squadra all'interno.
Poi successivamente mi voltai verso la rossa e le regalai un piccolo sorriso che venne ricambiato appena, volevo in qualche modo che fosse più tranquilla.
Ma non fu così perché dopo non aver ricevuto risposta vidi il suo corpo snello uscire dalla tenda per prendere aria, sospirai perché a quel ragazzo ci teneva veramente tanto e decisi di raggiungerla trovandola ferma davanti alla banca con lo sguardo fisso su di essa.
"Alicia, togliti da davanti alle finestre cazzo. Potresti seriamente farti del male." dissi afferrandola per i fianchi delicatamente come avevo sempre fatto e le vennero i brividi per come l'avessi colta di sorpresa.
Si voltò guardandomi e le persone attorno a noi stavano urlando per altri spari, la mia attenzione venne attirata dai nostri blindati che stavano correndo verso l'entrata e fecero irruzione non aspettando neanche un minuto di più.
"Penso proprio che abbiamo vinto noi." mi sussurrò dopo vari minuti indicando un'uomo che sventolò una bandiera bianca dal tetto e ci voltammo in contemporanea guardandoci negli occhi, avevamo lavorato nonostante il nostro rancore e avevamo risolto questo caso.
Puoi trovare la bellezza nella tua vita quotidiana cambiando la tua prospettiva, cercandola attivamente e coltivando intenzionalmente l'apprezzamento: in questo senso la bellezza è veramente negli occhi di chi guarda, devi semplicemente cercarla e identificarla.
Ma stavamo pensando alla stessa cosa evidentemente perché glielo leggevo negli occhi e anche per me era lo stesso: ci saremo perse di nuovo?
L'amore non ti lascia mai.
L'amore ha molte forme, cambia costantemente forma per aggirare le barriere che creiamo per esso.
Creiamo un falso senso di separazione dall'amore quando permettiamo a veli illusori come l'abbandono, il rifiuto, l'indegnità di impedirci di vedere la sua presenza.
Però una volta che sei completamente nella tua corsia, non ti aspetti che nessun altro si muova come ti muovi tu.
Non ti aspetti di essere capito.
E non ne hai bisogno.
Perché capisci te stesso e sai perché fai quello che fai.
Guardai le sue labbra rosse mentre lei faceva lo stesso alternando però lo sguardo dalla mia bocca ai miei occhi e per la prima volta dopo tanti anni avevo una voglia malsana di assaggiare nuovamente il suo sapore.
Fece un'altro passo verso di me stringendo piano il mio braccio un pochino terrorizzata da quello che ci stava accadendo ed eravamo vicinissime, non appena i nostri nasi si sfiorarono Tamayo ci richiamò facendoci staccare bruscamente.
Una parte fondamentale del ritrovamento di se stessi è capire chi non sei, rimuovere le parti che hai assunto o a cui ti sei adattato per gli altri, disimparare credenze e abitudini limitanti e rimuovere il superfluo per mostrare l'autentico, perdere strati per rivelare il sé.
Il mio cuore stava per esplodermi talmente batteva veloce e i nostri colleghi uscirono dalla tenda, mi girai vedendo Alicia correre verso Matias gettandogli le braccia attorno al collo abbracciandolo calorosamente, era ridotto un pochino male però era incredibile il sorriso che aveva sulle labbra.
"Abbiamo vinto!" urlò Suarez raggiungendomi e mi prese in braccio facendomi fare un paio di giravolte, risi pensando a quanto eravamo liberi ora e il sole colpiva il mio viso facendomi chiudere gli occhi mentre alcune ciocche di capelli mi andavano davanti.
Non appena mi mise giù, Alicia era davanti a me e mi porse la sua mano.
La guardai serrando le labbra in una smorfia dura e l'appoggiai sopra alla sua in modo tale che potessimo stringerci anche i polsi, era un saluto che si faceva tra gli ispettori e sopratutto tra i vari giuramenti in Academia.
La strinsi fino a farmi male sul serio.
Questa stretta di mano, la nostra stretta di mano, è stato un bellissimo momento di chiusura, un "grazie" non detto ma neanche sussurrato con lo sguardo negli occhi che significava che tutto era stato forse perdonato.
Quante volte le avevo stretto la mano mentre passeggiavamo nelle strade, o a quando si sfioravano la prima volta che ci stavamo frequentando involontariamente, per non parlare di quando mi cercava durante la notte per sentirsi più al sicuro.
Quante volte, mi ero svegliata al suo fianco e le nostre dita erano intrecciate.
Il danno che ci eravamo fatte a vicenda non poteva mai misurare l'amore e la gioia che portavamo nelle nostre vite molti anni prima.
Questo è stato l'addio perfetto prima che ci separassimo per sempre e iniziassimo le nostre nuove vite diverse, per l'ennesima volta.
L'avrei rivista? Le avrei parlato di nuovo?
I suoi occhi non erano più senza emozioni però, perché vedevo un pizzico di speranza e mi lasciò la mano facendo un pochino di resistenza nella presa come se non volesse lasciarmi di nuovo, si allontanò da me e impossibile non notare le lacrime nei nostri visi.
Dovevo ricominciare a dimenticarla, a sradicarla dal mio cuore nonostante non avessi risposte nella mia vita ma sentivo una sensazione dentro di me: le avrei trovate.
Almeno, questo era il piano.

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utopia
Fanfiction• RALICIA. (gxg) In un rapporto, c'è una profondità maggiore più di quanto pensiamo o utilizziamo. Nessun luogo, anche l'ignoto può trattenere l'amore in tutte le sue forme, anche nell'entroterra. 𝘓'𝘈𝘤𝘢𝘥𝘦𝘮𝘪𝘢, un mondo immenso dove due anime...