raquel's pov.
Con che coraggio mi presentai a lavoro, non lo so nemmeno io.
Madrid era come al solito meravigliosa di buon mattino e sgaiattolai nel mio ufficio rendendomi conto che la porta di Alicia invece era chiusa.
Magari non è ancora arrivata, no?
Quello che era successo a casa sua non mi aveva fatto dormire per tutta la notte, avevo delle occhiaie assurde che avevo cercato di coprire con una buona dose di trucco e non era neanche mio solito truccarmi così ma dovevo rimediare questa situazione disastrosa.
E vaffanculo.
Mi sedetti nella mia poltrona rilassandomi, controllai ogni singola cosa cercando di organizzarmi appieno per le prossime cose da fare e intanto bevvi dalla mia tazza sperando che la caffeina agisse sul mio corpo.
Alicia aveva una figlia.
Inutile dire che era seriamente una bambina bellissima, aveva i suoi stessi occhi, già delle piccole lentiggini con appreso una curiosità assurda che avevo notato fin da subito.
Non pensavo avesse davvero avuto il coraggio di farsi una famiglia, era andata così tanto avanti che il cuore mi si ruppe per la milionesima volta perché vedermi questa verità palesarsi era come uno schiaffo immenso che mi faceva rimanere di merda.
Ricordiamoci anche, che la stavi per baciare.
"Zitta, coscienza." borbottai parlando da sola e scrissi alcune cose nel mio computer, mentre digitavo mi bloccai percependo un rumore di tacchi assordante e mi paralizzai, non uscii dal mio ufficio per nessuna ragione al mondo perché non avrei sicuramente avuto la capacità di intendere e di volere se l'avessi vista.
Mi buttai sul lavoro per non lanciarmi dal terzo piano e passarono alcune ore dove avevo evitato la rossa come la peste, mi ero occupata delle lezioni e non appena il mio stomaco annunciò che avevo bisogno di nutrimi andai nell'apposita sala mensa.
Sciolsi i miei capelli massaggiandomi un'attimo la cute avendoli legati da tutto il giorno e Monica mi raggiunse facendomi un cenno con la mano, incominciammo a parlare di tante cose ma non dissi nulla di quello che era successo.
Sembrava che fossi ritornata indietro nel tempo, volevo proteggere sempre e comunque la mia privacy anche in questo contesto e mi fidavo della mia migliore amica certo però volevo ancora capire, come diavolo comportarmi con Alicia.
Vidi proprio lei entrare in sala e il vassoio mi tremò appena, ma comunque scelsi da mangiare accuratamente e mi sedetti in un tavolo distante cercando di levarmi al più presto dalla sua vista ma i suoi occhi verdi mi localizzarono subito, la guardai velocemente non calcolandola e mi sedetti afferrando piano le posate.
"Incredibile come io stia parlando da dieci minuti e tu non hai ascoltato neanche mezza parola di quello che ho detto." disse la biondina intanto facendomi ritornare alla realtà e sospirai alzando gli occhi al cielo, condii la mia insalata impeccabilmente e Alicia come al solito faceva un rumore assordante con i suoi tacchi vertiginosi.
Parlò con un mio collega e quest'ultimo le toccò il braccio stringendolo appena, la mia mascella si contrasse facendomi male e incrociai le gambe osservandoli con uno sguardo apparentemente incendiario.
"Oddio non ci posso credere, ma tu ci stai sotto di nuovo. È per caso successo qualcosa?" sussurrò Monica notando il mio sguardo indagatore e incominciai a mangiare nervosa, stavo cercando in tutti i modi di non puntare lo sguardo lì ma era scientificamente impossibile perché non ce la facevo.
Non avevo le forze per distoglierlo.
"No, sto semplicemente guardando. Così, è una bella giornata Monica non trovi?" le dissi indicando il cielo e sentii la risata di Alicia arrivarmi alle orecchie, mi girai nuovamente e andò a sedersi insieme a questo depravato proprio davanti a me.
Mi guardò anche lei come se mi stesse sfidando e feci una piccola smorfia infastidita mentre Monica guardava il tutto divertita.
"Mi sembra di essere tornata indietro nel tempo, di come voi due nascondevate la vostra relazione e non riuscivate a controllare la vostra gelosia." disse a bassa voce e mi scappò un piccolo sorriso, incredibile che tutti gli avvenimenti successi li avevo compiuti proprio con la donna davanti a me.
Ci invidiavano tutti, sul serio.
Nel bene e nel male, alcune persone non sono qui per evolversi, sono qui per ricordarti come sarebbe se non lo facessi.
Sono qui per insegnarti come non essere e cosa non è l'amore.
Forniscono l'oscurità contro la quale risalta la luce.
"Ha una figlia, tu lo sapevi?" dissi masticando lentamente e scosse la testa sorpresa, ecco almeno non ero l'unica che aveva avuto questa reazione, era curioso sapere come aveva fatto a nasconderlo per così tanto tempo.
"Comunque, io voglio solamente avere pace nel nostro rapporto. Abbiamo parlato però è scattata nuovamente quella scintilla, lei rimarrà per sempre la persona che ho amato più di tutte e nemmeno con Alberto mi sono sentita così anzi. Quel pezzo di merda mi ha lasciato solo traumi, dolore, che ho dovuto e dovrò curare ancora per molto con l'assoluta terapia." mormorai con le lacrime agli occhi e Monica strinse la mia mano dolcemente, Alicia vide la scena in pieno non distaccando lo sguardo da noi e mi asciugai una lacrima solitaria dal mio viso veloce.
Osservai il sole alto nel cielo e nemmeno finii di mangiare, mi alzai dal posto salutandola velocemente e percepivo quegli occhi verdi lacerarmi la schiena ma non me ne importò e salii le scale percorrendo il corridoio.
Appena entrai nel mio ufficio chiusi la porta e permisi alle mie lacrime di uscire violente dal mio viso, singhiozzai appena cercando di sfogarmi come si deve ma come al solito il mio orgoglio non me lo permise e feci dei lunghissimi respiri profondi.
Come avevo fatto in India.
"Ora mi calmo, sono a lavoro e andrà tutto bene." sussurrai appoggiando una mano proprio sul mio stomaco e il respiro si stabilizzò come niente, sospirai di sollievo e afferrai delle salviette aggiustandomi il trucco colato.
"Avanti!" esclamai non appena bussarono alla mia porta e alzai lo sguardo incontrando gli occhi magnetici di Alicia, mi bloccai scioccata non aspettandomi minimamente una cosa del genere e chiuse la porta mettendosi davanti alla scrivania.
Era palesemente arrabbiata e incrociò le braccia al petto, indossava un tailleur meraviglioso e la sua coda lunghissima oscillava come al solito, la frangia era perfetta nel suo viso e il trucco impeccabile come sempre.
"Spiegami, vieni a casa mia e ancora sto cercando di capire come cazzo hai fatto a sapere il mio indirizzo. Vuoi risolvere con me, mi dici espressamente che non volevi lasciarmi in lacrime e ora? Mi stai evitando da tutto il giorno." incominciò puntandomi un dito contro e il suo tono di voce era alto per come il suo autocontrollo stava vacillando.
Mi alzai intimandole di calmarsi ma la sua mascella era davvero contratta, mi appoggiai sulla mia scrivania giusto per averla faccia a faccia ma non sapevo cosa dirle perché avevo appena finito di piangere e la sua potenza mi uccideva.
Era cambiata nel corso degli anni, la sua autostima era alle stelle come il suo ego.
"Ci stavamo per baciare nel mio divano, mi hai detto tutte quelle cose nel mio cazzo di ufficio e sai cosa penso? Che sono una stupida, esatto! Perché non ho fatto altro che pensarci per tutta la notte, per colpa tua. Ti sei allontanata da me perché sono madre?" mi domandò confusa e sgranai gli occhi, scossi la testa voltandomi e afferrai la mia bottiglia bevendo a piccoli sorsi dato che dovevo calmarmi.
Dovevo dirle la verità, ora che eravamo in questo punto qui dovevo fare qualcosa per smetterla di essere bloccata in questo oblio del cazzo.
"Sì, il fatto che tu abbia una figlia mi ha destabilizzata. Mi ha rotto il cuore in due per l'ennesima volta se vuoi saperlo." dissi con le lacrime agli occhi e facevo anche fatica a dire questa frase, il cuore stava ricominciando a battermi velocemente e a quanto pare queste mie parole le fecero un gran effetto perché sgranò gli occhi.
"Perché? Quale cazzo è il tuo problema?" disse alzando le braccia incredula e le fece ricadere nei suoi fianchi, misi la testa di lato ingoiando il groppo che avevo in gola e poi la guardai dritta negli occhi con una lacrima che rigò il mio viso lacerandomi quasi la pelle.
"Il mio problema è che, io un figlio con te lo avrei fatto sul serio in passato. Vederti madre mi ha fatto realizzare ancora una volta di quanto tu sia andata avanti e hai amato davvero tanto Germán, non è colpa di tua figlia." le spiegai facendole venire gli occhi lucidi e serrò le labbra, non l'avevo più vista piangere sul serio e questa consapevolezza colpì ad entrambe ma era giusto che lei lo sapesse.
"Non sto dando la colpa a nessuno okay? Hai ragione, sono scappata come una codarda lasciandoti lì da sola e probabilmente ho sbagliato ma per me è stato semplicemente tutto troppo, e stai tranquilla che nemmeno io ho dormito, ho preferito evitarti perché non ce la faccio." continuai sfogandomi un minimo con lei e già il peso nel mio cuore si stava alleviando ma era tutto troppo da sopportare, averla davanti mi faceva uscire fuori di testa.
"Forse preferivo quando eravamo lontane, perché solamente vederti mi fa impazzire ed io non voglio più farlo per nessuno. Dios, non ci riesco." dissi afferrandomi il viso con le mani e mi toccai i capelli nervosamente, mi scapparono vari singhiozzi per come dentro le mie vene scorresse la pura isteria e mi ricordai le parole di quel monaco.
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utopia
Фанфик• RALICIA. (gxg) In un rapporto, c'è una profondità maggiore più di quanto pensiamo o utilizziamo. Nessun luogo, anche l'ignoto può trattenere l'amore in tutte le sue forme, anche nell'entroterra. 𝘓'𝘈𝘤𝘢𝘥𝘦𝘮𝘪𝘢, un mondo immenso dove due anime...