alicia's pov.
Alicia Sierra Montes.
Graduada numero uno de su promociòn con el grado de Inspectora en la Academia de Policia Nacional.
Licenciada en Psicologia por la Universidad Complutense de Madrid.
Master en Criminologìa por la Universidad de Boston.
Master en tecnicas de elaboracion de perfiles criminales en Quantico FBI Academy. (Virginia)
Practicas de interrogatorio policial en la Europol, La Haya. (Paìses Bajos)
Master en Criminologia y Ciberdelincuencia, Universidad Complutense de Madrid.
Licenciatura en Derecho, Universidad de Castilla- La Mancha y Universidad de Toulouse.
Che curriculum delizioso.Mi amo talmente tanto che è d'obbligo ricordarmi chi diavolo sono ogni secondo della mia vita.
Mi sono data da fare questo è vero, la mia era una pura adorazione nei miei stessi confronti che mi permetteva di calpestare chiunque intralciasse il mio cammino.
Questo era solo l'inizio.
In questo momento mi trovavo in Tafedna, la brezza marina mi solleticava i capelli e l'odore del mare era pura terapia per me, avevo sempre sognato di lasciare tutto quanto e andarmene in un'isola deserta dove potevo stare letteralmente nuda dalla mattina alla sera, mangiare frutta e avere pochissimi contatti umani con le persone.
Ma purtroppo ero qui per lavoro e stavo interrogando, un ragazzino che non aveva la minima voglia di confessarmi tutto il lavoro sporco che aveva fatto, mi ritenevo brava per le negoziazioni ma ogni cosa che gli offrivo anche solo per incastrarlo beh.. lui rifiutava.
Le mie sopracciglia si inarcarono dopo aver sentito l'ennesima risposta inconcludente e incrociai le mie lunghe gambe, inutile dire che l'avevo torturato assai facendogli provare ogni minima cosa portandolo allo stremo però nulla da fare, ma se avessi continuato sarebbe ceduto.
Impossibile non farlo con una come me.
"Tic Tac, il tempo scorre mio caro. Vuoi ancora inalare questo gas fino allo sfinimento? Fossi in te non lo farei, confessa e tutto si risolve." dissi afferrando la maschera e gliela avvicinai al viso, i miei colleghi mi guardavano quasi con stima per come non mollassi la presa e non era nella mia indole.
"Gliel'ho detto, ispettore. Non so assolutamente nulla." disse il ragazzo stremato e lo studiai attentamente: la voce vacillava, le mani tremavano e le sue occhiaie scavavano il suo viso stanco perché non dormiva ovvio.
Le quantità industriali di caffè che gli avevo dato scorrevano nel suo sangue, ero curiosa di sentire il suo battito in questo momento, sicuro gli stava per esplodere il cuore dal petto.
"Poverino, abbandonato dai genitori e ora.. pure in questo posto sperduto che non può offrirti assolutamente nulla. Posso ridurre la tua pena a tantissimi anni se collaborerai sai? Sono una donna di parola." gli sussurrai usando un tono di voce quasi materno e i suoi occhi si riempirono di lacrime, afferrai il fascicolo alla mia destra dove c'erano scritti tutti i suoi dati personali e ovvio che sapevo tutto, studiavo attentamente le mie vittime.
Dalla prima all'ultima.
E lui, era nelle mie grinfie.
Lo avevo in pugno.
"No.." sbottò scuotendo la testa e il suo corpo stava tremando come se avesse preso la scossa, sospirai dandogli tempo ma dopo un minuto preciso persi la pazienza e diedi l'ordine di rinchiuderlo nuovamente nella sua misera cella, microscopica.
"Cazzo." dissi sbattendo il pugno sul tavolo e mi alzai afferrando in automatico il pacchetto delle mie sigarette portandomene una sulle labbra, l'accesi affacciandomi nel piccolo balcone che questo edificio sperduto aveva e inspirai lentamente.
Uno, due, tre volte..
Ero più che sicura di non aver sbagliato nulla, mi urtava solamente non avere tutto subito altrimenti sarei impazzita quindi la mia mente stava già elaborando a delle tecniche nuove da usare per farlo confessare e liberarmi subito di questo caso che mi stava prendendo tempo.
Troppo tempo.
Il telefono mi vibrò e sbuffai alzando gli occhi al cielo, lo afferrai senza neanche guardare chi stesse disturbando la mia pausa spirituale e una voce squillante mi fece innervosire ancora di più.
"Colonnello Tamayo." dissi fingendomi felice ma in realtà non lo ero, mi aveva sempre urtata il sistema nervoso questo maschilista di merda che non osava ammettere che ero migliore di lui.
"Alicia, come procedono lì le cose? Ha confessato?" mi domandò subito e mugugnai scuotendo la testa come se mi potesse vedere, osservai la distesa blu che avevo davanti e faceva un contrasto meraviglioso con il cielo.
"No, non ha niente che ci possa servire." dissi arrivando dritta al sodo, feci un'altro tiro facendo uscire il fumo dalle mie labbra e chiusi gli occhi godendomi i raggi del sole che colpivano il mio viso riscaldandomi quasi in un'abbraccio confortante perché ovviamente stava succedendo qualcosa altrimenti, non mi avrebbe mai chiamata.
Non in una missione come questa.
"Troppe chiacchiere, sto solo perdendo tempo." aggiunsi mettendo un'attimo la testa di lato guardando alle mie spalle e due guardie erano ferme nella porta principale facendo avanti e indietro sorvegliando l'intera zona con molta attenzione.
"Prendi il primo volo, hai del lavoro da fare qui. C'è in corso una rapina e questo gruppo di stronzi pensa di avere il comando su tutto." disse serio e percepii tutto il suo fastidio, subito mi misi dritta stringendo forte la ringhiera e dentro di me percepivo un'ansia che avevo archiviato da molto tempo.
"Quindi vuoi farmi partecipare? Vuoi che organizzi un'apocalisse?" dissi estasiata e giocherellai con l'accendino che avevo tra le mani, non potevo crederci che stavo per avere finalmente qualcosa di sensato e pericoloso.
E c'era per forza un capo in queste situazioni, quello che accendeva la miccia e poi tutto si disperdeva, trascinandosi dietro ogni singolo individuo.
"É così, ti aspetto." disse terminando la chiamata e subito rientrai dentro riordinando le mie cose, avvisai i miei colleghi e afferrai il mio pc comprando il primo volo disponibile.
Non lasciare che ciò che non è andato come ti aspettavi ti scoraggi, mantieni il tuo entusiasmo e continua a mettere il cuore in tutto ciò che fai.
Le persone che vogliono amarti, lo faranno.
Anche le persone che vogliono odiarti faranno lo stesso.
E la cosa bella è che qualunque cosa facciano, tu rimani quello che sei.
Imperturbabile.
Perdona le tue versioni più vecchie che sono rimaste più a lungo di quanto avrebbero dovuto, può essere difficile sfuggire alle zone di comfort, le situazioni più pericolose possono essere mascherate da reti di sicurezza che ti tengono intrappolato in un'illusione, meglio essere andato via quando l'hai fatto piuttosto che non essertene andato affatto.
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utopia
Fanfiction• RALICIA. (gxg) In un rapporto, c'è una profondità maggiore più di quanto pensiamo o utilizziamo. Nessun luogo, anche l'ignoto può trattenere l'amore in tutte le sue forme, anche nell'entroterra. 𝘓'𝘈𝘤𝘢𝘥𝘦𝘮𝘪𝘢, un mondo immenso dove due anime...