raquel's pov.
Ormai il mio corpo si stava abituando a questa routine, difficile oserei dire, la tenda tuttavia era la mia seconda casa e stavo cercando in tutti i modi di evitare Alicia ma non era facile.
Soprattutto quando eravamo in uno spazio così tanto ristretto.
Entrai dentro come mio solito e mi sedetti in un tavolo in disparte, era da all'incirca una settimana che studiavo senza fermarmi memorizzando ogni piccolo dettaglio possibile.
I rapinatori accidentalmente avevano acceso un telefono e tramite la fotocamera avevamo scoperto chi fosse, un volto che ormai era in tutti i commissariati.
Un video di 6 secondi, e avevamo già identificato anche le armi che avevano.
Kalasnikov AK-47, e tantissime altre.
La situazione era critica.
Angel venne verso di me porgendomi una tazza di caffè dato che erano appena le sette e bevvi lentamente posando poi lo sguardo sulla rossa che entrò in tutto il suo splendore, era impeccabile come sempre e un completo elegante con tanto di tacchi a spillo fasciava il suo corpo slanciato che conoscevo molto bene, anche senza quelle vesti.
Mi bruciai la lingua non appena vari flashback mi ritornarono in mente e serrai la mascella, abbassai lo sguardo sulla fottuta piantina della banca cercando di capire se i miei colleghi potevano intervenire da qualche uscita secondaria.
O anche dai fottuti sotterranei.
"Novità?" disse Alicia parlando con Tamayo e quest'ultimo scosse la testa mentre la invitava a sedersi in un tavolo non poco distante dal nostro, la vidi togliersi il capotto elegantemente e guardare il suo telefono rispondendo a vari messaggi.
"Penso che dovremo mettergli alle strette, ho letto tutti i loro fascicoli e sono sicura che una partita a scacchi potrei vincerla più che volentieri anzi.. più di una." disse seria e vederla così determinata mi trasmetteva i brividi, quando lo era i suoi occhi verdi brillavano come non mai e le sue lentiggini si risaltavano ancora di più a causa dei suoi zigomi pronunciati.
Questa donna era uno spettacolo, inutile negarlo.
"Fare una mossa adesso? E perché?" domandò Tamayo confuso e continuai a bere il mio caffè in silenzio, ascoltando questa conversazione come meglio potevo perché tanto ero sicura che avrei estrapolato delle informazioni che Alicia, non mi avrebbe detto.
Non dopo la nostra ultima conversazione, era troppo orgogliosa.
"Perché sono vulnerabili cazzo, abbiamo scoperto uno di loro e sanno per certo che sono un pochino fottuti, quindi mi lasci fare?" disse guardandolo male e si portò una sigaretta alle labbra alzandosi in tutta la sua altezza, uscì fuori e ovviamente la raggiunsi.
Spostai la tenda spessa vedendola appoggiarsi nella ringhiera alla quale eravamo circondati e mi posizionai davanti a lei, incrociando le braccia al petto un pochino nervosa.
Alicia sbuffò alzando gli occhi al cielo e inspirò dalla sua sigaretta facendo poi uscire il fumo dalle sue labbra lentamente, guardandomi con il suo sguardo pieno di gelo.
"Ti ho sentita parlare poco fa con Tamayo, sai benissimo che non sei da sola e per la polizia me ne occupo io quindi.." dissi autoritaria ma subito mi interruppe, come al solito.
Sicuramente nella sua mente aveva già il piano in atto per poter distruggere ogni suo ostacolo ma a me no, non poteva distruggermi come se niente fosse.
"Quindi, cosa cazzo vuoi, Raquel?" disse incredula e mi scappò una risatina isterica, guardai quella banca immensa e tutta la gente radunarsi attorno per tempestarci di domande e poi puntai i miei occhi nei suoi in un modo talmente privo di emozioni, che sussultò un pochino.
"Quando hai intenzione di muoverti, preferirei che me ne parlassi prima tutto qui. Anche se la comunicazione non ha funzionato nella nostra relazione preferirei che almeno in ambito lavorativo desse i suoi frutti." sbottai non riuscendo a trattenermi e mi morsicai in automatico la lingua ma era più forte di me non fare così, avendocela davanti insieme al suo rancore.
Ma anche dal mio.
"Mi stai dimostrando per caso che non riesci a lavorare con me perché ti distraggo? Raquel, piccola mia non pensi di essere stata solo sfortunata? Ti sei beccata la tua ex fidanzata in un caso così importante." disse scoppiando a ridere maleficamente e la guardai non riconoscendola più, aveva una maschera addosso che le faceva tantissimo del male.
Non voleva essere così, ma lo era diventata eccome.
"Non sei mai stata solo un'ex per me, ancora non capisci questo cazzo di concetto Alicia sei incredibile. In questo momento sai che penso? Ti sta proprio corrodendo, il veleno che hai dentro." dissi alzando la voce e serrò la mascella perché avevo c'entrato in pieno il punto, fece due passi in avanti ma Angel si mise in mezzo afferrandomi il braccio amichevolmente.
Era una delle poche persone che sapeva del nostro passato.
"Alicia, hai una chiamata in arrivo." le comunicò un pochino impaurito ma lei aveva lo sguardo fisso su di me, notai piccole lacrime formarsi ma le ricacciò indietro buttando il mozzicone dirigendosi poi all'entrata dalla tenda.
Angel si girò verso di me chiedendomi spiegazioni ma alzai la mano scuotendo la testa, entrai dentro anche io e vidi la rossa mettersi il microfono dopo essersi seduta.
"Che piacevole sorpresa ricevere una chiamata a quest'ora, la stavo aspettando a dir la verità." disse quest'ultima giocherellando con i suoi capelli raccolti in una coda e dentro di me provavo un nervoso tutt'altro che piacevole.
Solamente a guardarla.
"Penso che dopo le telefonate che abbiamo fatto siamo arrivati ad un rapporto confidenziale no? Quindi le chiedo: ha mai finto un'orgasmo?" disse la voce metallica del rapinatore e Tamayo sbuffò ordinando di chiudere i microfoni ma la rossa invece era divertita da tutto questo tant'è che si girò lentamente verso la mia direzione.
Mi sorrise meravigliosamente e si leccò le labbra senza smettere di guardarmi.
"Sì, ho finto moltissimi orgasmi." mormorò sogghignando e serrai la mascella, cercai di essere il più neutrale possibile ma come al solito doveva farmi questi dispetti del cazzo.
Mi feci male al labbro talmente me lo stavo mordendo e non volevo aprire bocca, altrimenti avrei fatto riemergere cose del passato che in questo momento erano irrilevanti.
"Apprezzo la sua sincerità ispettore, ma da quello che ho potuto notare lei è una donna davvero tanto esigente quindi non ne sono sorpreso." disse l'uomo dall'altra parte del telefono e Alicia scoppiò a ridere incrociando le gambe, rilassata assai.
Che figlia di puttana.
"Beh, l'uomo è programmato per eiaculare nel minor tempo possibile mentre la donna per durare il più a lungo possibile. Sono molto esigente sì, e molto selettiva tant'è che in un modo o nell'altro mi piace sperimentare." spiegò guardandomi velocemente alludendo a quello che facevamo in Academia e mi tolsi la giacca di pelle sentendo caldo, incredibile come mi facesse effetto e come mi provocasse davanti a tutti.
E chiunque, erano ignaro di questa cosa.
"Perché mi ha chiamata?" aggiunse giocherellando con l'anello che portava e Suarez mi fece un cenno salvandomi da questa situazione imbarazzante, intanto finii di bere il mio caffè giusto per distarmi da quella stronza patentata.
Ma ascoltai comunque.
"Perché ci servono dei farmaci, del cibo e alcune richieste da parte degli ostaggi. Per evitare problemi chiedo alla Protezione Civile di mettere tutto dentro a dei sacchetti trasparenti." ordinò pacatamente e vidi Tamayo scuotere la testa toccandosi poi il viso in un gesto frustrato da morire, come se volesse sbraitare da un momento all'altro.
"Vuole anche, che ne so, che montiamo un fottuto circo là fuori?" sbottò infastidito e Alicia neanche lo calcolò, stava pensando a cosa fare e poi serrò la mascella.
"Le sue richieste verranno accolte, inoltre le consiglio di effettuare la resa immediata perché abbiamo alcune foto di un vostro membro, folle da parte vostra lasciare incustodito un telefono che ci ha solo aiutati." incominciò facendosi scappare una piccola risatina soddisfatta e in tenda calò un silenzio tombale.
"Ispettore ma-" tentò quella voce metallica ma lei lo interruppe alzando di poco la voce, incredibile come avesse il pieno controllo di tutto questo scontro.
"Le offro un accordo con il pubblico ministero, uno sconto di pena dai 16 agli 8 anni però solo se vi arrendete adesso, claro? Non ci sono state vittime per il momento quindi sono clemente in questo caso. Avete perso, sappiamo quasi tutto di voi come i cellulari che avete sulla parete con i singoli nomi di ogni ostaggio, le do un'ora di tempo." concluse Alicia e prima che potesse ribattere aveva già terminato la telefonata, si girò verso Tamayo e non mi sembrava tanto contento e se si fosse lamentato sarei intervenuta.
"Perché cazzo gli hai risposto così?" disse incredulo e Alicia si alzò portandosi la sua tazza nelle labbra soffiandoci lentamente, prima di berla piano.
"Perché questa è una partita vera, e questa mossa l'ho vinta io." disse sorridendo ma ritornò seria di colpo, venne verso la mia direzione e si sedette al mio fianco per guardare la piantina dell'edificio con i suoi occhi verdi taglienti.
"Avete qualche idea su come entrarci? É arrivato il momento di mettere fine a tutto questo quindi, non c'è tempo da perdere. Loro staranno impazzendo lì dentro a stampare banconote." disse seria e stava mettendo da parte l'orgoglio per la rapina quindi dovevo farlo anche io, sospirai annuendo e lentamente le spiegai ogni singola entrata ed uscita.
"Vedi, qui è dove sono entrati il primo giorno però a quanto pare ci sono dei condotti d'aria facilmente accessibili e con Suarez stavamo pensando di accedere da lì." dissi calma e annuì porgendosi meglio verso di me involontariamente, inspirai il suo profumo inebriante e ingoiai il groppo che avevo in gola sentendo già la saliva scarseggiare.
"Molto bene, penso che arrivati a questo punto dovremo restringere i tempi non trovate? Cercare in tutti i modi di entrare dentro e bloccarli." disse facendo spallucce e i miei colleghi l'ascoltavano attentamente, concordando con le sue parole.
Ma io non avevo un bel presentimento.
"Alicia, sai benissimo che non possiamo entrarci come se niente fosse e per fare le cose bene dobbiamo capire come non uscirne da morti." le spiegai sempre con un tono di voce calmo giusto per non peggiorare le cose tra di noi e i suoi occhi verdi erano fissi sul foglio, afferrò alcuni evidenziatori e segnò alcune uscite secondarie.
"Non potete entrare in quelle principali mentre queste sono quelle secondarie quindi il campo è ristretto lo so, peccato che loro non sono idioti." disse pensandoci attentamente e sbuffò infastidita perché qui dentro c'era aria di tensione.
Particolarmente alta.
Afferrai il foglio guardandolo attentamente e scossi la testa, mi avvicinai di più al tavolo e nel farlo sfiorai la gamba con la sua facendola sussultare un pochino per il gesto involontario, infatti si girò verso di me inarcando un sopracciglio confusa e guardai per mezzo secondo le sue labbra.
"Scusami, non l'ho fatto apposta." dissi sottovoce distogliendo lo sguardo ma lei invece continuò a fissarmi come se volesse dirmi qualcosa, parlai con i miei colleghi di un possibile attacco ma avremo aspettato il momento giusto ovviamente.
In questi casi, non bisognava fare scelte azzardate o ci saremo scavati la tomba da soli.
Letteralmente.
"In ogni caso, fatemi sapere cosa volete fare così aggireremo questo coglione ed entreremo all'interno senza scuse." disse alzandosi e squadrai il suo corpo slanciato da dietro leccandomi lentamente le labbra, era veramente assurda questa situazione.
Troppo assurda e difficile affrontarla con lei.
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utopia
Hayran Kurgu• RALICIA. (gxg) In un rapporto, c'è una profondità maggiore più di quanto pensiamo o utilizziamo. Nessun luogo, anche l'ignoto può trattenere l'amore in tutte le sue forme, anche nell'entroterra. 𝘓'𝘈𝘤𝘢𝘥𝘦𝘮𝘪𝘢, un mondo immenso dove due anime...