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"Prende solamente dai 50 centesimi in sù" le dice passandole accanto, mentre Marta combatte con il distributore di bevande all'ingresso. 

"Hai da cambiare, per caso?"
Erica torna indietro di un passo, una mano a tenere lo zaino sulla spalla, l'altra a cercare monete nella tasca del jeans "tieni" le dice mostrando il palmo aperto con una moneta da due euro sopra.

"Ti ringrazio" Marta le sorride nel dirlo e indugia sui suoi occhi qualche secondo, perché forse lo vuole sapere, se lei ha aperto il regalo. Cambia gli spiccioli "grazie"

"Ti ringrazio io... per il..." in quel momento una compagna di classe passa accanto a loro  e lei conclude in fretta "... per il libro..."

Marta ha uno sguardo complice, quando sorride e le risponde "spero che ti abbia fatto piacere"

"Moltissimo" Erica ondeggia avanti e indietro su piedi indecisi se proseguire o restare in quella mattonella per sempre. 

"Silvia e Matteo mi hanno detto che avete un club del libro ora"

"Qualcosa del genere... leggiamo e scriviamo..."

"Sembra molto bello, cosa state leggendo adesso?"

"Noi, ragazzi dello zoo di Berlino..."
"Wow, bello!"

"L'hai letto?"

"Sì, qualche anno fa..."

"Allora dovresti venire domenica a parlarne con noi..."

"Volentieri, se riesco a liberarmi vengo"

Potrebbe sembrare un , ma sembra anche un gentile no

Erica è comunque contenta di aver scambiato due chiacchiere con lei "ok, ci vediamo in classe..." e si allontana dal distributore con passi lunghi, voltandosi indietro a salutarla.

Quel sabato, la festa Erica la organizza in campagna di Sara, un cofano di bevande e dieci pizze, la cassa per la musica, le persone più intime.

Si ubriacano e ballano, Erica balla con gli occhi chiusi e le mani alte sopra la testa, come se fosse completamente sola in quella stanza. In mezzo alla confusione Sara le balla contro e le dice all'orecchio "hai visto Alessio, come ti guarda?"

"No..."

"Dai Erica si vede da lontano che è pazzo di te..."

"Non mi frega nulla di Alessio" e conclude con un sorso di birra dalla bottiglietta verde che ha tra le dita. 

"E di cosa ti frega?" Chiede l'amica sorridendole benevolmente.

Intendeva quello Marta, con il rinunciare a una parte di sé? Guarda gli occhi sinceri dell'amica e lo sa, che con lei è al sicuro, che non ha bisogno di proteggersi, è esausta del nascondersi. 

"Mi piacciono le ragazze" dice e la osserva timorosa per vedere la sua reazione.

"Uhuuu..." Sara sorride e agita una mano "quanto ci volevi mettere a dirmelo?"

"Tutto il tempo necessario" Erica stringe le labbra e aggrotta le sopracciglia.

Si corazza, invece Sara le butta le braccia al collo "l'avevo già capito, scema. Aspettavo che me lo dicessi"

"Ah"

"Eh. Dai balliamo... e c'è qualche ragazza che ti piace in questo periodo...?"

"No..." non è una bugia, Marta non è proprio una ragazza, è una donna.

"Capiterà, quella che fa per te. Ti aiuterò io a trovarla"

Erica sorride e va al tavolo a prendere un'altra birra. È stato il suo primo coming out in assoluto, cerca di capire come si sente. Guarda gli amici muoversi al ritmo della musica, ridere, scherzare tra loro. Sara si volta e le fa il gesto del cuore con le dita di due mani unite. Sorride e si cerca la punta di una scarpa con gli occhi.

Matteo si avvicina a lei "ne dai una anche a me?"

"Certo, tieni!"

"Come ci si sente?"

"Scusa?"

"Come ci si sente, ad essere diciottenni?"

Erica ci pensa su un momento, cerca la risposta in un angolo del soffitto, l'età in quel momento era l'ultimo dei suoi pensieri.

"Non saprei... però... sto iniziando a sentirmi nel posto giusto, non so se è chiaro..."

"Non molto!" Ride Matteo e la abbraccia "io mi sento sempre in quello sbagliato" confessa lui "però da quando siamo amici è diverso..." e fa tintinnare la bottiglietta che tiene in mano con la sua.

"Lo stesso per me, grazie" poi aggiunge di fretta "credo di essere gay"

Matteo inclina la testa "ok... non ci stavo provando, giuro" 

Lei lo guarda, si mette la mano in fronte "scusa, non riesco a smettere di dirlo. Non credevo ci stessi provando... l'ho detto a Sara oggi e..."

"Tranquilla. Vuol dire che ne avevi bisogno, vieni qui" e allarga le braccia offrendo le sue enormi spalle. Erica ci si tuffa dentro e si fa stringere, il suo viso contro la maglia di lui, profumo di ammorbidente che la avvolge e la culla.

Arrivano anche gli altri e si uniscono all'abbraccio, saltano tutti insieme intorno a lei "perché è una brava ragazza... perché è una brava ragazza..." 

Tutto avrebbe immaginato dei suoi diciotto anni, tranne che essere in pace con se stessa. Che fosse così semplice sentirsi parte di qualcosa, soltanto facendo qualche passo, rischiando un po'.

Quella serata, più di tutto, era stata liberatoria. Erica sente salire le lacrime agli occhi, ma non le trattiene. Le sta trattenendo da una vita, è ora di lasciarle andare. 




INSEGNAMI L'AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora