16

760 29 0
                                    


Domenica mattina si sveglia tardi, beve un litro d'acqua per mandar giù la nottata e una pastiglia. Entra nei diciotto con il mal di testa, che sia un segno? Sorride  a quel pensiero. 

Sua madre la costringe ad andare in ristorante con i parenti stretti, per festeggiare. Suo padre non c'è, pare che abbia una riunione, ma lo sanno tutti che ha un'altra. 

Mangiano pesce, che lei odia, ma fa molto famiglia per bene. I suoi zii le regalano una busta piuttosto generosa, e lei non se l'aspettava proprio. Pensa già di aggiungere quei soldi ai suoi risparmi, ai suoi progetti. 

"Quando ci porterai un ragazzo a pranzo?" Chiede sua cugina, quella sposata che ha due figli maschi che ora le stanno tirando le braccia in due direzioni diverse, quella che ha reso i suoi genitori orgogliosi iscrivendosi a leggi e diventando avvocato. Sono tutti avvocati nella sua famiglia. 

"Quando mi laureerò in leggi" dice sorridente, cioè MAI

Dopo pranzo si prepara per incontrare Silvia e Matteo al solito bar, per il club di lettura. Si ferma davanti allo specchio per truccarsi appena, perché c'è una remota possibilità che Marta li raggiunga. Vuole essere bella, vuole essere adulta, vuole che lei la guardi. Passa la matita scura sotto gli occhi, un leggero lucida labbra. Mette la giacca nera sopra la maglia lunga, gli orecchini grandi a cerchi concentrici, gli anelli argentati che adora. Mette la borsa a tracolla con dentro il libro e un quaderno per gli appunti, gli stivaletti neri in pelle. 

Si sente sicura di sé, quando spinge la porta del locale ed entra, con un ritardo calcolato di dieci minuti. Sono già lì i suoi due amici e c'è anche Marta, che quando la vede entrare smette di parlare e la guarda, la guarda da capo a piedi in silenzio. Erica si sente guardata e quegli occhi addosso li percepisce come si percepisce il sole sulla pelle. La scaldano. 

"Scusate il ritardo" finge di essere sinceramente dispiaciuta. Non toglie gli occhiali da sole, le serve un minuto per ambientarsi "avete già ordinato?"

L'unico posto libero è accanto a Marta, lo occupa volentieri. 

"Sì, scusa, tu cosa prendi? Vado a dirglielo"propone Matteo.

"Anche per me va bene un vino rosso" dice guardando i calici sul tavolo.

Marta le sorride, le fa spazio nella panca e nell'orizzonte dei suoi sguardi. Erica sfila gli occhiali dopo essersi tolta la giacca ed essersi appoggiata allo schienale. Le restituisce un sorriso e uno sguardo sfuggente. Poi si volta per parlare con Silvia con noncuranza, toglie il libro dalla borsa. 

Prende il calice che le porge il cameriere, accavalla le gambe come un'adulta, posa la mano sul ginocchio, gli anelli che brillano e attirano lo sguardo si Marta sulle sue dita affusolate. 

"Quando ho finito il libro sono andata su internet a leggere tutto quello che trovavo su Christiane F." dice Erica facendo roteare il calice tra le dita.

"Sì, anche io!" Dice Matteo "penso che dovremmo leggere anche La mia seconda vita..."

"A me ha intristito tanto, le droghe, la prostituzione..." Silvia parla con malinconia "non è il libro che mi piace leggere prima di dormire, mi ha fatto sentire... non so come dire, a disagio?"

Marta li osserva e sorride, non parla, sorseggia il suo vino con la schiena appoggiata alla sedia. Fa scivolare lo sguardo su Erica e segue quel giovane profilo, si ferma a lungo sugli occhi scuri. 

Erica lo sente, quello sguardo su di sé, lo percepisce con la coda dell'occhio, ma anche con la leggera vibrazione che scorre lungo il legno scuro. Sente che Marta la sta fissando, fa di tutto per non voltarsi, perché ogni volta ci si perde il quegli occhi, come in una trappola per orsi... 



INSEGNAMI L'AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora