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"Pensavo che saremmo uscite, non credevo che mi avresti invitato a casa..." dice Erica salendo lungo gli ultimi gradini con agilità, due per volta.

Marta sta sulla porta, la tempia appoggiata allo stipite, una mano sulla maniglia e l'altra sul petto. Erica la raggiunge e le butta le braccia al collo, affondando il viso oltre la sua spalla.

"Pensavo... che qui saremmo state lontane da occhi curiosi..."

"Ancora con questa storia..." Erica alza gli occhi al soffitto.

"No, intendevo..." Marta sposta una mano dal suo petto a quello di Erica, afferra il colletto della felpa e la attira a sé baciandola "... intendevo che non dobbiamo scandalizzare nessuno in mezzo alla strada..." è un piccolo bacio casto sulle sue labbra, ma Erica implode dall'interno e non trova un pensiero utile in tutto il cervello a disposizione.

"Ah"

"Non ho più scuse, ricordi?"

"Eh"

Ha aspettato tanto questo momento, ora è paralizzata. Segue Marta dentro l'appartamento, si fermano nel corridoio, spingono la porta con due mani già incastrate una nell'altra.

"No, quello non era un bacio... abbastanza primo bacio" dice Erica scuotendo piano la testa, sciogliendo il suo sguardo su quello di Marta.

Si avvicina a lei e si appoggia su quel corpo identico al suo, posandola delicatamente con le spalle contro il muro.

"No?" Chiede Marta sulle labbra di Erica, un dito di distanza tra loro, un pollice che Erica fa scorrere su tutto il suo labbro inferiore, la mano aperta sotto il suo mento.

"No, decisamente me lo devi ridare"

Si muovono entrambe, incontrandosi nel mezzo. Stavolta le labbra sono socchiuse, le lingue si cercano, dapprima con estrema delicatezza, poi scorrendo una sull'altra come assaggiando un frutto estivo, come una fame.

Dopo pochi istanti si separano, sorridono, posano una la fronte sull'altra.

"Ciao"

"Ciao a te"

"Che maleducata, non mi avevi ancora salutata"

"Il bacio non conta?"

"Quale bacio?"

Marta posa di nuovo le sue labbra su quelle di Erica "uno così, ti ricordi?"

"No, ho una pessima memoria..."

Erica la prende per mano "hai soltanto un corridoio o anche il resto della casa?" Dice guardandosi intorno con curiosità.

"Vieni, ti faccio vedere..."

Erica la segue nel salotto, c'è una piccola cucina a vista "è molto carina"

"Grazie, ti faccio vedere il resto"

"Non importa. Vivi da sola?"

"Sì"

"Beata te"

"È la casa al mare di mia zia, mi lascia stare qui per non dover viaggiare ogni giorno per la scuola"

"Ah, tu sei di Torino, vero?"

"Lo sai..."

"Sì, volevo essere sicura..."

"Di cosa?"

"Che potremo continuare a vederci anche ad ottobre..."

"Succedono tante cose in due mesi..." Marta fa la difficile.

"Quello è un divano?"

"Cosa ti sembra?" Ride Marta, cercando di immaginare i pensieri di Erica.

"Sarà comodo?"

"Io lo trovo comodo"

"Fammi provare..." Erica ci si siede e salta un po' su e giù, si appoggia allo schienale e infine si pronuncia "sì, è comodo, vieni?" E con la mano indica il posto accanto a sé.

Marta invece con un movimento sinuoso si siede a cavalcioni su di lei e dice "io non lo so se lo posso dire..."

"Dimmi prof" scherza Erica allacciandole le braccia dietro la schiena e buttandosela addosso.

"Ho immaginato così tante volte questa scena, proprio su questo divano, non hai idea..."

"E fammi vedere come..."

Erica risale per i pochi centimetri che la separano dalla bocca di Marta.

"Non soltanto profumi di buono..." dice allacciando le loro lingue insieme, una mano dietro la nuca di Erica per tenerla appiccicata "ma sai anche di buono..."

Marta seduta sopra di lei, è il frutto proibito che matura tra le sue braccia.

La guarda e non riesce a smettere di assaggiare quelle labbra che scivolano contro le sue.

Stupidi, incapaci, inutili, i baci che aveva dato prima di quello.

Respirano con la bocca, una rubando dall'altra, in un caldo affanno d'aria che è inebriante tortura. I pensieri scivolano giù sul pavimento, le orecchie attente a catturare gemiti sottili.

"Mio Dio..."

"Sì, lo so..."

INSEGNAMI L'AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora