22

622 21 0
                                    

Erica sale a casa, saluta la madre, si infila in doccia.

"Sono stanca mà, vado a letto presto. Scusa, non ho fame" le dice dal corridoio, mentre sua madre si versa un aperitivo in cucina.

"Torni alle sei di mattina oppure vai a letto alle sei di pomeriggio..." la madre lo dice senza volerla rimproverare, come un dato di fatto "...ti sei innamorata?" Si affaccia nel corridoio e la guarda, nel dirlo.

Erica rimane pietrificata da quella domanda buttata lì in mezzo a loro "io..." tentenna un momento "...forse" sorride appena, imbarazzata.

"È una bella cosa... goditela adesso, che poi gli uomini diventano degli stronzi" dice bevendo un sorso dal calice di rosso che ha in mano. Le da le spalle e torna in cucina.

Erica rimane nel corridoio con l'asciugamano in testa, spiazzata. Gli uomini non saranno un problema, per ora i problemi sono altri. 

Si chiude in camera e si butta nel letto, ripensare a quella giornata le toglie ancora i respiro.

Prende il telefono e sorride, guarda la foto che ha scattato al fiume, Marta è bellissima, le pare di sentire ancora quel profumo di lavanda nelle narici, la stoffa morbida del suo maglione sul viso, il tocco vellutato delle dita che scorrono dentro la sua mano. 

Le viene naturale accarezzarsi la pancia, mentre la guarda, riscrivere la scena della mattina con il pensiero, aggiungere un bacio a quel lungo abbraccio in macchina. Si infila sotto le coperte e spegne la luce, immagina la sua bocca che si schiude contro le sue labbra. Con una mano tiene il telefono davanti agli occhi, con l'altra scende piano oltre l'ombelico, lascia scorrere lentamente un dito lungo l'elastico dello slip. 

Avrebbe potuto baciarla in macchina, lì sulla collina, prenderla alla sprovvista, non si sarebbe opposta. 

Le dita si fanno strada oltre il cotone, attirate dal calore dei suoi pensieri tra le gambe. Avrebbe potuto metterle una mano dietro il collo, l'altra in vita. Con un dito scorre in mezzo all'umido delle sue fantasie, fino a trovare il clitoride ed iniziare a tormentarlo con movimenti lenti. 

Marta si sarebbe lasciata baciare, un po' sorpresa in principio, però poi avrebbe ricambiato, avrebbe cercato la sua lingua, le avrebbe respirato attraverso.

Con quell'immagine nella testa, Erica aveva iniziato a muovere le dita più velocemente. Era venuta poco dopo, con gli occhi languidi di Marta che la fissavano nel buio. 

Era stato un lungo orgasmo, aveva di nuovo rallentato per prolungare quel piacere, poco dopo aveva stretto le cosce, si era accovacciata di lato e aveva infilato la testa sotto il cuscino. 

INSEGNAMI L'AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora