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"Che ci fai qui?" Marta la rimprovera senza troppa convinzione, appoggiata allo stipite del portone d'ingresso di casa sua. Posa la testa al legno scuro e sorride. 

"Colpa tua, che metti l'indirizzo sui pacchi..."

"Ah, non ci avevo pensato"

"Eh già..."

"Poi mica immaginavo... che ti saresti precipitata qui in bicicletta alle nove di sera..."

"Posso tornare alle dieci se vuoi... oppure tornare indietro nel tempo e venire prima..." scherza Erica, non sta nella pelle per l'essere davanti a lei stasera.

"Vedo che ti è piaciuta..." Marta indica la felpa "ce l'ho da quando avevo la tua età"

"Non la laverò mai, grazie..."

"Se vuoi, la lavo io e te la restituisco"

"Ottimo! Che dici...posso salire?"

Marta si morde il labbro inferiore e scuote lentamente la testa. 

"Nel portone? Cinque minuti..."

Marta pianta gli occhi nei suoi e si fa lentamente da parte, guardandosi prima intorno. 

Quando chiude il portone ci si appoggia e mette le mani dietro la schiena. L'androne del palazzo è piccolo, sulla sinistra c'è l'ingresso dell'ascensore e sulla destra sale una stretta scala che porta i piani superiori. 

"A che piano abiti?"

"Tanto non sali..."

"Per la prossima volta..."

"Al terzo"

Due passi più in là Erica ha le mani in tasca e non smette di sorridere.

È da diverse settimane che non stanno da sole, i loro corpi hanno perso confidenza, anche se non smettono di attrarsi come calamite. 

"Mi manchi" Erica lo dice sottovoce, con la testa bassa e gli occhi che cercano i suoi. 

Marta prende in un respiro tutta l'aria della stanza.

"Mi occupi la testa... giorno e notte"

Erica non se l'aspettava, quella confessione così, su due piedi, chissà perché si era fatta l'idea che fosse lei che la rincorreva, che ci tenesse di più... Invece c'era dentro anche lei, in qualsiasi cosa stesse succedendo tra loro. 

Erica muove un passo verso di lei "succede anche a me, soprattutto di notte..."

Marta si mordicchia nuovamente le labbra, ma continua a tenere le spalle appoggiate e le mani dietro la schiena, inafferrabili. 

"Non farlo, Erica... fammi stare un minimo in pace con la mia coscienza"

"Non fare cosa?" Erica si ferma dopo il primo passo. Ancora due mattonelle tra di loro. 

"Se vieni più vicino... non riuscirò a controllarmi... e mi odierei per questo"

"Ma che t'importa? Mancano pochi giorni!"

"Se finisco il contratto... potrò dire a me stessa che non sono stata con una mia studentessa, cazzo" guarda il soffitto, le trema una gamba. Le fa tenerezza. 

"Va bene" Erica si appoggia alla parete opposta e mette anche lei le mani dietro la schiena "meglio così?"

"Grazie..."

"Come stai?" Chiede Erica.

Marta sorride a quella domanda "sto bene, e tu come stai?"

"Sono molto felice, perché è quasi fatta ed è... è stato un bell'anno, mi sono piaciute molto le tue lezioni"

"Ti ringrazio... già qualche idea per l'università?"

Erica annuisce. Non sa se è il momento giusto per dirglielo, ma sente di aver tardato anche troppo. 

"Ho vinto la borsa per la scuola Holden, andrò a studiare lì ad ottobre, il corso di laurea..."

Marta urla e corre da lei "cosa? Dio mio, è fantastico!" Le butta le braccia al collo e la stringe a sé.

"Ehm... mi stai addosso te ne sei accorta? Io no ho fatto niente" Erica allarga le braccia e mette le mani in alto. 

"Scema, vieni qui" e la avvolge ancor più, affondando la testa oltre la sua spalla "sono fiera di te"

"Grazie, mi hai ispirato il tema d'ammissione..."

"Cosa hai presentato?"

"Un testo sulla scoperta di sé... eccetera... bla, bla..." taglia corto Erica ridendo "roba profonda e commovente, li ho presi per lo stomaco"

"Adoro come scrivi, è la tua strada, brava"

Continuano a chiacchierare tenendosi strette, una i palmi aperti sulla schiena dell'altra. 

"Grazie... mia madre non era tanto contenta, voleva che facessi leggi naturalmente, ma se ne farà una ragione..."

"Ora devi andare" le dice Marta stringendola ancora di più.

"Non voglio"

Restano in silenzio, si sete un ronzio, l'ascensore che si mette in moto, chiamato dai piani superiori. 

Marta si separa lentamente da lei e la allontana dolcemente con le mani contro le spalle. 

"Ok, ci vediamo prestissimo"

"Prestissimo" conferma Marta.

Si sente una persona entrare, chiudere la porta e l'ascensore ripartire. 

Erica sorride e guarda verso l'alto, impaziente "che palle, dammi almeno il tuo numero..."

Marta ci pensa per un momento, poi allunga la mano. Erica sorride e ci posa il telefono, la guarda digitare. 

"Ecco, ora sparisci" le dice restituendolo.

"Sì, prof."

Prima di uscire, Erica la abbraccia un'ultima volta e le posa un bacio sotto l'orecchio. 

"Grazie ancora per la felpa, ti scrivo" le sussurra.

Marta non ha il tempo di rispondere, che lei sguscia fuori e inforca la bicicletta, scomparendo nella notte. 



INSEGNAMI L'AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora