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Hanno salutato Silvia e Matteo e poi si sono guardate a lungo in silenzio, cercando di allontanare il più possibile in momento del distacco. 

"Vuoi un passaggio?" Propone Marta.

"Grazie, se non ti disturba..." non aspettava altro.

"Ma, figurati, mi fa piacere"

Erica le siede accanto in auto, ma sono ancora parcheggiate fuori dal bar, Marta non ha messo in moto.

"Non pensavo che saresti venuta"

"Nemmeno io"

Ma non è quello che le voleva chiedere, sin dall'inizio. "Perché sei andata via, l'anno scorso? Per colpa mia?"

Marta le sorride con dolcezza "è morto mio padre...."

"Oddio, mi dispiace..."

"... e mia madre vive lontano da qui, ha avuto bisogno di me i primi mesi... è stato complicato, sai è malata da tempo..."

"Che stupida" dice Erica mettendosi una mano sugli occhi"mi ero fatta un film in testa, per cui eri andata via per causa mia..."

Marta la guarda "sarebbe comunque stato complicato se fossi rimasta... forse è stato meglio così..."

Erica sa di cosa sta parlando, annuisce, poi guarda la manopola del cambio e ripensa  a quella notte di un anno prima, quando avevano percorso tutta la strada lungomare mano nella mano, le dita intrecciate, i respiri che si strofinavano. 

"Dai, ti porto a casa..." gira la chiave, accende il quadro, mette in moto. Scuote la testa per rimettere a posto un ciuffo e un pensiero, Marta. 

Erica per tutto il tragitto sta in silenzio, il vino rosso mescolato al sangue che rende il suo sguardo più liquido.

Quando Marta tira il freno a mano sotto casa sua, lei ha già la mano sul pulsante per sganciare la cintura di sicurezza, se ne libera e si siede di traverso, dando la schiena alla portiera e il volto a Marta, che fa altrettanto e le sorride.

Erica si accuccia con le ginocchia sul sedile, infila le mani tra le gambe e posa la tempia sul sedile "io non me ne vado da questa macchina stasera..."

Marta ride, poi si fa seria e si mette comoda anche lei "ah no? Ti fai rapire?"

Erica annuisce e si accuccia ancora di più sul sedile del passeggero.

"E cosa facciamo, tutta la notte qui dentro?"

"Mi racconti di te..." dice Erica con voce sottile, togliendosi le scarpe e rannicchiandosi sotto il giubbotto. 

"Ti racconto di me?"

"Sì, di quando eri ragazzina e ti sei innamorata..."

Marta sorride con dolcezza e si sporge per vedere il palazzo sopra di loro, in cerca di qualche luce accesa " i tuoi si domanderanno che ci fai, con la tua prof in macchina a quest'ora..."

Erica sorride beffarda "non abitiamo più qui, i miei hanno divorziato, venduto la casa e preso due appartamenti più piccoli in un altro quartiere"

"Mi dispiace..." 

"No, tranquilla, è meglio che vederli litigare tutto il tempo" dice Erica, sicura.

"Mi hai fregato, non me lo hai detto... che non stavi allo stesso indirizzo dell'altra volta..."

"Una piccola omissione..." questa volta è Erica a farle l'occhiolino.

Marta inspira a fondo, dopotutto non stanno facendo nulla di male... 

INSEGNAMI L'AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora