CAPITOLO 3 • Run

344 33 18
                                    

CAPITOLO 3
Run

Yoongi stava maneggiando con la fibbia della cintura sotto lo sguardo imbambolato di Jimin che si godeva la visuale della sua schiena muscolosa -ma non troppo- fintanto che finiva di abbottonarsi i jeans.

<<Non ti rivesti?>> Quella domanda lo risvegliò dal suo sogno ad occhi aperti.

<<Oh sì, subito!>>

Il biondino balzò in un lampo fuori dal letto, forse un po' troppo velocemente, perché un improvviso capogiro lo costrinse a risedersi sul materasso corrucciando gli occhi a causa di quella lieve vertigine.

Yoongi fece finta di niente, continuò ad infilarsi la maglia, poi la giacca di pelle con molta indifferenza, ma prima di lasciare la stanza, aveva qualcosa che gli premeva sottolineare al minore.

<<Oggi non eri in forma, che ti succede?>>

Jimin abbandonò la sua espressione corrucciata cercando di mostrare uno sguardo il meno sofferente possibile.

<<A dire il vero, non sono stato molto bene oggi>>

<<Mh, non farmi perdere tempo la prossima volta, okay? Avvertimi prima se non stai bene>> rispose seccato il corvino.

Jimin abbassò lo sguardo, sentendosi in colpa.

<<Scusa hyung, non ricapiterà più>>

Yoongi aveva abbassato la maniglia della porta, ma prima di uscire si rivolse nuovamente al biondino.

<<Nei prossimi giorni non ci vedremo. Ho del lavoro importante da sbrigare>>

E Jimin finse di credergli.

I due erano abituati a incontrarsi quasi tutte le sere. A volte capitava che il corvino si assentasse, appunto, per motivi di lavoro perché il suo Capo lo mandava in "missione" - come amava definirle- fuori città, in quanto preferiva che Yoongi si occupasse personalmente di "certi affari".

Stavolta però, Jimin non credette alle parole del maggiore.

Era convinto che fosse solo la scusa per potersi incontrare con la donna del locale.

Non l'aveva dimenticata.

E come avrebbe potuto quando sul collo di Yoongi spiccava una macchia violacea che, di per certo, sapeva non esserne stato l'artefice?

Fu la prima cosa che notó non appena si ritrovò di fronte al corvino e tutte le volte che, nel corso della serata, si era ritrovato a stuzzicare quella zona sensibile del suo corpo, non poté fare a meno di provare una morsa allo stomaco, immaginando il suo hyung insieme ad un'altra donna.

Si erano baciati.

Aveva fatto bene ad andarsene via. Non avrebbe retto di fronte a una scena del genere.

E Yoongi si era accorto di quanto il più piccolo fosse a disagio in quei momenti, ma ancora una volta, scelse la via dell'indifferenza.

In fin dei conti, non gli doveva alcuna giustificazione.

<<Ci vediamo, Jimin>> si congedò freddamente.

Jimin sentì la porta sbattere, segno che il maggiore aveva appena lasciato la stanza e ogni volta che sentiva quel tonfo, un pezzo del suo cuore si incrinava.

Non c'era giorno in cui il biondino non sperasse che Yoongi gli chiedesse di restare con lui, ma la consapevolezza che ciò non sarebbe mai accaduto lo portava solo a soffrire.. in silenzio.

SURVIVORS Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora