CAPITOLO 7 • Mikrokosmos

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CAPITOLO 7
Mikrokosmos

Il locale, come al solito, era gremito di gente e la musica era talmente alta da rendere quasi impossibile qualsiasi tipo di conversazione.

Jinyoung era piuttosto eccitato all’idea di fare finalmente un po' di baldoria e il fatto che fosse in compagnia di Jimin accentuava ancor di più il suo entusiasmo.

Jimin invece, era d’umore decisamente opposto. Era nervoso, teso, alla spasmodica ricerca di un paio di occhi neri come la pece e di un viso dalla pelle diafana.

La sua ricerca si rivelò abbastanza breve, difatti, trovò il corvino seduto sul divanetto di un privè, intento a sorseggiare il suo drink, in compagnia, neanche a dirlo, di una donna, ma diversa da quella con la quale lo aveva visto baciarsi l'ultima volta.

Cercò immediatamente di scacciare via quell'immagine dalla mente.
Non sapeva se sentirsi sollevato o rammaricato della cosa, ma era deciso a non volersi rovinare l'ennesima serata per via delle lacrime.
In fondo, un po’ se lo aspettava visto come si era concluso il loro ultimo incontro.

I due conversavano tranquilli, o meglio, lei parlava, lui non si preoccupava neanche di fingere di ascoltarla.

Tipico di Suga.

Sembrava non esserci nulla di così strano se non fosse per il fatto che la mano di quella donna si strusciava su una delle cosce del corvino e lui glielo lasciava fare, come se nulla fosse.

Deve avere una sorta di magnete in quella zona.
Pensò tra sé il biondino e il fatto stesso che Yoongi non ricambiasse quei tocchi non lo stupivano più di tanto.

Suga era più il tipo da ricevere attenzioni che a darle.

Jimin stavolta, nonostante il fastidio, sorvolò sulle immagini a cui i suoi occhi stavano assistendo e, determinato più che mai, mise in atto il suo piano, non prima di aver ingerito una modesta quantità di alcol.

Prese per il polso il suo amico Jinyoung e lo trascinò al centro della pista, mentre con l’altra mano reggeva il suo drink.
Presero parte alla marmaglia già ubriaca e sudaticcia, lasciandosi coinvolgere dal ritmo incalzante della musica, dimenandosi, come se fossero sotto gli effetti di una qualche sostanza stupefacente.
Inutile dire che le movenze dei corpi dei due ballerini attirarono gli sguardi di numerosi clienti dell'Omelas che lanciavano loro occhiate fameliche.

Tutti, o quasi, in quel posto sapevano chi fosse Jimin.

Essere il "protetto" del leader dei Bangtan aveva i suoi vantaggi, ma anche i suoi svantaggi, perché tutti lo osservano, alcuni lo invidiavano, altri lo odiavano, lo giudicavano, molti lo desideravano.

Un grande boato si formò intorno a loro che, inevitabilmente, giunse anche alle orecchie del corvino.
Non appena i suoi occhi scovarono l’immagine del giovane scatenarsi al centro della pista, scattò subito in piedi, versando il suo drink sul vestito da 400,000 won (circa 300 euro) della tipa seduta accanto a lui.

<<Ma che cazzo fai?>> sbraitò la bionda, ma ormai l'attenzione del corvino era rivolta altrove che neanche aveva fatto caso alla sua sbadataggine e la donna, irritata e bagnata -anche se non nel senso che avrebbe voluto lei- alzò i tacchi e se ne andò.

Jimin e Jinyoung si stavano divertendo come matti.
La musica era talmente alta che il pavimento sotto i loro piedi sembrava tremare.
A loro non dispiaceva affatto attirare l’attenzione di chi gli stava intorno, specialmente Jinyoung che aveva già adocchiato la sua preda, un bel ragazzo dai capelli castani e i riflessi biondi, che risaltavano meglio sotto gli effetti delle luci stroboscopiche.
Lo aveva puntato già appena entrati nel locale e durante la serata si erano scambiati innumerevoli occhiate, fino a quando fu lo stesso belloccio ad avvicinarsi a lui, approcciandosi in maniera spudorata, mentre ballava.
Jinyoung decise di rendergli il lavoro piuttosto semplice perchè cedette con facilità alle sue lusinghe.

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