CAPITOLO 9 • Boy meets evil

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CAPITOLO 9
Boy meets evil

Taehyung si sveglió coi primi raggi del sole che penetrarono dalla finestra. Sentiva particolarmente caldo e non era di certo per la temperatura, infatti, dopo essersi stropicciati gli occhi un paio di volte con le mani, notó il suo migliore amico dormire aggrappato alla maglia del suo pigiama, in posizione fetale, col viso nascosto sul suo fianco. Il moretto si accorse anche delle scie asciutte che solcavano il viso del biondino.

Jimin aveva pianto.

Probabilmente aveva aspettato che lui si fosse addormentato per farlo, senza farsi vedere.

Diceva sempre di essere abituato a quel trattamento da parte di Yoongi, rassegnato all’idea di non essere altro che un oggetto sessuale per lui.
Ma la verità era che a Jimin non andava bene per niente, ci soffriva, e nel vedere il suo migliore amico in questo stato, Taehyung fu pervaso da una nuova ondata di rabbia contro il corvino.

Si era alzato dal letto, facendo attenzione a non svegliare il biondino e si era diretto poi in cucina con l'intento di preparare la colazione per entrambi.
Solitamente non era compito di Taehyung occuparsi dei pasti, tra i due infatti, quello con la dote culinaria non era di certo lui.
Ma quella mattina aveva deciso che immortalarsi in un semplice, ma gustoso french toast fosse un buon modo per tirare su di morale il suo migliore amico.

Jimin era un amante della cucina straniera, specialmente quella europea. Almeno una volta a settimana si cimentava a sperimentare qualche piatto tipico e ovviamente Taehyung si offriva ben volentieri di fargli da cavia, pigro com’era, guadagnandoci ogni giorno del buon cibo caldo in tavola senza fare alcuno sforzo.
In questo modo aveva più tempo da dedicare ai videogames.

Mentre aspettava che i toast cuocessero in padella, pensò di portarsi avanti con le sue quotidiane pulizie di casa che consistevano per lo più nel mettere i panni sporchi nel portabiancheria, in attesa che Jimin programmasse il prossimo ciclo della lavatrice e rifare il letto, che però attualmente era ancora occupato dal suo migliore amico, perciò passò direttamente a svuotare lo zaino dell'università.

Tirò fuori alla rinfusa tutti i libri universitari, un block notes e alcune penne che teneva sparse -troppo svogliato persino da riporle adeguatamente nell’apposito astuccio- ma si accorse subito che qualcosa non andava.

<<Cazzo, dov'è finito?>>

All'improvviso Taehyung iniziò a sudare freddo quando si accorse che un quaderno in particolare non era dove doveva essere.

Se gli avessero mai chiesto di scegliere tre oggetti da salvare, semmai un giorno il suo appartamento fosse andato in fiamme, Taehyung non avrebbe avuto dubbi sulla risposta.
A parte il suo piccolo Tannie, esule dall’essere considerato un oggetto, e ovviamente Jimin sul quale confidava fosse intelligente abbastanza da mettersi in salvo da solo, avrebbe di sicuro portato con sè:
Il suo laptop
La figure action di Luffy
Il suo quaderno degli appunti.

E ora, proprio uno di questi oggetti, di vitale importanza, era misteriosamente sparito.

<<No, no, no! Dove diavolo l'ho messo?>> Il moretto dovette trattenere il suo impellente bisogno di urlare per non svegliare l’amico, ma era a tanto così da farsi prendere dal panico.

Quel quaderno custodiva mesi e mesi di duro lavoro, di notti insonni, di strategie, di calcoli per quello che, da anni, era ormai il suo più grande obiettivo nella vita:
vincere il torneo di Dota e qualificarsi come uno dei migliori giocatori a livello mondiale.

Voleva sollevare lui l'Egida dei Campioni.

Per questo aveva studiato, si era preparato, aveva formato il suo team e lo aveva istruito a dovere, ma a suo dire, non erano ancora pronti ad affrontare un torneo di quella portata.

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