CAPITOLO 26 • Blue Side

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CAPITOLO 26
Blue side

Jimin pensò per un momento di aver sbagliato locale, quando si era ritrovato di fronte al suo proprietario che sgridava, e neanche troppo discretamente il povero apprendista, Seungmin che, distrattamente, aveva confuso un’ordinazione servendo un drink “corretto” con il soju anziché con la vodka.

<<Dovresti essere un po' più gentile con i tuoi dipendenti, Hobi-hyung!>> scherzò il biondino.

<<Aish. Questo è quello che succede quando vuoi fare un favore agli amici e ti ritrovi a lavorare con degli incompetenti>>

Dal tono seccato con cui gli rispose il rosso, Jimin avrebbe già dovuto capire che qualcosa non andava e quando lo vide sbattere sul bancone il canovaccio che poco prima era poggiato sulla sua spalla, ne ebbe la conferma.

Era un atteggiamento insolito il suo, abituato a vederlo sempre allegro e sorridente.
Era talmente raro che qualcosa, o qualcuno, lo facesse innervosire in quel modo.

Molto strano.

<<Hobi-hyung, va tutto bene?>>

<<Si, è… solo una giornata “no”!>>

<<Oh capisco, capitano anche a me>> ridacchiò il più piccolo.

<<Allora, com'è andata ieri con Taeh…>>

<<Non dovresti essere qui Jimin. A Yoongi non piace che giri qui dentro da solo in sua assenza>>

Jimin intuì subito come l'interruzione alla sua domanda stesse a significare che il rosso non avesse affatto voglia di parlare di Taehyung, e questo non faceva che confermare i suoi sospetti: qualcosa non andava tra loro due!

Anche Taehyung gli era parso piuttosto sfuggente quella mattina a casa.

Jimin aveva pensato subito che l’appuntamento con Hobi non fosse andato bene, come se l’era immaginato, e sicuramente glielo avrebbe chiesto se non avesse cercato di evitarlo per tutto il giorno.

La mattina, Taehyung era uscito di casa presto, senza neanche aspettarlo per fare colazione, alquanto insolito da parte sua; era rimasto a lezione per tutto il tempo e poi nel primo pomeriggio, gli aveva scritto un solo messaggio dicendogli che si sarebbe fermato da uno dei suoi amici dei Wooga Squad.

Decisamente qualcosa non andava tra loro.

<<Speravo di trovarlo qui in effetti. Non è qui?>>

<<È fuori città, non te lo ha detto?>>

<<Oh, credo che mi avesse accennato qualcosa, ma non credevo fosse così presto>>

<<Dovresti tornare a casa. Se Yoongi lo venisse a sapere farà fuori prima me e poi te e io ho già tanti di quei problemi che non ho bisogno che si aggiunga pure lui>>

<<Qualcosa non va, hyung?>>

<<Non c'è niente che va. Jeongin si è dato per malato e Hyunjin è qui da solo a mandare avanti gli affari e non mi fido affatto a lasciare tutto nelle sue mani. In più devo controllare che il locale sia- >>

<<Ehi hyung, calmati, respira. Tranquillo. Questo tipo di serate le organizzi da sempre ed è sempre filato tutto liscio. Non dovresti agitarti per nulla>>

Jimin strinse le mani del rosso per tentare di calmarlo.
Aveva il viso arrossato, il respiro affannato, sopraffatto dall’ansia.

Era sempre più convinto che la causa del suo malumore fosse Taehyung, ma avrebbe voluto parlare col suo migliore amico prima di fare qualsiasi altra mossa, e in più, Hobi gli aveva dimostrato chiaramente di non voler parlare di lui, anzi, a dire il vero non sembrava incline ad alcun tipo di conversazione, perciò decise di lasciar il rosso al suo lavoro, restandosene in un angolo del bancone in silenzio ad osservare il viavai di gente.

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