CAPITOLO 36 • Lauder than bombs

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CAPITOLO 36
Lauder than bombs

La sera in cui lesse il testo di quella canzone, poté considerarsi un “nuovo inizio” per Jimin, non nel senso che il suo cervello avesse resettato tutto e ogni suo male fosse sparito come sotto l’effetto di un potente incantesimo, ma sicuramente fu evidente il suo cambiamento, già a partire dal mattino successivo.

Non era mai capitato nell’ultimo periodo che Jimin si alzasse presto la mattina per preparare la colazione a lui e a Taehyung, proprio come faceva un tempo.
Sapeva di aver esagerato nei toni e nei modi con lui e con Hoseok, per questo volle farsi perdonare esonerandolo per quella mattina dallo stare -controvoglia- dietro ai fornelli.

<<Chiminie, che- hai preparato la colazione?>> lo sentì sbucare fuori dalla sua camera ancora assonnato e con i capelli arruffati.

<<Mh, mangia o si fredda>>

La voglia di parlare era ancora piuttosto scarsa, ma a Taehyung era già bastato vedere la tavola imbandita e quel breve, brevissimo accenno di sorriso del grigio per sentirsi al settimo cielo.

Non aveva idea cosa fosse cambiato rispetto a quando gli aveva urlato contro, solo poche ore prima, ma ancora una volta, era convinto che centrasse Yoongi con quel suo cambio d’umore.

Sperava non fosse solo qualcosa di labile e passeggero.

<<Tae..>>

Il moro stava gustando la sua zuppa di tofu come se fosse il piatto più prelibato mai mangiato e in un certo senso lo era davvero, perchè cucinato dalle mani del suo migliore amico.

<<P-potresti accompagnarmi un po’ prima del solito allo studio del dottor Gong?>>

Per poco al moro, non gli cadde un pezzo di carne dalla bocca in seguito a quella richiesta.
Ormai si era rassegnato a dover combattere ogni lunedì, mercoledì e venerdì per convincere Jimin ad uscire dalla sua stanza, indossare dei vestiti puliti e accompagnarlo alle sue sedute settimanali.
Mai una volta che non l’avesse fatto penare o che non avesse tentato di distruggergli la macchina -prestata da Hoseok- tutte le volte che si trovavano parcheggiati davanti allo studio del suo psicologo.

Taehyung aveva perfezionato persino la sua guida -grazie all’aiuto del rosso- pur di garantire la sua sicurezza, facendo arrivare il suo migliore amico sano e salvo a destinazione.

<<S-si, si certo ti posso portare quando preferisci. Il dottore ha anticipato l’orario della vostra seduta per caso?>>

<<No, gli ho chiesto io di poterci incontrare prima>>

Taehyung era sempre più scioccato dall’insolito comportamento di Jimin. In realtà, era quasi come ritrovare il suo vecchio migliore amico di sempre, anche se, non voleva cantare vittoria troppo presto.
Poteva trattarsi pur sempre di un qualche effetto collaterale dei farmaci che assumeva e quindi il giorno dopo tutto sarebbe potuto tornare come prima, se non peggio.
Non volle perdersi comunque d’animo e approfittò di quell’atteggiamento volenteroso del grigio per assecondare ogni sua volontà.

<<D’accordo Chim, finiamo di fare colazione, ci laviamo e ti porterò ovunque tu voglia>>

Jimin lo ringraziò con un cenno della testa e senza neanche finire di mangiare la sua colazione, si alzò per andare a prepararsi.

Non aveva neanche varcato la porta che conduceva alla sua stanza quando il suo telefono, abbandonato accanto al lavello, aveva preso a squillare.
Jimin ignorò quel suono, ma il moro si allungò dietro per cercare di intravedere il mittente di quella chiamata, credendo fosse, come al solito, qualche suo compagno di corso a voler sapere che fine avesse fatto.

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