CAPITOLO 8 • Friends

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CAPITOLO 8
Friends

Il mattino dopo Jimin non fu sorpreso più di tanto nel ritrovarsi solo nel letto.
Per un attimo aveva sperato di svegliarsi con accanto il corpo del corvino e, nonostante sapesse fosse una cosa alquanto impossibile, non riuscì ad evitare di restarne deluso.

Come poteva pensare che Yoongi avrebbe potuto dormire insieme a lui?

Non aveva idea di quando si fosse addormentato, non sapeva neanche quando Yoongi avesse lasciato la stanza.
Era semplicemente crollato dal sonno, privo di forze.

Provò lentamente a tirarsi su dal letto, ma ogni minimo movimento non faceva altro che ricordargli quanto il maggiore ci fosse andato pesante con lui durante la notte.
Ogni arto era dolorante, il corpo ancora arrossato e dovette persino schiarirsi la voce, che faceva fatica ad emettere anche il più piccolo suono.

Yoongi non era mai stato così rude con lui, eppure il pensiero delle sue mani che schiaffeggiavano le sue natiche con quello strano arnese, o che gli strattonavano con forza i capelli, o i suoi denti che gli mordevano le carni, gli suscitò una nuova scarica di brividi che dovette trattenersi dall’eccitarsi di nuovo.

Ah, e quelle corde.

Quella breve, ma torturante costrizione lo aveva fatto sentire in trappola, e non solo fisicamente.
Sentiva di non avere più una via di fuga e che i sentimenti nei confronti del maggiore lo avrebbero spinto a sopportare qualunque cosa.

Inizialmente, si sentiva intimorito dalle azioni del corvino, ma in seguito, dovette ammettere a sé stesso che gli era piaciuto e tanto.

Gli tornò poi alla mente il diverbio che Yoongi aveva avuto con quell’uomo e che ogni suo gesto era, molto probabilmente, dettato dalla rabbia nei confronti del bianco  che lo aveva importunato. Lo leggeva nei suoi occhi l'astio nei confronti di quel tipo col quale sicuramente doveva avere dei problemi e che lui, in quel momento, era stato soltanto uno strumento per sfogare quella furia che lo aveva travolto.

Con questa consapevolezza, raccolse, a fatica, le sue cose e si diresse verso la porta, ma prima di uscire si guardò un’altra volta intorno, poteva sentire ancora nell'aria quell'odore di tabacco e menta che amava particolarmente, caratteristico del corvino, come se se ne fosse andato da poco, ma Jimin sapeva che il suo hyung non sarebbe mai rimasto con lui.

Non poté fare a meno di provare un velo di delusione che lo portò a stringere con forza la maniglia della porta fino a far impallidire le nocche, tirò su col naso, sforzandosi di trattenere le lacrime. Richiuse la porta alle sue spalle e col capo chino si diresse verso l'uscita dell'Omelas passando per la porta sul retro senza che nessuno si accorgesse di lui.

Ciò che non sapeva era che Yoongi era davvero rimasto lì fino a poco prima del suo risveglio.
Il corvino aveva passato la notte accanto a lui, nonostante non fosse riuscito a chiudere occhio, era rimasto lì a vegliare sul più piccolo, ma questo, Jimin, non avrebbe mai dovuto saperlo.

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Taehyung era appena rientrato a casa dopo una lunga e noiosa giornata all'università. Dopo essere stato accolto da un Yeontan festoso, la prima cosa che fece fu entrare nella camera dell’amico che non vedeva dalla sera prima.

<<Chimmie, ehi, non sei venuto a lezione stamattina. Quando sei tornato?>>

Da quando era rientrato dall'Omelas, Jimin aveva trascorso tutto il tempo steso a letto, rifugiandosi tra le calde lenzuola di flanella in cerca di sollievo e di calore.

<<Scusa TaeTae, ma non mi sentivo tanto bene e avevo bisogno di riposare un po'>> provò a scusarsi con un filo di voce, mentre la sua testolina bionda sbucava fuori dalle coperte.

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