«Ma è davvero opportuno che un Pensatore si lasci coinvolgere in giochi del genere, Merula?» mi domanda Silia.
«No, se si tratta di un Pensatore dall'animo debole e poco saldo nella virtù» rispondo e, nel frattempo, tento di orientarmi tra gli alberi. Questa pioggia non ci voleva. Rende tutto più difficile.
«Ah, beh» dice, tirando su con il naso, «il mio è sicuramente forte e saldo abbastanza, allora».
«Certo. Anche il mio».
Certo. Cioè, insomma, quasi. Se non fosse per quell'unico, trascurabile punto debole sulla cui testa, al di fuori dei Saturnalia, è deposta una corona. Corona che, per fortuna, in condizioni standard, è più che sufficiente a tenermi a debita distanza da lui. Al momento, però, non ci troviamo in condizioni standard.
«Forse è meglio se torno alla radura da Fumilla» afferma, e mi mostra il foglietto bianco. «Ma... corro qualche rischio, ad andare da sola? Qualcuno, nel bosco, potrebbe... assaltarmi in qualche modo?»
«Nessuno ti assalterà» la tranquillizzo. «Nessuno, durante una partita di ludus sicariorum ejaculatio, perderebbe tempo ad assaltare una persona non in grado di—»
«Ho capito» squittisce. «Anche se, in realtà mi è rimasto un dubbio. Quale sarebbe, in sintesi, lo scopo di questo turpe gioco?»
«Siamo stati divisi in quattro squadre, giusto? Tutti i giocatori hanno pescato un bigliettino, ma una sola persona per squadra ne ha pescato uno con sopra una S. Quella persona è il sicarius, ma non può rivelarlo a nessuno. Tutti gli altri hanno pescato il biglietto bianco e sono le potenziali vittime».
«Quindi ci sono quattro sicarii, tra noi?» chiede, accigliata.
«Sì, esatto. Quattro sicarii. Che devono aspettare che sia passata mezz'ora per dare il tempo a tutti i partecipanti di disperdersi e nascondersi. Dopodiché, hanno a disposizione tutta la notte per cercare la propria vittima, tra i membri delle altre squadre, e colpire».
«Colpire» ripete.
«Sì» confermo. «Assaltarla. Sessualmente. Affinché—»
«Che gioco senza senso» mi interrompe. «Considerato come ragionano i maschi, sono sicura che ognuno di loro sarebbe ben felice di essere scelto come vittima. Altro che nascondersi!»
«Sì, beh... insomma» la contraddico. «È pur sempre una responsabilità, considerato che rischia di far perdere la propria squadra».
«Cioè, a vincere è la squadra la cui vittima non...»
«Esatto, sì. O che lo faccia per ultima, quantomeno» annuisco. «Certo, qualcuno potrebbe esporsi per farsi trovare apposta dai sicarii delle squadre avversarie, è vero. Ma dovrebbe essere davvero molto sicuro di se stesso, considerando ciò che succede alla reputazione di chi fallisce in questo gioco».
«Cosa... succede alla sua reputazione?» domanda, deglutendo.
«Hai presente, quel senatore che tutti chiamano Ejaculatio Precox? Credi sia il nome che gli ha dato sua madre?»
«Va bene, va bene» mi ferma, alzando una mano. «Comunque, non è un gioco che fa per me».
Sì, beh, su questo non posso che concordare. E, anzi, normalmente sarei dello stesso avviso. Mi era capitato una sola volta di parteciparvi, durante gli scorsi Saturnalia. Il campo da gioco era stato allestito all'interno della bioselva dell'Urbe. Io avevo pescato un biglietto bianco ed ero stata tutta la notte a passeggiare in mezzo ai pecci aspettando che il gioco finisse e approfittando dell'estenuante attesa per accrescere la mia assai scarsa cultura botanica quel tanto che bastasse per imparare a distinguere un pitosforo da un rododendro.
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SATURNALIA
Science FictionDopo la Grande Glaciazione, gli abitanti di Nova Roma-II sono tutto ciò che rimane dell'umanità. Umanità che riesce a sopravvivere solo grazie a sofisticati sistemi di scongelamento e che, negli ultimi cento anni, ha edificato un rigido sistema so...