«Sì, è vero, Settimo ti ha richiesta a Flaviana per lui» mi dice Derclide. «Puoi tenerlo un attimo?»
Lascio che mi passi l'adorabile Coso che, non appena si stacca dal seno della madre per approdare tra le mie braccia, mi rigurgita addosso.
«Non avrei mai pensato di poter provare dei sentimenti di odio e disprezzo per una creatura così piccola» dico, e Derclide ride.
Da quando ha smesso di produrre incresciosi versi bovini e ha iniziato a mostrarmi questo senso dell'umorismo bieco e meschino da Pensatore, devo ammettere, Derclide ha cominciato a starmi parecchio simpatica. Mi pare stia bene. Ho l'illusione che il fatto che siano passate oltre ventiquattrore e la febbre non le sia mai risalita sia un ottimo segno, anche se non sono ancora del tutto tranquilla.
«Non devi preoccuparti per Settimo» riprende. «Non ti farà alcun male».
«Non sono preoccupata. Immagino che mi abbia voluta per aiutare te a partorire, non certo perché desideri abusare di me».
«Per aiutare me a partorire, ma anche per salvare te da Flaviana» precisa, poi si ferma un attimo a guardare il brutto Coso – che io ho prontamente deposto nella culla – come se fosse la cosa più bella che abbia mai visto. «Settimo è buono, Merula. È la persona più buona che abbia mai conosciuto. Guarda tutto quello che ha fatto per me—»
«Quello che ha fatto per te mi sembra il minimo, sinceramente» la contraddico.
Lei resta a fissarmi per qualche istante con espressione corrucciata.
«Guarda che non è Settimo il padre di Coso» dice, infine.
E trovo talmente irresistibile il fatto che abbia iniziato anche lei a chiamarlo Coso che quasi rischio di perdere il senso di ciò che ha detto.
«Davvero?» chiedo. «Sei sicura?»
«È ovvio che sono sicura, Merula, dai» sorride e si lascia cadere sui cuscini che le abbiamo sistemato dietro la schiena. «Il padre è il console Valentiniano».
«Mehercle... cazzo, che...» mi interrompo. Che schifo, dannazione.
Mi stupisco di non averci pensato prima. Derclide era una sua schiava ed è bellissima. Perché mai il vecchio maiale non avrebbe dovuto abusare anche di lei?
Lei, ora, ha abbassato lo sguardo. È mortificata. Si sente umiliata, inzozzata. Sì sente giudicata. Perché è questo che io ho fatto, la prima volta in cui ci siamo conosciute.
«Adesso capisco perché Coso è così brutto» dico, e lei scoppia a ridere.
«Settimo è il mio amico più caro» riprende, con il volto disteso in un'espressione più rilassata. «Lui è come un fratello per me, fin da quando è arrivato a casa di Valentiniano».
«E quando ci è arrivato?» domando.
«Avevamo circa nove anni».
«Dopo la morte dell'imperatore Druso, quindi?»
Lo dico e me ne rendo conto da sola. La carnagione olivastra, i capelli di un nero così intenso, quegli occhi ambrati...
«Lui veniva dalla Cappadocia, vero?»
«Sì, esatto» risponde Derclide.
«Ed è finito in schiavitù dopo la ribellione, non è così? Era il figlio di qualcuno di importante?»
«Questo non lo so, Merula. Lui non ha mai parlato del suo passato» risponde. «Conta anche che non abbiamo mai avuto tutte queste occasioni di chiacchierare».
«Non vivevate insieme?»
«Sì, ma Valentiniano era ossessionato dall'idea che qualcuno potesse tramare alle sue spalle, e lui e Flaviana avevano orecchie ovunque. Alcune volte, per riuscire a scambiare due parole, ci chiudevamo dentro il bagno, l'unico posto in cui non ci facevano spiare. Ma perché ti interessa?»
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SATURNALIA
Sci-fiDopo la Grande Glaciazione, gli abitanti di Nova Roma-II sono tutto ciò che rimane dell'umanità. Umanità che riesce a sopravvivere solo grazie a sofisticati sistemi di scongelamento e che, negli ultimi cento anni, ha edificato un rigido sistema so...