VIII • QUANTO PLURES MALI SINT

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Dopo ore passate sotto il sole a picco, la novità della pioggia è stata accolta con un entusiasmo insperato da tutti i presenti, al comitium. Tanto che la loro incredula felicità ci ha consentito di riunirci nella Curia Hostilia per discutere sul da farsi senza che questo scatenasse un'insurrezione.

La loro incredula felicità e il mitra di Gallius puntato contro di loro, ovviamente.

«Sì, quello che avete ipotizzato ha senso» dice l'imperatore. «Potrebbe trattarsi di una simulazione. Una sorta di rievocazione storica».

Siamo qui dentro da più di mezz'ora. La curia è una costruzione a pianta rettangolare in fulgido travertino rivestito di stucchi e rilievi di teste di divinità e dotata di un pesante portale d'ingresso in bronzo che Gallius ha prontamente richiuso alle nostre spalle subito dopo il nostro ingresso.

Non ero mai entrata qui dentro. Il soffitto è alto almeno venti metri e a cassettoni, la pavimentazione è in opus sectile di marmo ed è costellata di strisce di led blu dalla funzione a me ignota. A destra e a sinistra tre gradini larghi e bassi costituiscono la collocazione dei trecento seggi dei Senatori e, alle loro spalle, le pareti lunghe sono decorate da nicchie inquadrate da colonnine e contenenti statue olografiche di saggi arcaici che ci osservano incuriositi e si affacciano per parlottare tra loro gettando su tutta la sala una tremula luce celestina.

Sulla parete di fondo c'è il basamento per la presidenza e, dietro di esso, l'enorme bassorilievo con l'elmo alato con i gladi e i picconi, simbolo di Nova Roma-II.

Noi otto ci siamo ammucchiati tutti da un lato ma nessuno ha ancora avuto il coraggio di sfidare la sacralità del luogo per mettersi a sedere, neanche io che sono francamente stremata.

«Ma, se così fosse, perché non avvisarci?» domanda Marcus, per niente convinto.

«Forse per farci vivere un'esperienza più autentica» gli risponde Silia. «Pensa alla faccenda degli schiavi. Ogni anno, per tutta la settimana, vengono esonerati dal servire. E quindi? Sappiamo tutti, schiavi e padroni, che alla fine di quei sette giorni tutto tornerà come prima. Il padrone si presta al gioco, ma lo schiavo sa bene che se dovesse esagerare sarà punito. Altro che libertà».

«Ma perché solo alcuni di noi?» insiste Marcus. «E questo posto... dove siamo?»

«Ma piuttosto» interviene Corvus, «chi avrebbe mai potuto avere mezzi e facoltà di orchestrare un'enormità del genere?»

«Ah, io lo so» gli risponde mio fratello. «Escludendo l'imperatore, restano gli Àuguri».

«Ti senti bene?» domando a Fumilla, tutta tesa e tremante al mio fianco.

«Per niente» risponde. «Vorrei andare a casa».

«Ci andremo» la rassicuro, in modo del tutto arbitrario, come mio solito. Ma Fumilla, tanto, mi crede sempre.

«Gli Àuguri non c'entrano niente con questa storia» ribatte Corvus. Ma è nervoso. Me ne accorgo da come i suoi occhi da rapace si assottigliano in due fessure tutte le volte in cui ruota lo sguardo per puntarli verso Marcus e i suoi sospetti.

«Cesare» lo chiama Settimo, che è in piedi un passo indietro tutti gli altri con la schiena poggiata contro una della colonne. «Chi c'è dietro la Voce dell'Impero?»

«Ah, nessuno» risponde, scuotendo la testa. «È un'intelligenza artificiale».

Quest'ultima rivelazione fa piombare la curia nel silenzio. Credo che anche la pioggia, nel frattempo, sia cessata.

«Che palle» rompe il silenzio Bulla Aurea, dopo qualche istante. «Aveva una voce così arrapante».

«Faremo in questo modo» conclude l'imperatore, «faremo spostare tutti i cittadini dell'Urbe giù nella Suburra, dove ci sono cibo e provviste, e daremo ufficialmente inizio ai festeggiamenti. Nel frattempo manterremo in attività questo Consiglio che, formalmente, si occuperà di dirigere e supervisionare i Saturnalia sotto la guida di Claudia Fumilla ma, ufficiosamente, ci consentirà di continuare a riunirci per fare il punto della situazione. Vi sta bene?»

SATURNALIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora