Chapter 1: "You're Embarassing"

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Nascere sotto il segno della vergine fa schifo ed è una sfortuna che non auguro a nessuno.

Le prese in giro cominciano alle medie, quando i bambini che prima giocavano con i Lego e si mettevano le dita nel naso scoprono l'incredibile mondo del sesso, e cominciano a conoscere i termini appartenenti ad esso, usandoli nei contesti meno appropriati oppure come presa in giro.

Cara Sandler è sempre stata 'la vergine'.
Ovunque andassi ero la verginella, di segno e di fatto.
Sul fatto che lo fossi biologicamente non mi sono mai pronunciata, ma dato che sono in grado di inciampare anche nell'aria e di fare figure di merda aprendo semplicemente bocca la cosa è stata data per scontata.

Ma le prese in giro hanno raggiunto l'apice alle superiori, dove se sei una del terzo anno e sei vergine o sei una suora, oppure sei un cesso a pedali.
Esattamente non so in quale categoria rientri, non sono bella, quindi potrei essere un cesso a pedali, ma allo stesso tempo potrei essere una suora dato che, nonostante creda più negli alieni che in Dio, sono probabilmente la ragazza più innocente e pura della scuola.

O forse, sono ancora vergine perchè sono semplicemente imbranata.

Non è un segreto la mia goffaggine. E se non pensavo di poter essere più clichè di così, per mia immensa felicità corrispondo anche allo stereotipo della ragazza sfigata e bruttina innamorata del ragazzo più popolare della scuola.

Insomma, se facessero un casting per cercare la protagonista di un film adolescenziale di serie B con ogni probabilità sceglierebbero me, a meno che la mia sbadataggine non mi faccia commettere errori impedonabili come rompere una telecamera o vomitare sui piedi del regista per l'ansia.

Tornando alla mia condizione esistenziale di personaggio clichè di romanzo d'amore, io parto avvantaggiata, se così vogliamo dire, perchè il ragazzo di cui sono innamorata sa addirittura chi sono! Non perde occasione per chiamarmi 'verginella', e nonostante sappia che probabilmente dovrei sentirmi oltreggiata e offesa non posso evitare di sentirmi euforica e piena di felicità, perchè se Luke Hemmings ti rivolge la parola, anche se per schernirti, non puoi non sentirti in capo al mondo.

É decisamente fuori dalla mia portata, con i suoi occhi azzurri in grado di farti impazzire e quei capelli che sono i protagonisti dei miei sogni più sfrenati da anni, ma nonostante ciò sono una sognatrice, una che non perde mai la speranza, oppure, come preferisce definirmi il mio fratellastro, un caso clinico, quindi ho provato in ogni modo a farmi notare da lui non più come 'verginella', ma come Cara, un'affascinante (i miei sogni sono selvaggi, lo ammetto) e carismatica ragazza perfetta per lui.
Bigliettini anonimi e cambi di look fai-da-te non sono serviti, purtroppo, ma forse ricorrere un clichè cinematografico potrebbe essere la soluzione.
Tanto non ho nulla da perdere, e se proprio devo essere un clichè che respira, tanto vale esserne uno degno di questo nome.

Per questo motivo adesso sono in fila alla mensa per cercare di accaparrarmi uno degli ultimi piatti di pasta al ragù, cercando disperatamente con lo sguardo Luke, perdendomi come al mio solito nelle mie fantasie.
Una volta ho immaginato i nostri figli con tanto di nomi e future carriere, ed è in quel momento che ho capito che forse la mia cotta stava prendendo una strana piega.
Ma Lily Hemmings sarà la psicologa di famiglia, quindi non ho di che preoccuparmi, si prenderà cura lei della sua mamma.

Finalmente arriva il mio turno ed afferro  il tanto atteso piatto e una bottiglietta d'acqua, dirigendomi verso la cassa per pagare mentre continuo ad osservare la mensa alla ricerca di quel ciuffo biondo protagonista dei miei sogni ad occhi aperti.
Bingo!
Dopo pochi secondi lo trovo, in piedi vicino al tavolo sotto la finestra, il tavolo dove siede sempre con i suoi amici e le fidanzate temporanee -perchè non ha ancora capito che sono io quella giusta per lui-, e la fortuna sembra assistermi perchè proprio in quel momento Luke comincia a camminare nella la mia direzione con il suo amico di cui non conosco il nome, ma suppongo siano abbastanza intimi dato che sono inseparabili.
A volte mi chiedo se anche i maschi vadano in bagno a coppie come le ragazze, perchè in quel caso sono sicura che Luke e il ricciolino probabilmente suo migliore amico andrebbero in bagno insieme.
Fingendo di leggere qualcosa sul cellulare con lo schermo spento, giusto per aggiungere un po' di ridicolo a questa sceneggiata, vado loro incontro, quando urto qualcuno e sento il rumore di qualcosa di rovesciato.
Vittoria!

Alzo lo sguardo dal telefonino e fingo stupore quando noto la maglietta nera di Luke sporca di sugo.
"Verginella del cazzo! Guarda dove vai, imbranata!" Mi urla addosso immediatamente, mentre tutta la caffetteria si ammutolisce e gli sguardi si spostano su di noi.
Sento le mie guance farsi calde prima che Luke mi butti a terra il vassoio e scappi verso il bagno, seguito dalla sua ochetta personale.

Non era così che doveva andare.

Abbasso lo sguardo e vedo i rimasugli della pasta macchiarmi i leggins neri, e sospiro, trattenendo le lacrime, mentre mi piego a raccogliere il vassoio, il piatto e l'acqua nella mensa che riprende il suo mormorio e sento più di una volta le parole "sfigata" e "verginella".

"Dio, sei imbarazzante" sento sospirare da una voce nuova, e solo in questo momento mi accorgo che l'amico di Luke è ancora qua e mi sta guardando con sguardo quasi dispiaciuto.
É dispiaciuto per l'accaduto o per la mia goffaggine?
"Lascia che ti aiuti" mormora, chinandosi e raccogliendo il piatto ed il vassoio mentre io prendo l'acqua, e con un fazzoletto cerco di togliermi la pasta dalle gambe, prima che una grande mano mi afferi e, buttato il vassoio ed il piatto nel cestino, mi porti verso il bagno del primo piano.
"Non ce n'è bisogno..." tento di protestare, ma la stretta del ragazzo dai capelli color miele si intensifica mentre entriamo nel bagno delle ragazze.
"Hey, tu non potresti entrare qui" dico, ed una risatina scappa dalle labbra del ragazzo.
"Sai, credo che questa sia l'ultima cosa di cui tu ti debba preoccupare al momento" risponde, e detesto ammetterlo ma ha ragione.
"Okay, tu pulisciti, io vado a cercare un paio di pantaloni che possa andarti" dice, ed io tento nuovamente di protestare ma lui mi precede.
"Niente obiezioni".

Sbuffo ed annuisco, e lui sorride mettendo in evidenza un bel paio di fossette profonde prima di scomparire fuori dal bagno.
Mi guardo allo specchio e maledico sottovoce il mio essere così dannatamente imbarazzante, ma cosa posso farci?
È di famiglia.
Facendo attenzione a non macchinare la camicetta blu e lilla mi sfilo i leggins neri, rimanendo così solo in mutandine, ed arrossisco al pensiero che il ragazzo possa vedermi così. Detesto sentirmi esposta.

Grazie a Dio oggi ho indossato una camicetta abbastanza lunga che arriva a metà coscia, e comincio a cercare di smacchiare i pantaloni quando un leggero bussare mi riscuote e sussulto, coprendomi il più possibile, mentre mi giro verso la porta dalla quale una mano mi passa un paio di pantaloncini da basket blu e gialli.

"Ho trovato solo questi, sono miei. Ti aspetto fuori" dice il ragazzo, ed io arrossisco prima di afferrarli e mormorare un piccolo "grazie".
Avrei preferito fossero di Luke, ma fa nulla. D'altronde, lui non gioca a basket, ma a calcio, cosa piuttosto stupida data la sua altezza.
Veloce come un fulmine infilo i pantaloncini, legandoli leggermente in vita, e quasi ridacchio al contrasto con la mia camicetta ed i Dr Martens neri, ma meglio di nulla.
Infilo i leggins sporchi in una busta che trovo nella borsa ed esco dal bagno, trovando il ragazzo misterioso appoggiato con la schiena ed un piede agli armadietti.

"Credo di non aver mai visto un tentativo di rimorchio più patetico. Ah, comunque prego. I pantaloncini puoi ridarmeli domani" dice, sorridendo con fare ironico, ed io socchiudo le labbra quando lo vedo andar via, lasciandomi da sola nel corridoio deserto.
"Aspetta! Non so neanche come ti chiami!" Urlo, ed il ragazzo si gira piano, alzando leggermente la bandana nera che indossa tra i ricci biondi, prima di rispondere con le tre parole che cambieranno la mia vita.
"Ashton, Ashton Irwin".

Virgin Virgo || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora