Chapter 3: "Be Cute!"

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Okay, lo ammetto. Forse mia madre ha leggermente ragione quando dice che sono asociale.
Leggermente.
Ma non é colpa mia se preferisco stasera chiusa in camera con la finestra aperta a guardare serie tv in streaming nel letto.
Non è che abbia amici o amiche. Roxanne non la posso reputare tale, semplicemente stiamo da sole assieme...se questo ha senso.
"Cara! Esci dalla tua camera, ragazza, vai a fare un giro, a fare shopping...quello che vuoi, ma esci" esclama mia madre, entrando in camera senza bussare.
Alzo gli occhi al cielo e metto in pausa l'episodio di Once Upon A Time che sto guardando per guardarla, e la prima cosa che mi salta agli occhi é il suo grembiule sporco di farina.
"Stai cucinando? Tu? Davvero?" Chiedo, sorpresa, dato che mia madre sarebbe in grado di bruciare un uovo sodo.
Lei alza un sopracciglio, guardandomi come se fossi matta: "ho seguito un corso online di cucina, e comunque non ti lamentare. Stasera abbiamo ospiti a cena" risponde, ed io alzo nuovamente gli occhi al cielo.
Questo significa che dovrò scendere di sotto, fare un sorriso falso, ingoiare il cibo carbonizzato con litri d'acqua ed ascoltare noiose chiacchere tra vecchi.
"Va bene, comunque non voglio uscire, Capitan Uncino mi tiene incollata allo schermo" rispondo, fissando in adorazione lo schermo su cui si vedere il personaggio in una posa davvero provocante.
"Speravo di convincerti così, ma a quanto pare devo usare gli estremi rimedi. Ti do cinquanta dollari, vai al centro commerciale e ti compri qualcosa di carino per stasera, d'accordo?" Chiede, sembrando esasperata dal mio comportamento, ed alle paroline magiche le regalo nuovamente la mia attenzione.
"Cinquanta dollari? Davvero?" Chiedo, volendo essere sicura di abbandonare Capitan Uncino per una buona ragione.
Lei sospira ed annuisce, ed io mi alzo dal letto per abbracciarla, ma lei esce dalla mia stanza subito urlandomi di vestirmi.
Mi cambio in qualcosa di più decente della tuta che indosso quando il mio sguardo cade sui pantaloncini da basket di Ashton, che ieri ho piegato e posato sulla scrivania, con lo scopo di ridarglieli il prima possibile.
Sospiro e scuoto la testa, andando in bagno per lavarmi i denti, mentre incrocio il mio fratellastro, Michael.
"Il vampiro è uscito dalla sua tomba, domani nevicherà" esclama con un sorriso, ed io alzo gli occhi al cielo per l'ennesima volta della giornata.
"Che ridere. Quando torni all'università?" Chiedo, sapendo che a breve il ragazzo dai capelli momentaneamente bianchi e neri tornerà a Melbourne, dove studia.
"Lunedí, Cara. Ma, hey, pensavo fossi felice di passare del tempo con il tuo fratellone" si imbroncia, incrociando le braccia, ed io mi avvicino ad abbracciarlo quando inciampo e quasi cado, se non fosse per le braccia di Michael che mi prendono giusto in tempo.
"Sempre così imbranata" scuote la testa, ridacchiando, ed io gli tiro uno schiaffetto sul braccio mentre mi rimetto in piedi.
"Sento in particolar modo la gravità, non sono imbranata" rispondo, e con una dua risatina in sottofondo arrivo in bagno.
Mi era mancato Michael.



"Con qualcosa di carino intendevo un vestitino, ma non posso pretendere molto" sospira mia madre quando vede cosa ho comprato, ed io scoppio a ridere alla sua espressione rassegnata.
"Lo sai che odio le gonne" rispondo, rimettendo nella busta gli acquisti, e dopo averle lasciato un bacio sulla guancia torno in camera mia.
"Fatti carina, mi raccomando!" Sento urlare a mia madre, e alzo gli occhi al cielo mentre decido di deviare ed entrare in camera di Michael.
"Mike, mi pres...oh, Vergine Maria" esclamo, appena mi accorgo che non è da solo.
"Cara, cazzo! Bussare mai, tu, vero?" Urla, cercando di coprire con un lenzuolo lui e la ragazza sotto di lui.
"Io...ehm...scusa...okay...vado...ehm" balbetto, camminando all'indietro, cercando di abbandonare il più velocemente possibile la stanza, ma ovviamente rischio di cadere inciampando in un cumulo di vestiti.
Per miracolo rimango in piedi ed esco, correndo verso la mia stanza cercando di dimenticare ciò che ho visto.
Che schifo. Ma la colpa é mia, dovevo bussare.
Passano velocemente le ore, tra un episodio di Once Upon A Time e l'altro, e purtroppo per me presto si sente il campanello suonare.
Indosso un sorriso finto e scendo, cercando di tirare più in basso i pantaloncini corti per cercare di coprirmi il più possibile, ma quando arrivo in ingresso mi blocco sui miei passi appena riconosco una figura.
"Oh, finalmente Cara è uscita dalla sua catacomba e potete conoscervi!" Esclama mia madre muovendo una mano verso Ashton, che sembra perfettamente a suo agio al contrario di me. Vorrei seppellirmi in questo momento.
"Noi ci siamo già conosciuti" spiega il riccio, guardandomi con un sorriso, mentre io arrossisco e le nostrs madri si scambiano uno sguardo complice.
"Oh, perfetto, allora! Michael e la sua fidanzata purtroppo hanno deciso di uscire, quindi sarete solo voi" spiega mia madre, mentre Darren, suo marito e padre di Michael, si schiarisce la gola.
"Non metterli in imbarazzo" ammonisce la donna, che sorride e mi fa cenno di portare Ashton di sopra.
"Andiamo" borbotto, ma subito la voce di mia madre ci richiama.
"Tesoro, lo porterai di sopra dopo, adesso mangiamo" esclama, ed io alzo gli occhi al cielo mentre ci spostiamo in sala da pranzo.
"Spero che la cena sia di vostro gradimento" dice, e subito gli adulti intavolano una conversazione piena di vocaboli che non conosco, mentre io, affamata, afferro la pirofila con il purè e ne prendo una cucchiata, rimpiangendolo subito quando noto che ne ho versato un pò sui pantaloncini, e salto sulla sedia per il bruciore.
"Merda" esclamo, richiamando l'attenzione di tutti, soprattutto quella di Ashton che sembra divertito a guardarmi mentre mi pulisco il purè dai pantaloni e dalle gambe.
"Scusateci, vado ad aiutarla a pulirsi" dice il riccio, prendendo in mano la situazione, e mi afferra per una mano prima di portarmi al piano di sopra.
"Il bagno è da questa parte" mormoro, guidandolo verso la stanza giusta, ed appena entriamo lui scoppia a ridere.
"Perchè ridi delle disgrazie altrui?" Chiedo, imbronciandomi mentre afferro della carta igienica e tolgo dalle gambe il cibo ormai fortunatamente freddo.
"Sei buffa per quanto sei goffa. Pensavo che avremmo potuto rimandarla ma a quanto pare la faremo stasera" dice, seguendomi mentre vado in camera, ed io mi giro confusa a quelle parole.
"Cosa faremo?" Chiedo, e sento un calore sulle guance quando sento la sua risposta.
"La prima lezione".

Virgin Virgo || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora