Chapter 2: "Are You Serious?"

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Credevo non ci fosse niente di peggio che essere chiamata 'verginella', ma evidentemente mi sbagliavo. Eccome, se mi sbagliavo.
Essere stata insultata da Luke Hemmings nel bel mezzo della mensa durante il pranzo é peggio, perché oltre a 'verginella' adesso si aggiungono 'sfigata' ed 'imbranata'.
Non ho mai dato peso alle voci di corridoio, ma quando ti prendono in giro faccia a faccia non puoi ignorarle.
"Hey, Sandler, forse se paghi qualcuno riesci a perdere una delle tue verginità": e siamo a uno. Stupide cheerleader.
"Camicetta lilla e blu, Dr. Martens nere e pantaloncini da basket blu e gialli? Ci credo che sei ancora vergine, sei un caso disperato" mi dice un ragazzo che sembra appena la copia mal fatta di uno dei personaggi di Friends con quella giacca di pelle nera.
Sbuffo, chiudendo l'armadietto con i libri ancora in mano, e credo di non aver mai ringraziato così tanto il Signore (in cui non credo) per l'arrivo del weekend.
Una pausa dalla mia vita come Verginella Sandler per indossare finalmente i panni di Cara Sandler.
Sto per uscire dall'atrio quando vedo Luke ed i suoi amici 'fighi' nell'angolo, e nonostante tutto non posso evitare di pensare a quanto sia dannatamente bello.
Il mio povero cuore comincia a battere più forte ogni volta che lo vede perchè, andiamo, é perfetto! I denti sono perfettamente dritti e bianchi, i capelli sono perfettamente alzati in un ciuffo e tutto in lui urla perfezione. Che gioco di parole.
Devo riprovare ad attirare la sua attenzione, ed un'idea mi salta in mente, nonostante sappia che sia patetica, ma in amore ed in guerra tutto vale.
E così mi ritrovo ad ondeggiare i fianchi nell'atrio come una modella sulle passerelle di Milano, New York o Londra, mentre porto i capelli in avanti per poi lanciarli all'indietro...o almeno provarci.
Perché qualcosa nel mentre va storto ed una folata di vento mia nemica mi fa andare una ciocca negli occhi, danneggiandomi la vista, ma nonostante ciò continuo ad ondeggiare e...beh, il risultato sono le risate da parte di Luke ed il suo gruppo, perché inciampo nel tappeto e finisco con il sedere per terra, mentre tutti i libri volano in aria per poi cadere ai miei piedi.
"Imbranata, guarda dove vai. E non é cadendo ed aprendo le gambe che qualcuno ti sverginerà" sento urlare a Luke, e le mie guance diventano color porpora mentre copro il viso con le mani, quando sento le risate scemare, segno che Luke e la sua combriccola sono andati via.
Tolgo le mani dal viso e sospiro, convinta di essere sola, quando vedo davanti ai miei occhi una grande mano ed un polso pieno di braccialetti colorati.
"Vieni" dice il proprietario della mano, ed appena alzo lo sguardo trovo davanti a me Ashton per la seconda volta della giornata.
Titubante afferro la sua mano e con il suo aiuto mi rimetto in piedi, scrollando la polvere dai miei pantaloncini (in realtà di Ashton) quando lo vedo intento a raccogliere i miei libri da terra.
"Non...non ti preoccupare, di oggi hai già fatto abbastanza" dico, cercando di protestare, ma lui suote la testa e mi passa i libri, afferrandomi poi una mano e guidandomi fuori da scuola.
"Vieni, ti do un passaggio" dice, ed io mi giro verso di lui, guardandolo sconvolta.
"Sai dove abito? Sei uno stalker?" Chiedo, ed Ashton scoppia a ridere alle mie domande, mettendo in evidenza le sue fossette, e quasi sorrido al suono dolce e simpatico della tua risata.
"Dio, tua madre ha ragione quando dice che nel weekend non esci dalla tua stanza" dice, ed il mio sguardo si fa ancora più confuso mentre arriviamo ad una piccola utilitaria rossa.
"Cosa? Ma tu come sai queste cose?" Chiedo, leggermente spaventata, perchè questo ragazzo sembra sapere cose su di me che neanche io sapevo.
Sarò sbadata, ma non soffro di malattie alla memoria.
Mette in moto senza rispondere e devo aspettare che si immetta nella strada prima che dica: "sono il figlio dei tuoi vicini di casa, Cara. E tua madre parla spesso con la mia, lamentandosi di quanto sia asociale ed imbranata sua figlia. Non posso dire che non abbia ragione".
Mi imbroncio alle ultime due parole, incrociando le braccia al petto, mentre mi accorgo che, a differenza di come descrivono le macchine dei ragazzi nei libri, ovvero sporche e piene di immondizia, questa è pulita e profumata di menta.
"Grazie, è un piacere parlare con te" borbotto, mentre lo vedo sorridere ed inforcare gli occhiali da sole.
"Comunque è vero, non credo di aver mai visto qualcuno di imbranato quanto te. Avresti bisogno di qualche lezione per essere più sicura di te stessa" continua, guardando la strada, ed io sussulto a quelle parole, girandomi verso di lui con incredulità nello sguardo.
"Sei serio? Io sono sicura di me stessa!" Ribatto, piccata, ma lui scuote la testa, continuando a sorridere.
"Non lo sei affatto, sennò saresti in grado di sedurre Luke. Devi imparare ad essere meno impacciata con i ragazzi" dice, ed io sollevo un sopracciglio a quelle parole.
"Sembra che tu mi stia proponendo quelle squallide lezioni di sesso di cui parlano le fanfiction" contesto, con disgursto, ed Ashton scoppia nuovamente a ridere prima di dire: "beh, ti farebbero comodo anche quelle, ma no. Però ti sto proponendo delle lezioni di autostima. Hai bisogno di essere a tuo agio con te stessa...e forse anche qualche lezione su come riuscire a far cadere un ragazzo ai tuoi piedi".
Lo guardo, mentre si immette nel vialetto di casa sua, che é esattamente accanto alla mia. Maledizione, dove sono stata in questi diciassette anni?
"Quindi posso essere sicura che la mia verginità sarebbe al sicuro nel caso accettassi la tua proposta?" Chiedo, titubante, ed Ashton toglie gli occhiali, rivelando i suoi occhi nocciola, prima di annuire.
"E non mi prenderai in giro con i tuoi amici? Soprattutto non parlerai male di me con Luke?" Continuo, schiaffeggiandomi mentalmente per la mia stupidità.
"Non sono uno stronzo, Cara" risponde, sembrando leggermente dispiaciuto per le mie parole, ed io mi affretto a rimediare dicendo una parola che porterà molte conseguenze.
"Accetto".
Ashton sorride ed apre la portiera, scendendo dalla macchina seguito a ruota da me, che stringo al petto i libri con gli angoli tutti spiegazzati a causa della caduta.
"Ah, e per la cronaca, tienili pure quei pantaloncini, stanno meglio a te che a me" dice prima di sorridere ed andarsene, lasciandomi da sola esattamente come oggi pomeriggio, con le guance rosse e mille domande per la testa.

Virgin Virgo || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora