Chapter 33: Friends

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Ci sono giorni in cui senti che qualcosa di strano ma bello sta per succedere, senza motivo, ed oggi è uno di quei giorni.
Dubito sia il latte che ho rovesciato a colazione a causa della fretta, o la C in storia che ho preso, e soprattutto dubito sia il fatto che Ashton sia stato assente da scuola tutto il giorno, suscitando la mia preoccupazione.
Davvero adesso mi odia a tal punto da evitarmi?
Luke, grazie a Dio, mi è stato accanto tutto il giorno, suscitando i pettegolezzi di coloro che non hanno una vita e le frecciatine delle ragazze, ma insieme abbiamo ignorato tutto.
Solo all'ora di pranzo mi sono accorta di un altro grande assente, Calum, e credo che la cosa abbia fatto rimanere male il biondo, che, per tutto il pranzo, ha sospirato come una ragazzina innamorata.
Se le fanfiction mi hanno insegnato bene, qui c'è qualcosa sotto, ma non ho intenzione di fare domande.
Così, adesso, mi ritrovo sdraiata a pancia in su sul mio letto con le cuffiette nell'orecchio ad aspettare un miracolo.
Oggi sono in vena di Ed Sheeran, ed è per questo motivo che mi limito a canticchiare tra me e me Thinking Out Loud, non la mia canzone preferita, ma comunque una delle migliori.
Improvvisamente, la porta si apre di scatto, facendomi tirare su spaventata, solo per vedere il mio fratellastro annuire a qualcuno.
"Michael, bussare è diventato un optional?" Chiedo, togliendomi le cuffiette, e lui alza gli occhi al cielo, lasciando la porta aperta ed allontanandosi senza rispondermi.
Sto per alzarmi a chiudere la porta quando qualcuno entra, tenendo tra le mani una scatola rettangolare abbastanza alta che copre il suo viso.
"A...aiuto" biascica una voce conosciuta, e scatto in piedi non appena mi accorgo che si tratta di Ashton.
"Aspetta, aspetta, posalo sul letto" esclamo, afferrando una estremità della scatola, ed insieme riusciamo a posarla sul letto prima che corra a chiudere la porta.
Ashton è in piedi accanto al letto, un fedora a coprirgli i ricci tranne un piccolo ciuffo ribelle che copre la fronte, e nonostante abbia addosso una maglia dei My Little Pony non mi è mai sembrato più bello e più nervoso.
Istintivamente corro ad abbracciarlo, avvolgendo le braccia al suo collo ed alzandomi in punta dei piedi, e sospiro quando sento le sue braccia circondarmi la vita, poste esattamente dove piace a me. E lui lo sa, lo sa perfettamente.
"Mi sono preoccupata quando non ti ho visto a scuola...e ieri era domenica, e tu di solito entri dalla mia finestra e...mi sei mancato tanto" straparlo, guardandolo negli occhi, dove vedo uno scintillio di felicità ma anche tanto nervosismo.
Come sempre, si sporge a lasciarmi un bacio sulla guancia prima di rispondere: "scusami...ma avevo bisogno di tempo per pensare a come dirtelo".
"Dirmi cosa?" Chiedo, notevolmente confusa, staccandomi e sedendomi sul letto, accanto alla scatola, mentre Ashton comincia a mordersi il labbro, ed io mi ritrovo a pensare che questo gesto fatto da lui dovrebbe essere reso illegale.
"Prima apri il tuo regalo, okay?" Domanda a sua volta, e nonostante sia tentata di dirgli che non si risponde ad una domanda con un'altra domanda annuisco, cercando di capire il motivo del regalo improvviso.
Lentamente, comincio a scartare la carta d'imballo, e non appena sollevo i lembi della scatola le mie labbra si socchiudono, incredule.
"Davvero, Ashton? Non sto sognando, vero?" Chiedo, scioccata, girandomi verso il mio amico, che ridacchia leggermente prima di scuotere la testa, ed io mi rigiro verso la scatola, ammirando in adorazione un giradischi nuovo di zecca.
"Non...non dovevi, affatto" mormoro, tirandolo come se si trattasse di un bambino, ed effettivamente è il mio bambino.
"Ma volevo" risponde, avvicinandosi ed aiutandomi a posarlo sul comò, dove riempe alla perfezione uno spazio vuoto che sembrava aspettare solo lui.
"Ed inoltre..." aggiunge Ashton, tornando verso la scatola mentre io rimango ad osservare il giradischi "...ho cercato quello dei The 1975, ma non c'era, quindi ho pensato che Ed Sheeran andasse bene lo stesso?" Conclude, facendo sembrare la frase quasi una domanda mentre mi passa un vinile ancora impacchettato, e, Dio, pensavo che non avrei potuto amare di più questo ragazzo ma a quanto pare mi sbagliavo, eccome se mi sbagliavo.
Poso il vinile sul giradischi ed immediatamente abbraccio Ashton con tutta la forza che ho, cercando di dimostrargli tutta la mia gratitudine mormorando 'grazie' a profusione, e lui mi stringe, ridacchiando per la mia reazione forse leggermente infantile, ma non mi interessa, adoro sentire il calore del suo corpo contro il mio.
"C'è qualcosa che devo dirti, però...ed ho deciso di farlo con una canzone" esclama, staccandosi leggermente ed affacciandosi sul corridoio, afferrando la custodia di una chitarra che ho già visto in camera sua.
"Devo avere paura?" Chiedo giocosamente, cercando di smorzare il nervosismo quasi palpabile, ed Ashton sorride prima di scuotere la testa.
E quando tira fuori una chitarra acustica mi ritrovo zittita, soprattutto non appena comincia a suonare una canzone a me molto ben conosciuta.

We're not, no we're not friends, nor have we ever been.

Già alle prime parole sento il mio corpo tendersi come una corda di violino, stupita dalla voce incredibilmente melodiosa di Ashton ma soprattutto dalla scelta della canzone, che non potrebbe essere più appropriata.

Friends just sleep in another bed and friends don't treat me like you do.

Le serate in cui ci siamo addormentati vicini, una abbracciata all'altro, i sorrisi, gli abbracci, i baci innocenti che di innocente avevano ben poco, gli sguardi che parlavano da soli.

But my friends won't love me like you do.

I miei occhi cominciano a farsi lucidi perchè, adesso, finalmente capisco. Capisco i suoi sguardi tristi ogni volta che parlavo di Luke, ogni volta che sognavo ad occhi aperti, ogni volta che, stupidamente, lo facevo sentire a disagio, continuando a parlare di qualcuno che non mi avrebbe mai amato e che io non avrei mai amato. Adesso capisco chi è quella ragazza di cui è innamorato da tanto, forse troppo tempo. L'ha definito un colpo di fulmine, ed io sono stata troppo idiota per capirlo. L'aveva lasciata andare senza sapere che lei ricambiava i suoi sentimenti, l'ha solo capito troppo tardi.

Friends should sleep in another bed, and friends shouldn't kiss me like you do.

Se la nostra fosse stata amicizia, non ci saremmo ritrovati a cercare l'uno il calore dell'altra la notte, ad abbracciarci, a stare il più vicino possibile. Se la nostra fosse stata amicizia, non ci saremmo baciati nè la prima volta, nè tantomeno la seconda. Se la nostra fosse stata amicizia, adesso io non sentirei il mio cuore battere ad un ritmo anormale ogni volta che vedo quel sorriso.
Ma la nostra non è mai stata amicizia, e mai lo sarà.
Il suono dell'ultima corda pizzicata svanisce nell'aria, ed un silenzio cala mentre i nostri occhi si incrociano, i suoi sorridenti come sempre nei miei liquidi, prossimi alle lacrime, e non appena posa di lato la chitarra io mi avvicino ad Ashton, sedendomi sul suo grembo in modo da guardarlo dritto negli occhi.
"Non sono innamorata di Luke. Non ho una cotta per lui, e probabilmente non l'ho mai avuta" confesso, improvvisamente coraggiosa, mentre una singola lacrima rotola per la mia guancia, ma Ashton si appresta ad asciugarla con il pollice, prima di accarezzarmi una guancia.
"Allora perchè stai piangendo?" Mormora, come se avesse paura di parlare a voce troppo alta, ed io sorrido leggermente prima di prendere tutto il coraggio che ho e dire: "perchè il ragazzo di cui sono innamorata mi ha appena cantato una delle mie canzoni preferite".
Un sorriso, anzi, il sorriso increspa le sue labbra, facendo comparire quelle fossette deliziose di cui non riesco a stancarmi, e, finalmente, sento quelle parole che ho sognato di sentirgli pronunciare troppe volte.
"Ti amo, Cara, da prima di conoscerti, da quando eravamo due bambini e tu non sapevi chi fossi. Ti amo per tutte le volte che hai combinato disastri, per tutte le volte che sei caduta, per tutte le volte che hai fatto una figuraccia, e ti amo ogni giorno di più per essere esattamente ciò di cui ho più bisogno" dice, la voce dolce e calma mentre parla nonostante il sorriso che non accenna a diminuire tradisca la sua felicità.
"E cioè?" Chiedo, riferendomi all'ultima frase, e, Dio, il mio cuore salta un battito quando risponde.
"Uno splendido disastro".

Uno dei capitoli più lunghi che abbia mai scritto, ma ci voleva.
Questo capitolo è il mio 'buon ritorno a scuola' per chi ha cominciato oggi o chi, come me, comincia domani.
Inoltre, se vi dicessi che ho iniziato una nuova storia, una Muke, voi cosa mi direste?
Amore e biscotti per tutti,
Chiara.

Virgin Virgo || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora