Chapter 26: E.R.

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"Oh, Dio, tesoro, sapevo che prima o poi saremmo finiti al pronto soccorso a causa della tua goffaggine" sospira mia madre non appena fa la sua comparsa nella sala d'attesa mentre aspetto che il mio codice sia chiamato, e sbuffo incrociando le braccia al petto.
Tutti quanti mi credono davvero un'idiota.
"Signora Sandler, sono cose che succedono, davvero" interviene Ashton, continuando a passare una mano sulla mia schiena, e noto Michael alzare gli occhi al cielo alle sue parole.
"Ha rovinato i miei pancakes del sabato mattina" si imbroncia, e mia madre gli lascia un bacio sulla testa prima di avvicinarsi alla mia caviglia, appoggiata su un cuscino posto su una sedia.
"Cosa vi hanno detto all'accettazione?" Chiede, guardando direttamente Ashton e Michael, come se io non ci fossi, e sospiro quando sento Michael ridacchiare.
"A parte il fatto che avrebbero voluto sedarla con del sedativo per cavalli, hanno detto che la caviglia è slogata e ci hanno dato un codice giallo, ora stiamo aspettando il dottore che metterà la fasciatura" spiega Ashton, sospirando anche lui, e mi madre mi guarda confusa prima di ricordarsi ed annuire.
"Continuo a non capire quale sia il tuo problema con i dottori, bambina mia" esclama, sedendosi accanto ad Ashton, ed io scrollo le spalle quando una voce al megafono annuncia un nuovo numero.
"Cara, è il tuo" esclama Michael alzandosi con in mano il bigliettino, e nuovamente la paura si fa largo in me.
"No, no, Ash, non voglio andare, ti prego. E se mi devono fare gli esami del sangue? Ho paura degli aghi!" Esclamo a mezza voce, stringendomi di più a lui, ed il riccio sospira prima di lasciarmi un bacio sui capelli.
"Andrà tutto bene, d'accordo? Ti starò accanto tutto il tempo, e poi ci sono Michael e tua mamma...se vuoi posso chiamare Luke, così appena esci lo vedi" dice con tono calmo e pacato, ma noto che alla menzione di Luke il suo corpo sembra tendersi, e scuoto la testa.
"No, va...va bene cosí. Mi terrai la mano, dentro?" Chiedo, sembrando una bambina, ma il mio amico si limita a sorridere ed annuire, quando un braccio pallido si avvolge attorno alla mia vita e mi solleva in braccio, facendomi emettere un verso di sorpresa.
"Michael! Mettimi giú, sono troppo pesante, ti faccio male!" Esclamo, avvolgendo peró le braccia al suo collo per paura di cadere, e lui scuote la testa.
"Pesi più o meno come Anna, tranquilla. Ora andiamo, detesto l'odore degli ospedali" risponde, ed io sbuffo prima di guardarmi dietro, vedendo Ashton seguirci con una smorfia di preoccupazione mentre mia madre gli parla di qualcosa che non riesco a sentire.
"È solo ingenua" sono le uniche parole che riesco a sentire, quando un uomo slanciato dai pochi capelli bianchi compare da uno stanzino.
"La signorina Sandler?" Chiede, sorridendo leggermente a me e Michael, e quando annuisco ci fa cenno di entrare.
"Posala pure sul lettino" dice il dottore, e Michael obbedisce facendomi distendere con una delicatezza inaspettata.
"Piacere, sono il dottore Border, immagino che lei sia la madre" esclama l'uomo, tendendo la mano a mia madre che con un sorriso gliela stringe.
"Dunque, cosa è successo?" Mi chiede direttamente, avvicinandosi con una sedia girevole, ed io mi tiro su sui gomiti in modo da guardarlo.
"Sono inciampata sul tappeto" confesso sentendo le guance farsi rosse, soprattutto quando noto mia madre scuotere la testa rassegnata.
Il dottor Border scoppia a ridere: "tranquilla, non sono cose di cui vergognarsi, capita a tutti di cadere ed inciampare" dice con un sorriso prima di prendere con delicatezza la mia caviglia, ma ogni contatto è doloroso, tanto che lacrime di dolore cominciano a pizzicare i miei occhi, quando improvviamente sento una mano grande e fredda avvolgere la mia calda, ed il contrasto mi fa venire in mente una delle mie frasi preferite dei The 1975.
'You're cold and I burn, I guess I'll never learn'.
"Posso...posso provare a muoverla leggermente?" Chiede titubante il dottore, probabilmente notando la mia smorfia di dolore, e sento nuovamente la paura farsi largo in me, cosí giro la testa, incontrando gli occhi di Ashton prima di annuire.
Per tutto il tempo gemiti di dolore lasciano le mie labbra, ma gli occhi di Ashton e la sua mano stretta alla mia, come a cercare di prendere un po' del mio dolore in modo da non essere l'unica con un peso sulle spalle, mi fanno sentire meglio.
"Credo che dovremo mettere un gesso non troppo pesante ed una benda da tenere per una ventina di giorni, poi soltanto la benda per altri dieci giorni. Per un mesetto dovrai camminare con le stampelle, Cara" annuncia il dottore, guardando prima mia madre e poi me, e sospiro prima di annuire.
So già che faró disastri con le stampelle, come al mio solito, del resto.
Tempo mezz'ora, ed il gesso si sta già asciugando, mentre il dottore lo copre con una benda spessa e calda, per poi tagliarla creando un rumore poco gradevole alle mie orecchie.
"Finito. Adesso, per le stampelle...questo negozio è il migliore, ne troverete di molto comode. Ci rivedremo da venti giorni per togliere il gesso" esclama il dottor Border, allungando un bigliettino a mia madre che gli sorride riconoscente, ed Ashton subito mi aiuta a rimettermi in piedi, facendomi avvolgere un braccio attorno alla mia vita.
Mia madre e Micharl escono subito, probabilmente a causa dell'odio del mio fratellastro per l'odore degli ospedali, e stiamo per zoppicare fuori anche io ed Ashton quando il dottore dice improvvisamente: "siete una bella coppia, non tutti i ragazzi porterebbero la propria fidanzata all'ospedale e le starebbero vicina come hai fatto tu, giovanotto".
Sia io che Ashton arrossiamo, girandoci verso di lui, che ci osserva con un sorriso, finchè non ricevo la pugnalata allo stomaco che sono le parole del riccio.
"Siamo solo amici".

Virgin Virgo || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora