Chapter 28: Trip

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Due settimane a casa, e non ne posso piú di leggere o guardare serie tv. E dire che sono diciassette anni che faccio la stessa cosa.
"Cara, smettila di mugugnare. Non è colpa di nessuno se ti sei slogata una caviglia" sospira mia madre portandomi un bicchiere d'acqua e una pastiglia di antidolorifico.
Sbuffo ed mando giú la pastiglia con un sorso d'acqua, quando il campanello suona, ed io mi metto leggermente più composta sul divano.
"Vado io" trilla mia madre, ed alzo gli occhi al cielo prima di borbottare "non che si possa fare altrimenti".
"Che muso lungo oggi, Cara" esclama un'allegra voce famigliare, e sorrido vedendo Ashton comparire oltre la soglia del soggiorno.
"Sono semplicemente annoiata" sospiro, posando la testa sulla sua spalla, e lui comincia ad accarezzarmi i capelli mentre mia madre si allontana, non prima di farmi un occhiolino.
"Hai già letto tutti i libri che ti ho regalato e visto i film che ti ho portato?" Chiede, sciogliendo un nodo tra i miei capelli, ed annuisco mentre sistemo meglio la gamba infortunata sul tavolino da caffè.
"Che ne dici di andare a fare una gita?" Propone, con un sorriso, ed i miei occhi si illuminano mentre annuisco vigorosamente.
"Allora andiamo a prepararti, ti porterò in un posto stupendo. Tra l'altro, ti ho portato i compiti di oggi" esclama, tirando fuori da uno zaino che non avevo notato una cartellina trasparente, ed arriccio il naso prima di ringraziarlo.
Il lato positivo è che per venti giorni sono giustificata a rimanere a casa, ma devo comunque fare i compiti, e grazie a Dio Ashton è sempre disponibile a portarmeli.
Davvero un ottimo amico.
In venti minuti sono pronta, e come per salire mi prende in braccio, facendo attenzione a non far sbattere la caviglia contro il mancorrente.
"Sicuro che non ti faccio male? Sono pesante" protesto, stringendomi al suo collo, ed Ashton mi lancia un'occhiata d'ammonimento prima di pizzicarmi un fianco, facendomi sobbalzare.
"Allora, chaffeur, dove mi porti?" Chiedo non appena mi sistemo in macchina mentre Ashton controlla che la gambia sia sistemata bene.
"Ash, smettila di preoccuparti per questa caviglia. Sto bene, davvero" sospiro, alzando gli occhi al cielo, e lui annuisce prima di azionare la macchina.
"Sei sicura, sicura, sicura?" Chiede per l'ultima volta, indossando gli occhiali da sole e girandosi verso di me, ed io annuisco mentre sento il cuore cominciare a battere piú velocemente.
Non pensavo che degli occhiali da sole potessero stare cosí bene su qualcuno, ma evidentemente mi sbagliavo.
Eccome, se mi sbagliavo.
"Sicura. Ora mi dici dove stiamo andando?" Chiedo, mettendomi più comoda, e sorride mostrando i denti prima di rispondere con un vago 'sorpresa'.
Inarco un sopracciglio e scuoto la testa prima che prenda un cd dalla borsa, e gli All Time Low comiciano a cantare facendomi agitare leggermente la testa, tanto che i capelli, lasciati ricci come piacciono ad Ashton per farlo felice, mi scendono sugli occhi.
"Ottimi gusti musicali, Cara...e bei capelli" nota, immettendosi nella strada, e cosí tra musica, risate e balletti improvvisati ed imbarazzanti arriviamo fino alla statale che percorre la riva del mare.
"È così bella questa strada, la mia preferita" sospiro godendomi il luccichio del sole sul mare, ed Ashton sorride prima di mormorare un 'lo so'.
"Ancora non vuoi dirmi dove siamo diretti, uomo del mistero?" Domando, girandomi verso di lui, che scuote la testa guardando dritto davanti a sè.
Vorrei sbuffare come i bambini a cui negano il gelato, ma so che alla fine non mi converrebbe, anche perchè per quanto mo spaventino amo le sorprese, così mi godo la vista e l'aria fredda che entra dal finestrino leggermente abbassato, non potendo pensare a nulla di meglio per un giovedì pomeriggio.
Ma ovviamente, qualcosa deve andare storto, e mi accorgo che la macchina comincia a rallentare, mettendomi in allarme, ed anche Ashton sembra sorpreso, soprattutto quando si ferma con uno strattone al ciglio della strada.
"Cosa succede? Perchè siamo fermi? Si è rotta la macchina?" Chiedo, nel panico, perchè siamo lontani almeno quaranta minuti da casa.
Il riccio sbuffa e batte una mano sul volante prima di poggiare la testa contro il sedile, e quando mi sporgo noto una spia lampeggiare: quella della benzina.
"Merda" mormoro tra me e me, ed Ashton sospira prima di guardarmi dispiaciuto.
"Mi dispiace, ho rovinato la nostra gita. Adesso dovrò chiamare qualcuno per farci venire ad aiutare...scusa" dice mestamente, ma io passo una mano sulla sua guancia prima di sorridere, intenerita dal suo sguardo a metà tra il triste e l'arrabbiato.
"Non è colpa tua, Ash, davvero. Non hai rovinato nulla, sai che mi piace stare con te" rispondo, solleticando leggermente con le dita la sua guancia, ed Ashton sorride pigramente prima di voltare leggermente la testa e lasciare un bacio sul palmo della mia mano.
"Mando un messaggio d'aiuto a Calum" sospira, uscendo dalla macchina, ed io cerco di calmare il mio cuore che oggi sembra proprio non lasciarmi in pace, ma in fin dei conti non è colpa sua. È colpa della perfezione di Ashton, piuttosto.
Perchè lui sì, è perfetto, ed io non me ne sono mai accorta. Non avrà gli occhi azzurri, non sarà alto quasi due metri, non avrà le spalle larghe come Luke ed il piercing al labbro, eppure proprio per questo è perfetto, ed io me ne accorgo quando é troppo tardi.
È perfetto perchè non é Luke.
Apro la portiera, posando il piede fasciato sull'asfalto leggermente scaldato dai raggi del sole, e vedo Ashton affacciato al lato del mare mentre parla al telefono.
Osservarlo così mi fa sorridere, perchè rappresenta la sua personalità: i piedi che tamburellano leggermente sulla strada tradiscono la sua impazienza, ma sorride nonostante la difficoltà.
E, diamine, mi innamoro di lui di piú ogni secondo che passa.
Sorrido tra me e me quando improvvisamente si gira e si avvicina vedendomi, alzandomi per poi farmi sedere sul suo grembo.
"Calum aveva gli allenamenti di calcio, arriverà tra un'ora" sospira, cullandomi dolcemente mentre le mie braccia sono intorno al suo collo, in modo che i nostri occhi non si perdano neanche un secondo.
"Mi dispiace, Cara, davvero" continua, poggiando la sua fronte alla mia, e sentendo il suo respiro caldo sul mio viso mi spinge ad arrossire, e sento il mio cuore ricominciare a battere veloce.
TumTumTum.
Mi avvicino piano, sfiorando il suo naso con il mio, mentre i nostri occhi rimangono gli uni negli altri.
TumTumTum.
Lentamente chiudo gli occhi, preparandomi a combinare un disastro, e sento la tensione avere la meglio su di me, ma in ogni caso non mi fermo, per una volta non voglio avere paura.
TumTumTum.
Le mie labbra, insicure e probabilmente tremanti, si posando su quelle leggermente socchiuse e calde di Ashton, pronte a ritrarsi dopo un minimo contatto, ma lui mi stringe di più e mi bacia, facendomi sentire nuovamente i brividi della prima volta.
Un bacio calmo, lento, perchè in fin dei conti abbiamo un'ora e mezza per noi, e non potrei chiedere di meglio.
Se ho Ashton non ho bisogno di nient'altro.

Virgin Virgo || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora