Chapter 8: "Oh My God, Damn!"

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"Cara! Hai finito questa doccia? È mezz'ora che sei sotto l'acqua, stai facendo fuori le riserve di tutta Sydney!" Sento Michael urlare da dietro la porta, mentre il suo pugno sbatte ripetutamente contro il legno, e sbuffo prima di spegnere il getto dell'acqua e strizzare i capelli.
"Ho finito, razza di demente! Il tempo di asciugarmi ed uscire e la doccia è tutta tua" urlo in modo da farmi sentire, e lo sento borbottare qualcosa prima di decidere di non dargli più peso e tamponare i capelli con un asciugamano, cercando di evitare di appiattirli troppo.
Missione fallita.
Evito di guardarmi allo specchio ed esco in accappatoio, scontrandomi subito con un Michael piuttosto nervoso.
"Grazie a Dio, Cara! Pensavo di dover morire qua fuori" sbotta lui, minacciandomi con un flacone di strano shampoo viola, ed alzo gli occhi al cielo prima di chiedere, con un sorrisetto malizioso: "hai un appuntamento con la tua piccola Anna?".
"Non sono cose che ti riguardano, imbranata" risponde con un rossore traditore sulle guance, e scoppio a ridere mentre Michael si chiude in bagno, la musica già alta all'interno.
Con un sorriso divertito mi dirigo verso la mia stanza, aprendone la porta e la luce prima di piantare un urlo per lo spavento.
"Santo cielo, Cara!" Esclama Ashton alzandosi dal letto su cui era seduto e tappandomi la bocca, mentre sento ancora il mio corpo tremare dallo spavento.
Smetto di urlare appena la sua mano morbida si posa sulla mia bocca, e mi guarda prima di toglierla, facendomi notare con uno sguardo imbarazzato che sono solo in accappatoio.
"Santo Dio, Ashton, dannazione. Mi cambio e poi parliamo di questa cosa, non mi puoi piombare così in casa" esclamo con le guance calde dal rossore, cercando di coprirmi il più possibile con il panno di spugna prima di infilarmi nella cabina armadio che maledico sempre ma ora ringrazio d'avere.
"Magari pulisci anche il mascara da sotto gli occhi!" Sento urlare ad Ashton dall'altra parte della porta, e nel riflesso dello specchio le mie guance si fanno sempre più rosse mentre tento di pulire il nero che circonda le mie iridi chiare.
"Benedetto ragazzo" borbotto tra me e me, vestendomi in fretta ed infilando un leggins ed una maglia larga e lunga senza badare minimamente a sembrare carina.
D'altronde, è martedì sera, l'unica cosa che farò sarà guardare qualche episodio di Grey's Anatomy, quindi posso anche essere poco decente.
"Ci sono" sospiro uscendo dalla cabina, trovando Ashton nuovamente seduto sul mio letto mentre giocherella con il mio computer, che presto tolgo dalle sue mani.
Non che nasconda una cartella di foto dedicata a Luke, affatto, no. Mica sono così psicopatica.
"Allora, spiegami perchè sei entrato da qui e non hai suonato alla porta come tutti i comuni mortali" comincio, avvicinandomi allo specchio e sbuffando davanti ai capelli mossi e annodati senza la benchè minima disciplina.
"Beh, non so se hai notato ma le finestre delle nostre stanze sono una davanti all'altra, e l'albero le unisce, quindi un pò di esercizio ed eccomi qua, senza che nessuno sospetti niente" spiega, ed io lo guardo alzando un sopracciglio.
"Chi dovrebbe sospettare cosa, scusa? Io sono più vergine di Maria e tu avrai sicuramente centinaia di ragazze che ti sbavano dietro, quindi cosa ci sarebbe da sospettare?" Domando, l'ironia chiara nella mia voce, tanto che il riccio non si risparmia un sorrisetto.
"Non si sa mai, le mamme sono strane, meglio evitare" risponde, ed io faccio spallucce mentre afferro il flacone della mousse per capelli, spruzzandone una piccola quantità in mano.
"A Luke piacciono i capelli lisci" dice improvvisamente, giusto un secondo prima che io applichi la sostanza bianca ai miei capelli scuri, e mi fermo con la mano a mezzo centimetro dai capelli prima di girarmi verso Ashton.
"Davvero?" Chiedo, stupita, e lui annuisce.
"Sì, io preferisco le ricce. Tra l'altro, ti stanno bene in entrambi i modi i capelli, ma ricci attiri l'attenzione" risponde, ed io scuoto le spalle mentre mi pulisco dalla mousse, afferrando spazzola e phon.
"E lisci sia. Sei venuto qua per guardarmi fare la piega? Non è uno spettacolo invitante" commento, infilando il phon nella presa, e rimango stupita dalla sua risposta.
"In realtà, sono qui per portarti ad una festa".

Virgin Virgo || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora