Cap 9

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-" pensavi sul serio che potevi uscire dalla Russia senza che me ne accorgessi? Se tu fossi riuscita a raggiungere l'aereoporto, gli uomini che ho li ti avrebbero riportato a casa, nessuno esce ed entra senza il mio controllo."
-"santo cielo! Ma cosa sei che hai tutto questo potere?"
-"io sono Konstantin Petrov l'imperator della Russia, per spiegare semplice io faccio parte della Solncevskaja bratva una potente organizzazione criminale russa!"
-"che cosa? Oh mio Dio sei... sei un criminale... sei un mafioso ?"
Sofia si agitò tra le sue braccia.
-"stai ferma, altrimenti mi dimentico del tuo ginocchio e ti mollo uno sculaccione!"
La ragazza s'irrigidì ma si acquietò. -"mi..mi ucciderai?"
-"perché cazzo dovrei ucciderti?"
-"non lo so..." Sofia pianse ancora più forte.
-"piccola, io voglio sposarti, ti voglio come futura madre dei miei figli! Chiaro?"
La tensione nervosa, la stanchezza e le parole dette dall'uomo presero il sopravvento, svenne tra le sue braccia.
Una volta in macchina Konstantin telefono a Vladimir.
K:-"l'ho trovata, fammi trovare il dottore quando arrivo!"
V:-"Da!"

Quando Konstantin entrò in casa, con la ragazza tra le braccia tutti erano lì ad aspettarli.
-"oh Sofia ! Mi hai fatto tanto preoccupare, ti prego sorellina non lo fare mai più!" Melany scoppiò in lacrime correndo dalla sorella. Sofia la guardò triste e iniziò a piangere, -"mi dispiace, io volevo solo tornare a casa!"
-"casa è dove ci siamo noi, mio Dio Sofia , non lo fare più ti prego!"
-" basta Moya lyubov',non devi più stressarti, ricordati cosa ha detto il dottore!"disse Vladimir rivolto alla moglie.
-"tranquilla Melany , vai a letto sei stanca,tua sorella è qui e stai sicura che non uscirà più dalle mura di questo posto!"disse Konstantin.
Sofia voltò la faccia sul petto dell'uomo  e sfogò le sue lacrime.
-"c'è il dottore?"
-"si ti aspetta in camera"rispose Ivan.
Una volta in camera, il dottore prese una forbice e le tagliò il resto dei jeans, liberandole il ginocchio gonfio e contuso, lo tastò per controllare se avesse qualche rottura, da doverle poi mettere il gesso. -"una brutta contusione! Come ti sei procurata questa bruttura?" le chiese il medico, dietro di lui in piedi, Konstantin teneva le braccia incrociate aspettando la risposta.
-"io... sono caduta!" Sofia rispose evasivamente.
-"dove e come ?" le chiese il dottore, premendole poi un punto del ginocchio che la fece urlare.
Con le lacrime agli occhi rispose -" sono saltata dal muro!"
Il dottore sbarrò gli occhi, -"quanto era alto questo muro?"
-"due metri, circa " rispose infelice. Il medico le tastò poi il polso livido e scosse la testa. Poi si alzò in piedi e si voltò verso Konstantin,-"falle un bagno, poi la medico, le metterò una fasciatura stretta, aggiungi questo nell'acqua, è un olio che ha proprietà antisettiche e benefiche." Il medico uscì dalla stanza lasciandoli soli.
Konstantin spogliò Sofia , -"ti prego faccio da sola."
L'uomo le tolse le mani che avevano provato a bloccare quelle sue, incurante delle proteste della ragazza le tolse tutti gli indumenti e la portò dentro la vasca che aveva precedentemente preparato.
Sofia era a disagio mentre in vasca lui si prendeva cura di lei, velocemente la sciacquò e l'avvolse nell'asciugamano e la portò nel letto.
Chiamò dentro il dottore.
La ragazza era imbarazzata, poteva anche farla vestire pensò, Tchaikovsky le mise una pomata per contusioni e le fasciò il ginocchio e il polso. -" a riposo per due settimane, ti lascio un antidolorifico per il dolore!"
-"molto bene!" disse Konstantin, -"ora Tchaikovsky perfavore, puoi farle l'altra visita?"
-" subito!" Il medico cercò nella borsa gli strumenti adatti. -"Sofia  rilassati e apri le gambe, devo solo fare un piccolo controllo."
Sofia  sbarrò gli occhi e scosse la testa. Konstantin le si avvicinò -" obbedisci, sai che ti dovrò castigare, non aumentare la tua pena, del resto lo sai anche tu che è inutile se ti ribelli!"
Sofia  si morse le labbra , arrossì e aprì le gambe girando la testa verso la porta.
Il dottore fu rapido come aveva detto, facendole anche un pap test.
-"ecco fatto finito, non ha subito alcuna violenza, la ragazza è intatta!" disse il dottore rivolgendosi a Konstantin, poi guardò Sofia -"da quanto tempo non mangi?"
Sofia  si ricoprí con l'asciugamano imbarazzata -"dall'ora di pranzo"
-"mmmh ok, ti farò un prelievo, poi però devi mangiare qualcosa, ad occhio e croce sei sottopeso, non sei per niente in carne come le tue sorelle!"
-"non è mica colpa mia se sono sempre stata più magra!" rispose piccata Sofia . Questo fece ridacchiare il dottore -"u tvoyey zhenshchiny krasivyy dlinnyy yazyk!"disse rivolto a Konstantin -"già forse gliela dovrò tagliare quella linguaccia!"
Il dottore gli fece il prelievo e Sofia  fece una smorfia.
-"ecco fatto, ora mangi una bella zuppa calda e poi dormi!" le ordinò il dottore, dopo di che si accomiatò.
Sofia  rimase sola con Konstantin.
L'uomo chiuse la porta, si girò verso Sofia , che si spaventò per lo sguardo che le aveva lanciato.
-"ho portato pazienza con te molte volte, ma con la tua bravata di oggi ti sei annientata tutte le mie simpatie,-"hai la vaga idea di ciò che hai rischiato oggi? d'ora in poi ascolterai e obbedirai, non voglio più vedere una stronzata come questa!"
Sofia con le lacrime agli occhi annuì.
-"perché sei scappata?"
-"io...mi manca casa... e ieri... sono successe delle cose che mi hanno sopraffatta!"
-"chi ti ha aiutata a fuggire?"chiese Konstantin.
-"da sola, ho fatto tutto da sola!"
-"si certo... tutto da sola, fino al muro... ma dopo il muro hai trovato perforza qualcuno che ti ha aiutata, nella fuga, con quel ginocchio lì, non saresti andata lontano, l'aeroporto da qui dista tre ore a piedi."
-"ho trovato un passaggio!"
-" chi era? Bada di dirmi la verità, poche persone si possono inoltrare qui!"
Sofia sospirò -"è stata Veruska!"
Konstantin annuì. -"molto bene! Ora voglio sapere, una cosa, supponiamo che in aeroporto non trovavi quei schifosi bastardi... come pensi che saresti potuta tornare senza passaporto e carta d'identità?"
-"non lo so... io volevo trovare un modo per uscire clandestinamente!"
-"hai corso un gran pericolo! Te ne rendi conto vero?"
-"si..." Sofia scoppiò a piangere, più forte spaventata per ciò che aveva rischiato, ma aveva anche tanta paura di Konstantin. -"io volevo solo essere libera, il fatto che mi potevo muovere come mi pareva e piaceva, e poi ho i miei amici a Bristol"
-"bene Sofia , i tuoi amici sono più importanti delle tue sorelle, anche delle mie bambine?"
-"no... però... è difficile  per me... non so se mi abituerò mai a stare qui!"
-"certo che ti abituerai ci sono io, presto ci sposeremo e darai alla luce i miei figli e ti terranno occupata!"
-"sposarti? I tuoi figli... no Konstantin no... "
Bussarono alla porta, l'uomo aprì la porta e fece entrare la cameriera, che posò sul grembo di Sofia  un vassoio, il profumo della zuppa calda riempì la stanza.
-"forza mangia, che devi recuperare le forze, non c'è il pesce spada dentro, ma pezzi di carne, è un piatto completo e salutare."
Sofia, si asciugò le lacrime, mangiò tutto ma ci mise il suo tempo, finito sbadigliò, la stanchezza prese il sopravvento e si addormentò senza essersi rivestita.
Konstantin le infilò la biancheria e una camicia, e la coprì con  le coperte, anche lui era stanco, ma doveva andare Konevec un'isola russa situata nel lago Ladoga, a 170 km da dove abitavano, li c'era il suo covo, dove i suoi uomini tenevano i prigionieri in attesa di essere giustiziati, non prima di averli fatti parlare, lui aveva un conto in sospeso con Ilia e il suo compare.

L'uomo Ilia era legato alla sedia, stava subendo una delle tante torture che divertivano Konstantin, deglutì rumorosamente, spaventato dalla potenza dell'uomo.
-"ora dimmi tutto quello che sai, sono così arrabbiato che potrei aprirti in due, e lasciarti guardare le budella che ti fuoriusciranno dallo stomaco!"
-"io mi dispiace, non so nulla della vendita delle donne ai ceceni!"disse tremante l'uomo.
-"mi sono rotto il cazzo e non ho tempo! Lo hai voluto tu!"
Konstantin prese un bisturi, scoprì la pancia dell'uomo che iniziò ad agitarsi di più, gli incise la pelle, l'uomo urlò dal dolore e quando vide il fiotti di sangue che fuorusciva dallo stomaco , vuotò il sacco.
-"è stato Aggarwall , lui è in affari con kumar!"
-" bene, finalmente!" Konstantin ripulì il bisturi e lasciò l'uomo morire dissanguato un po' alla volta, mentre urlava di dolore e paura.
Ora aveva un altro nome da aggiungere alla lista.

Quando al mattino Sofia  si svegliò trovò le sue sorelle accanto a lei e le piccole Dasha e Elizaveta.
-"mamma Sofia! Sono tanto felice che sei a casa, ieri avuto tanta paura!"disse Dasha .
-"anch'io ho avuto paura! Posso chiamarti anch'io mamma Sofia!"chiese Elizaveta guardandola con la speranza negli occhi!"
-"io...certo!"rispose frastornata Sofia.
-"ben svegliata sorellina!" disse Emily.
Sofia sbadigliò -"ma che ore sono?"
-"le dieci e mezza, c'è la colazione che ti aspetta !" le disse Melany che mise da parte il capellino che stava cercando di fare per la sua bambina, per prenderle il vassoio.
-"ecco qui frittelle e marmellata, the e un dolcetto che ha fatto Emily."
-"mmmh che buon profumo, ma hai fatto la torta di carote e mandorle?"chiese rivolgendosi a Emily.
-" esatto, la cuoca mi ha aiutato perché non mi ricordavo bene le dosi, ma più o meno dovrei esserci riuscita !"
Sofia assaggiò la torta e chiuse gli occhi, -"mmmh è buonissima Emily , nessuna ti batte in fatto di dolci." Emily sorrise e arrossì per il complimento. Anche le bambine vollero assaggiare la torta -"zia Emily è buonissima, per il mio compleanno che è 8 Maggio mela fai?"disse la piccola Dasha
Emily scoppiò a ridere e annuì entusiasta.
Finita la colazione Melany le tolse il vassoio, tutte le sorelle salirono sul letto e si accoccolarono vicino alla sorella e iniziarono a chiacchierare come i vecchi tempi,   anche se Sofia non sprizzava la stessa gioia delle altre.
Bussarono alla porta Ivan fece capolino dentro, -"ben svegliata Sofia, come stai?"
-"bene grazie!"
-"molto bene. Porto via queste due monelle, è finita la pausa, Elizaveta il maestro Bogdan di aspetta e invece tu Dasha vieni con me a fare un giro!"
-"ma io voglio stare qui con mamma Sofia!"
-"non vuoi fare cavallino con lo zio?"
Dasha guardò lo zio -"mi porterai sulle spalle?"
-"sì esatto! Vieni!" Lo zio la caricò sulle spalle e Dasha iniziò a urlare di gioia. Emily sorrise calorosamente guardando la scena.
Quando la piccola uscì dalla stanza Sofia guardò le sorelle.
-"ma voi lo sapevate che sono dei mafiosi?"chiese Sofia.
-"si... io bhe..." Melany non sapeva che rispondere.
-"si, lo l'ho scoperto i primi giorni"disse Emily.
-"e non avete paura? Sono assassini!"disse Sofia.
-"lo sappiamo, ma quando sei innamorata superi anche questo!" le rispose Melany
-"e non avete pensato che forse questo per me, che non sono innamorata non va bene? Che per me fosse un posto pericoloso?"
-"Sofia ... quando sei dentro non ne puoi più uscire, nel momento che io mi sono fidanzata con Vladmir in automatico tutte voi, siete diventate parte della famiglia. Inoltre i Petrov  sono cattivi solo con i nemici, la loro filosofia è non toccare mai donne e bambini. Credimi Sofia, lì fuori c'è gente più cattiva, senza cuore, che fa cose che non si devono fare.."
Sofia  guardò altrove e sospirò, pensò a  ciò che aveva detto  sua sorella, guardò il suo volto sconvolto , decise che era meglio cambiare discorso. 
Sofia sospirò :-"che palle! io mi annoio a stare qui! Se fossi stata a casa almeno sarei andata all'università e qui che faccio?"
-"studi il russo, leggi e fai la mamma a quelle bimbe!poi appena starai meglio chiedo a Vladimir se ci porta  fuori da qui!"
-"si va là, quello piuttosto mi mette dentro una cassa e butta via la chiave!"disse Sofia .
Melany ridacchiò -"ma noo, so che sembra così duro, ma in realtà è molto protettivo!"disse Melany, -"lo amo tanto, ti sembrerà assurdo, ma la vita prima di lui, non la ricordo, è come se...non lo so spiegare... solo mi fa sentire completa" Melany cercò di asciugarsi le lacrime, si era commossa -"scusate sono molto emotiva!" Emily annuì, Sofia  pensò a Konstantin cosi potente , non riusciva ad immaginarsi ad avere i suoi bambini, non riusciva proprio, anzi no ci stava proprio pensando  ed arrossì al pensiero.

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