Cap 27

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-"dicevo appunto Konstantin diventò così quello con il più vasto territorio, già la Russia è grande, ma che si fosse preso anche l'Europa setterionale, a molti di noi non stava bene.
Mio padre Kumar Chanuk è originario dell'India, con cittadinanza inglese. Con il primo matrimonio, provò a fare quello che aveva fatto Faeər con sua figlia. Stipulò un accordo, con il boss cinese, che accettò di buon grado, così si unì con Ming Shui, da cui ebbe un maschio Jay Shui , e due femmine.
Jay..."
Sofia alzò la mano e lo bloccò -"scusa se t'interrompo... ma il cognome Shui..."
Charles sorrise, dalla faccia perplessa che aveva fatto la ragazza -"si mio padre ha lasciato che tenesse il cognome della madre, diciamo , che non darci il suo cognome, ci ha aiutato tantissimo, ad avere una vita normale,  inoltre il nome Jay è indiano, significa vittoria, è un nome abbastanza usato in Inghilterra, tu lo sai poi che l'India e l'Inghilterra sono strettamente legati no?"
Perplessa e confusa più che mai, con il mal di testa crescente, Sofia annuì, sperando che arrivasse presto al nodo della storia.
-"dicevo appunto, Jay con questo bel nome, e la sua eredità cinese, fu cresciuto però in Inghilterra. Il suo compito era quello di conoscere e sposare... Melany Foster!"
Sofia sbarrò gli occhi -"che cosa?? Cosa c'entra mia sorella? E perché mai avrebbe dovuto sposarla? Non facevamo mica parte della mafia noi!"
Di nuovo Charles sorrise.
-"e invece qui ti sbagli! Il boss della mafia inglese era Jacob Foster!"
Sofia si premette le tempie, -"no... non è possibile... mio padre..." di nuovo le venne da vomitare. Stava così male che dovette dirlo a Charles.
-"corro a chiamare un medico!"
In poco tempo a villa Kumar arrivò il dottore Davies, uno dei più bravi medici di Londra.
Il signor Shan la presentò come propria moglie, non prima di averla minacciata, che se diceva qualcosa o si ribellava, le bambine sarebbero sparite.
Visitò Sofia, le iniettò uno spasmex, e decretò riposo assoluto.
-"niente stress, qualcosa l'ha fatta agitare, rischia di perdere il bambino così!"
Charles solerte annuì. -"d'accordo, mia moglie starà a riposo assoluto!"
Il dottore annuì, -"ritornerò domattina per controllarla, porterò un ecografo portatile, le farò una visita più accurata.
Il signor Shan annuì e ringraziò il dottore.
Charles guardò la ragazza dormire e fece una smorfia.
Uscì dalla camera e andò a trovare la madre.
Le piccole Petrov si rifiutavano di fare lezione, non volevano imparare l'inglese, non volevano fare niente, facendo impazzire la tata.
-"se volete rivedere Sofia, dovete collaborare! Chiaro?" Tuonò l'uomo spaventando le bambine.
Le piccole annuirono tristemente.
La tata sorrise, ringraziò il figlio e riprese ad insegnare l'inglese. Aveva sei mesi di tempo per insegnare loro la lingua, poi il bambino di Sofia sarebbe nato, e i coniugi Chandra si sarebbero portati via i bambini.
Quando Sofia si svegliò nel letto, scoppiò a piangere, si toccò il ventre, e si chiese se suo figlio stava bene, poi come se lo avesse evocato, lo sentì, un piccolo movimento. Smise di piangere per concentrarsi sulla sensazione, di nuovo lo senti lo sfarfallio.
-"oh piccolino mio sei tu?" Sofia chiuse gli occhi tenendo la mano appoggiata su quel punto.
-"Konstantin! Il nostro bambino si sta muovendo, oh quanto vorrei che tu fossi qui con me! Dimmi che non sei morto, come farò senza di te, le mie sorelle? È tutta colpa mia, non avrei mai dovuto liberare Charles! Mai!"
Di nuovo Sofia pianse, continuò così fino ad addormentarsi.
Quando si svegliò trovò le piccole Petrov con lei.
-"oh piccole mie, state bene?"
-"si mamma! Quel brutto uomo ha detto che se non collaboriamo non ci farà più vedere te!"disse Elizaveta triste.
Sofia l'abbracciò, Dasha era silenziosa. Dopo un po' parlò.-"dobbiamo imparare a parlare bene l'inglese"
Sofia strinse a sé la figlia. Doveva studiare un piano per fuggire da lì, ma sentiva la testa ovattata e le ritornò in mente il racconto di Charles. Era così confusa.Possibile che suo padre fosse stato  un mafioso?"
Quando arrivò la sera Sofia aveva un feroce mal di testa, troppi pensieri le vorticavano nel cervello. Raccontò una storia alle bambine che fortunatamente si addormentarono velocemente.
Lei non riuscì a prendere sonno.
Charles andò a trovarla.-"come siete carine, tutte e tre nel lettone! Cos'hai Sofia non stai ancora bene?"
Le chiese preoccupato l'uomo, non vedeva l'ora che la donna che amava, si sgravasse, per metterla lui stesso incinta, ma doveva aspettare, quel bambino che portava in grembo, era stato pagato in anticipo dalla coppia indiana.
-"ho mal di testa!"rispose Sofia.
L'uomo uscì dalla camera e tornò dopo poco con del panadol e un bicchiere d'acqua.
-"è paracentemolo."
Sofia dubbiosa guardò la pastiglia, ma stava così male che la prese.
Rimase sveglia al buio, illuminata dalla luce lunare, con Charles, che la osservava in rigoroso silenzio.
A bassa voce Sofia gli pose una domanda. -"veramente mio padre era a capo della mafia inglese?"
L'uomo sorrise -"si, lo era, scommetto che non sai neanche che le tue sorelle Melany ed Emily, in realtà sono tue sorellastre."
-"che cosa?" Sofia alzò di un ottava la voce, ma dovette abbassarla subito, in quanto non voleva svegliare le piccole.
-"si.." confermò l'uomo.-"tua madre era italiana, ecco perché ti chiami Sofia.
La madre di Melany ed Emily era inglese, è morta a causa di una malattia non curabile, così tuo padre si risposò con una donna di nome Marina, da cui ebbe te, come ben tu sai sono morti in un incidente stradale... non essendoci eredi maschi, il controllo passò sotto a mio padre, che con la forza prese lui il dominio inglese.
Io ero piccolo, quando successe. Comunque prima che tu ti sentissi male ti stavo raccontando di Jay, vuoi sapere il resto della storia o no?"
Sofia ci pensò su, ormai Charles aveva scoperchiato il vaso di Pandora.
Stancamente rispose -"si"
-"molto bene, se però senti che ti sale l'agitazione, me lo dici che mi fermo!"
La ragazza annuì, si sistemò meglio nel letto.
-"prima di dirti di Jay devo spiegarti un altra cosa.
Tuo padre aveva fatto un testamento, il primo boss capo del clan mafioso, appartenente a qualsiasi stato, che sposasse una delle sue figlie, avrebbe ereditato il titolo di boss.
Devi sapere, ma forse lo sai già, visto che il tuo defunto marito lo era..."
-"Charles..." la voce le s'incrinò.
-"va bene scusa... proseguo?"
Sofia annuì, -"però non dire più nulla di brutto su mio marito!"
Charles strinse i pugni di rabbia. Sospirò e annuì.
-"dicevo...c'è un codice da rispettare. Bhe non tutti lo fanno, mio padre è uno di quelli, ma vedi, i seguaci poi si ribellano, mio padre in Inghilterra non è mai riuscito a dominare veramente... per cui ecco che salta fuori il contratto. A quel punto mio padre non poteva fare più nulla, ma poteva sfruttare noi figli, aveva altri progetti per noi, ma voleva a tutti i costi , che qualcuno prendesse il controllo dell'Inghilterra, siamo tutti primogeniti, in modo contorto, ma con madri diverse, lo siamo.
Per cui Jay fu il primo, ci provò con tua sorella all'università, ma lei non ha voluto saperne niente di lui, un giorno Jay aveva provato ad usare le maniere forti, ma arrivò uno dei fratelli di Konstantin, non il più piccolo quello di mezzo, non mi viene in mente il nome..."
-"Vladimir!"
-"esatto, lui se la portò via!
Mio padre rabbioso, tentò poi con Teo, un altro fratello maggiore nato, dalla relazione, con una donna turca, Leila. ha preso il cognome della sua nonna paterna Kaia.
Lui ha fatto perdere lavoro a tua sorella Emily, fatto in modo che non trovasse più nulla, in modo da risultare lui appetibile, se voleva arrivare a fine mese, avrebbe dovuto accettare la sua corte.
Se stai chiedendo perché nessuno di loro aveva tentato un approccio come quello mio di adesso, ossia rapirti, era perché, come lo ero anch'io, legato al codice morale mafioso. Non si fa del male a donne e bambini, inoltre si voleva far arrivare la sposa consenziente .
Mio padre, per paura che anche con Teo ci fosse un flop, mandò avanti anche me, sebbene eravamo entrambi giovani. Ma almeno il mio approccio... sembrava funzionare, con un coetaneo, tu ti sei fidata subito e abbiamo iniziato ad uscire.
Non ero contento quando sei partita, ma ero convinto saresti tornata... mi ha fatto male non vederti tornare, ma la tua telefonata..."
-"basta così Charles! Ho già sentito troppo e devo digerire queste informazioni."
L'uomo di alzò in piedi e sospirò, si avvicinò alla ragazza e tentò di darle un bacio, ma Sofia scostò la testa.
-"ho capito è troppo presto. Ma prima o poi sarai mia!"
L'uomo si voltò e uscì dalla porta, Sofia scoppiò a piangere, le pareva di vivere in un incubo senza fine.
Il giorno dopo il dottore venne a visitare Sofia, le controllò le pulsazioni, le misuro la pressione, le fece un' accurata visita ginecologica e un'ecografia.
Disse a Charles, che la ragazza doveva stare di più all'aperto al sole, in quanto era sempre pallida, di farle fare pasti abbondanti. Per il resto il bambino pareva di godere di ottima salute.
Il dottor Davies finita la visita, tornò nel suo studio, mancava ancora un ora prima dell'inizio delle visite. Riflettè sulla ragazza che aveva visto in quella villa, non le sembrava che fosse felice di essere moglie di quel Shan, inoltre lui era troppo opprimente nei confronti della moglie, e poi... cera il tatuaggio che la ragazza aveva nel polso . Lo aveva già visto da qualche parte, ma gli sfuggiva dove.
Stette a pensare per un po' ma non gli venne in mente.
Arrivò l'ora delle visite, e dovette accantonare il pensiero.
I giorni passavano, Sofia era sempre più depressa, la tata portava fuori le bambine dalla villa, aveva cominciato a portarle ad Hyde Park, era un modo perché la famiglia Chandra potesse vederle e conoscerle, le bimbe non giocavano molto,,erano molto tranquille e questo pareva piacere ai coniugi.
Sofia invece, poteva girare per la villa dove voleva,
non sarebbe potuta comunque fuggire, in quanto le inferiate che circondavano il maggione erano alte e insormontabili , inoltre non sarebbe mai potuta scappare senza le bambine.
Villa kumar non era grande neanche la metà di villa Petrov. La ragazza girava  per i corridoi come una morta, si sentiva depressa, non sentiva più la forza di fare nulla, si era alzata, uscita dalla stanza, solo per il suo bambino, doveva farsi forza per lei e per le sue figlie.
Pensava sempre a Konstantin e alle sue sorelle, ormai era passato un mese da quando stava in quella villa, più i giorni passavano, più perdeva le speranze, iniziava a credere sul serio che fossero tutti morti nell' incendio, questo le procurava un forte dolore al petto.
Dasha ed Elizaveta, avevano perso il sorriso, non erano più le bambine vivaci che erano un tempo.
Per quanto si sostenessero a vicenda, stavano perdendo il coraggio. La ciliegina sulla torta, avenne quando la signorina Pavlov, disse che non dovevano più chiamarsi con il loro nomi, in quanto i coniugi Chandra, volevano mettergli dei nomi indiani.
-"Eta! Quante volte devo dirti che non si mettono le dita in bocca?" disse la tata mentre rimproverava Dasha,che subito tolse le mani, sospirando.
Elizaveta la guardò impotente, mentre seduta sul tavolo finiva di scrivere, ciò che gli aveva detto la signorina Pavlov.
-"e tu Naira , possibile che confondi ancora il pronome femminile She con He?"
Elizaveta incurvò le spalle, stette  in silenzio.
Vedevano pochissimo la loro mamma, solo di notte, quando dormivano insieme tutte e tre nel lettone. Ma anche quello durò poco, la signorina Pavlov, decise che era venuto il momento che imparassero a dormire da sole, di questo era d'accordo anche Charles, il quale così poteva dormire lui con Sofia.
-"no... voglio le mie bambine, perché non sono qua, dove sono?"disse agitata Sofia la prima sera.
-"shhh, le piccole ora hanno ognuno di loro una stanza, sono grandi e devono imparare a dormire da sole, se no come faranno quando andranno a vivere con i Chandra?"
Sofia scoppiò a piangere, Charles cercò di consolarla.
-"suvvia non piangere , avremo le nostre bambine, ma spero anche bambini, mamma ci aiuterà a crescerli nel modo giusto, lo so che tu ti sei affezionata a quelle bimbe, ma non sono figlie tue, non ti perdi proprio nulla, sarà più difficile per te, separarti da tuo figlio ma te ne farai una ragione, io sicuro non cresco il figlio di un russo.

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