Cap 20

1.7K 58 2
                                    

-"anche Ylenia non voleva una tata. L'avevo ascoltata, perché sono consapevole di essere un prevaricatore e che tutto passa secondo il mio volere, ma l'avevo e volevo accontentarla.
Quando è nata di Elizaveta, ci ha messo un po' a riprendersi dal parto, era stato difficile perché la piccola era nata d'urgenza con taglio cesareo, il dottore le aveva dato i punti, faceva fatica a gestire la bambina, in più la piccola stava sveglia di notte e dormiva di giorno, poi le cercava sempre il seno, mangiando ad ogni ora.
Le avevo detto che era ora di prendere  una tata, per potersi riposarsi, invece si è opposta, l'ho di nuovo assecondata. Con gran fatica, ovviamente anche con il mio supporto e aiuto, per quando c'ero, abbiamo cresciuto Elizaveta e dopo due anni è arrivata Dasha. Con Dasha è stato ancora più difficile, ha subito un altro taglio cesareo, perché Tchaikovsky riteneva, che le pareti dell'utero fossero ancora deboli per poter affrontare un parto naturale, inoltre c'era del  liquido nella zona della cicatrizzazione, così per evitare problemi, esegui l'intervento.
Era dovuta stare a riposo a lungo, e Dasha fin dai primi giorni non dormiva proprio, neanche di giorno, ha continuato così fino al compimento dei due anni di vita, neanche in questo caso  ha voluto la tata, nonostante io  dopo la nascita di Dasha  ho iniziato ad assentarmi più spesso insieme ai miei fratelli, perché i nostri nemici, si erano espansi, portandoci a viaggiare in giro per l'Europa, il tempo che mio fratello ha conosciuto tua sorella..."
Konstantin fece un respiro profondo, iniziò ad accarezzare la testa di sua moglie.-"Ylenia a casa era sempre sola, non poteva neanche  più uscire come prima, le avevo assegnato una guardia che la portasse in giro, non volevo che prendesse la macchina e uscisse da sola, come faceva sempre quando io ero assente, non perché non mi fidassi di lei, anzi, ma perché i nemici potevano prenderla e usarla o addirittura ucciderla.
Un giorno Dasha era ammala, c'eravamo sentiti per Skype, Tchaikovsky le aveva detto che aveva preso la rosolia, dovevano stare in casa e aspettare che la malattia facesse il suo decorso , lei voleva mandare l'autista karl, a comprare i pattini per Elizaveta, per farla pattinare in casa e farle pesare di meno la malattia della sorella, dato che non poteva portarla fuori e non poteva chiedere ad una cameriera di tenere una figlia mentre usciva con l'altra o viceversa.
Io le avevo detto di no, di non mandare karl, che li avrei presi io, sarei ritornato a casa il giorno dopo, ed Elizaveta avrebbe pattinato all'aria aperta. Non era il caso farla pattinare in casa, non era una cosa fattibile...Invece Ylenia fece di testa sua, mandò karl al centro commerciale e comprò  i pattini..
Inutile dirti che quel giorno Elizaveta, si ruppe un braccio, cedendo con i pattini in camera dei giochi, il braccino non aveva retto all'impatto.
Ylenia si sentì in colpa e pianse. Le avevo detto che ci voleva una tata, l'avrebbe aiutata a creare giochi da fare in casa, che l'avrebbe supportata e poteva stare dietro a tutte e due con il suo aiuto. Poteva uscire con Elizaveta mentre Dasha dormiva sotto la supervisione della tata... poteva far uscire Elizaveta con la tata... invece no... non ha mai voluto un aiuto. So che voleva me, ma sapeva che il mio lavoro molto spesso mi porta ad assentarmi per lunghi periodi. A volte c'erano i miei fratelli, a volte non c'era nessuno.
Dovevo però impormi di più, dovevo prendere una maledetta tata. Le bambine l'assorbivano completamente,per loro Ylenia avrebbe fatto qualsiasi cosa, come per esempio   organizzare una grande festa per le bambine, voleva invitare tutti i bambini figli degli uomini della bratva.
Doveva essere una sorpresa per loro. Nonostante il periodo no che avevamo a causa dei nemici, eravamo in costante sotto attacco, io, Vladimir e Ivan ci siamo prodigati per aiutarla ad organizzare la festa. C'era tutto, non mancava nulla, ma lei voleva di più, voleva la perfezione, usciva spesso con la macchina di nascosto, nonostante il mio divieto, l'avevo rimproverata, non doveva uscire da sola né guidare quei bolidi, perché Ylenia non si conteneva mai nella velocità.
Ma Ylenia continuava ad uscire di nascosto...continuava a comprare cose per la festa, tutto quello che le bimbe desideravano, persino un pony... inutile dirti che il ricevimento ebbe un gran successo.
Dopo il party cominciò a lasciare le bambine a Vera, usciva per prendere altre cose, l'hai vista la stanza dei giochi no? È piena di giocattoli di tutti i tipi, Ylenia non si fermava, stava via ore e ore... finché non trovava le cose che voleva, le ho detto di smetterla di uscire, di non comprare più cose, poi c'è stato l'incidente, se ci fosse stata una tata l'avrebbe aiutata a capire che le bambine non avevano bisogno di tutti quei giochi...io avrei dovuto essere più presente e più duro."
Sofia acquietata sotto di lui, gli accarezzò i capelli, ora comprendeva un po' di più perché lui volesse una tata e perché era così rigido.
-"mi dispiace per Ylenia, devi averla amata molto!"
-"si... però Ylenia  è il mio passato, e l'ho amata molto si , tu, però, sei il mio presente e ti desidero molto di più, mi fai diventare più matto e sono anche molto spaventato. La prima volta che ti ho visto mi hai ricordato subito lei, quando mi hai fatto arrabbiare, quello schiaffo che ti ho dato era perché ti comportavi esattamente come lei.
Non voglio che ti capiti nulla, se sono duro e sarò sempre più duro è perché essere stati morbidi non ha funzionato per nulla. Voglio proteggerti, voglio legarti a me, voglio avere dei figli da te, voglio vederli crescere insieme a te. Tu mi completi Sofia."
-"oh! Tu... io..."Sofia non aveva parole, lo baciò, si baciarono a lungo, la passione prese il sopravvento,
Konstantin le accarezzò il corpo nudo,la ragazza
rilassandosi al suo tocco, chiuse gli occhi. Sentì il letto cedere sotto il peso di del marito, mentre si sollevava da suo corpo per inginocchiarsi tra le sue gambe, Konstantin con le  labbra le sfiorò la pelle sensibile dell'interno coscia, la sua barba ispida la graffiava leggermente, il solletico lieve dei suoi capelli corti mentre si abbassava con la testa  tra le sue gambe.
Sofia strinse le lenzuola fra le dita e gemette al tocco umido della sua lingua che le solleticava la parte alta delle cosce. -"kon..."
Lunghe dita virili le strinsero i fianchi e le costole, ricordandole ciò che le aveva detto una notte a proposito di sentire pronunciare il suo nome accorciato.
Sofia fremette all'idea di eccitarlo.
Konstantin la baciò al centro della sua femminilità, facendole alzare i fianchi dal letto.
-"oh kon, ti prego..."
Una risata seducente risuonò nell'aria mentre il calore umido del suo fiato la scaldava in mezzo alle gambe. -"Così è anche meglio.
Vediamo fin dove arrivo, nel farti impazzire!"
-"Oh, Dio, kon!"esclamò, esalando tutto il fiato che aveva in corpo, il suo nome pronunciato senza riflettere, in modo incontrollabile.
Lui emise un grugnito soddisfatto, riprendendo quell'incredibile gioco folle che le stava facendo con le labbra, i denti e la lingua.
Lei iniziò a contorcersi e senti il corpo che sfuggiva al proprio controllo, mentre si concedeva a l'uomo che la guardava con occhi semichiusi, godendo a sua volta del piacere che le stava regalando.
Sfiorandola in modo delicato con la lingua e con i denti, ritraendosi piano e affondando vigorosamente in lei, costringendola ad ansimare,
quasi sopraffatta.
Sofia  gli passò le dita tra i capelli corti, in preda a una tensione che raggiunse nuove apici mai sperimentati sulla sua pelle.
-"Basta... ti prego!"Non sapeva quanto ancora avrebbe potuto sopportare quella dolce tortura.
-"Non ancora. Voglio che tu venga cosi" ribatté. Quindi disegnò un cerchio con la lingua attorno al punto più sensibile della sua femminilità e, prima di dare il colpo finale, concluse: -"Poi scivolerò dentro di te". Mosse avanti e indietro la lingua per dimostrare ciò che aveva detto. -"E tu impazzirai ancora. E ancora. E ancora."
-"oh, kon oh Sì!"
La sensazione fra le cosce si estese a tutto il suo corpo e la tensione dentro di lei crebbe in modo incontenibile. Inarcò la schiena, a un passo dall'orgasmo che finalmente esplose. Ondate di appagamento le attraversarono ogni terminazione nervosa, ogni cellula, gambe e braccia.
Con le palpebre pesanti, Sofia guardò Levi scostarsi dalle sue gambe e afferrarsi il pene duro e lungo. Poi lui si distese sopra di lei, i suoi fianchi fra le cosce di Sofia , che percepì tutta la sua turgida erezione mentre si allungava di di lei.
I loro occhi si incontrarono e lei non poté fare a meno di sussurrargli estasiata all'orecchio: -"Sei tremendo!"
Lui contrasse la mascella una, due volte, poi le coprì la bocca con un bacio caldo, appassionato. Il sapore del suo desiderio la fece trasalire ancora una volta.
-"Non ho neanche cominciato", le promise con decisione, staccandosi da lei.
Non vedeva l'ora di possederla.
Assaggiare la sua soddisfazione, sentirla sulla lingua era stata una vera tortura. Dolce, sì, ma del tutto insufficiente.
Si infilò e si insinuò in lei, stringendo i denti per frenare la furiosa avanzata delle sensazioni che lo assalirono. La carezza del tallone di Sofia  sulla sua schiena, il suo corpo stretto attorno a lui, il suo gemito di sollievo nelle orecchie quando la penetrò fino in fondo.
Si ritrasse per affondare in lei subito dopo, impostando un ritmo regolare. Guardò le reazioni del corpo di Sofia , la sua espressione,
portandola a un livello superiore di piacere a ogni affondo.
Sofia  emise un grido selvaggio mentre il suo corpo si serrava violentemente attorno a lui. Le avrebbe fatto raggiungere la vetta del piacere un'altra volta, così fu irrigidendosi e tramando contro di lui.
Lui continuò a spingersi dentro di lei, tenendola inchiodata nel letto, alla fine anche lui fu attraversato da un orgasmo potente, che gli partì alla base della colonna vertebrale percorrendolo in tutto il corpo, correndo fino alla punta del membro dal quale il seme proruppe a ondate,come se non dovesse finire mai.
Alla fine dell'amplesso erano stanchi ed affannati. Konstantin le diede un lungo bacio prima di staccarsi da lei.
Si accoccolarono nel letto e si lasciarono trascinare dalla stanchezza post coito, addormentandosi.
Durante la notte, Konstantin fu svegliato da Ivan, avevano subito un duro attacco ai confini con la Georgia. Un gruppo di terrorristi indiani  avevano ucciso gli uomini che stavano trasportando un carico di droga in Azerbaigian.
L'imperator bestemmiò, si alzò nudo cercando di non svegliare la moglie. Si vestì velocemente e insieme al fratello minore partì.
Quando Sofia si svegliò, si stiracchiò, era già abituata svegliarsi sola, pensò che il marito si fosse svegliato prima per lavorare.
Si fece la doccia e poi scese a fare colazione, dove trovò le sorelle.
-"buongiorno ragazze come state?"
-"insomma..."rispose Emily, -"non è stato bello svegliarsi con Ivan agitato."
-"come mai?"chiese curiosa Sofia.
-"stanotte lui e Konstantin sono partiti, ci sono stati dei problemi, sempre di tipo mafioso, ma adesso chissà quanto staranno via!"
-"oh!"disse Sofia rattristandosi. Sospirò e sperò che tornassero a casa presto.
-"ora lo dovrò dire alle bambine, è sempre difficile quando glielo dico..!"
Melany allungò un braccio per darle conforto.
-"buongiorno belle signore, come state? Fuori è una bella giornata ma è fredda e le strade sono ancora molto ghiacciate, altrimenti vi avrei portato al centro commerciale a rilassarvi un po' !" disse Vladimir andando a posare un bacio sulla testa della moglie.
-"oh si Vlad, sarebbe stato bello ma in ogni caso io non sarei potuta uscire, non potrei portare per nulla sl mondo una neonata al centro commerciale!"disse Melany.
-"giusto... mi hai appunto ricordato che devo chiamare per il colloquio un paio di tate, Konstantin mi ha detto di occuparmene io, non sapendo quando torna, e vuole che venga assunta al più presto!"
Vladimir lanciò un'occhiata a Sofia che sbuffò e strinse le labbra, sebbene il marito le avesse spiegato i motivi per cui era giusto avere una tata, non riusciva proprio ad accettare il fatto che presto ci sarebbe stata un' altra persona a occuparsi delle bambine.

 ImperatorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora