Cap 10

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Bussarono alla porta , entrò Vladimir e diede un occhiata alla moglie, le vide tutte serie e Melany aveva gli occhi rossi.
-"mi potete lasciare da solo con Sofia , devo parlargli!"
Le sorelle si guardarono e uscirono, Melany strinse il braccio a Vladimir.
L'uomo chiuse la porta, si girò verso Sofia , che si spaventò per lo sguardo che le aveva lanciato.
-"quando non c'è Konstantin sei sotto la mia responsabilità, non provare mai più a scappare. Ieri tua sorella è svenuta, ha rischiato di perdere la bambina, le miei nipoti poi si sono molto affezionate a te, pensa a cosa fai prima di agire, perché pensando a te stessa ferisci tutti gli altri! d'ora in poi ascolterai e obbedirai! Sono stato chiaro?"
Sofia con le lacrime agli occhi annuì, stringendo le coperte, mordendosi a sangue il labbro, quell'uomo la stava facendo sentire una schifezza.
-"bene! E un ultima cosa, mio fratello Konstantin è un uomo importante, ti vuole come moglie il che significa che sarai, che diventerai molto importante, quindi un bersaglio, quindi non permetterti più passi falsi , perché se no metti a rischio tutta la famiglia! Capisci? sai chi è Konstantin e chi siamo tutti noi!"
Lasciò la stanza. Sofia era sconvolta, scoppiò a piangere, e non riuscì a smettere neanche quando dopo un po' tornarono le sorelle.
-"ehi ma che ti è successo?" Chiese Melany in tono preoccupato
-"niente, ho..ho.." Sofia singhiozzava e tremava -"ho piegato il ginocchio e niente..." non sapeva cosa inventarsi. Melany addolcì il viso -"oh piccola, ci vuole tempo, il dottore ha detto due settimane, ma cosa hai fatto al labbro?"
-"me.. me lo sono morso!"
-"caspita Sofia , devi stare attenta. Dai ti abbiamo portato i libri ed un altra fetta della torta alle carote. Ti aiuteremo a passare il tempo, così le due settimane passeranno in fretta."
Sofia annuì. Il pomeriggio passò, ma aveva così paura di dire qualsiasi cosa alle sue sorelle che si misuro per tutto il tempo, cercando di rispondere alle domande che facevano e senza mai dire più nulla, di come faceva prima.
Alla sera tornò Konstantin.-"allora sei stata brava oggi?"
-"spero di sì!"disse tristemente lei.
L'uomo la vide pallida e una piccola crosticina spiccava sul labbro inferiore della bocca -"cosa ti sei fatta?" le chiese toccandole le labbra.
-"niente.. io mi sono morsa le labbra a sangue... quando ho provato a muovere il ginocchio .. io"
Konstantin le scostò le coperte, Sofia indossava un'altra camicia  pulita e un paio di coulotte di cotone bianco, le guardò la gamba fasciata.
-"devi stare a riposo due settimane, devi stare ferma e buona!hai mangiato?"
-"si tutto, non ho avanzato nulla!"
-"ma che brava bambina" allungò la mano per accarezzarle la guancia, ma Sofia si ritrasse impaurita dal gesto.
-"hai paura di me, ora che hai scoperto cosa sono?"
-"si e no, se mi volevi uccidere penso lo avresti già fatto, basta che non mi fai del male !"
Konstantin ridacchiò, -"devo ancora punirti, per la tua fuga".
La ragazza sbiancò, iniziò ad agitarsi.
-"shhh Sofia , non sarà brutto come l'altra volta.Devo aspettare che guarisci! e comunque non sarà oggi. In quanto al resto, basta che non fai più puttanate e io non ti farò più nulla. Ora ho voglia di fare altro con te, tipo baciarti."
Le sollevò il viso afferrandogli il mento e la baciò, la calda lingua forzò l'apertura delle labbra, una mano le afferrò la testa per avvicinare di più il viso a quello dell'uomo per rendere più profondo il bacio, le si stese addosso e la ragazza sentì l'erezione premerle sullo stomaco, Konstantin si staccò -"rispondi al bacio Sofia , voglio la tua lingua."
-"ti prego lasciami stare!" L'uomo zittì la sua protesta e la ribaciò, ma ostinatamente Sofia  non rispose al bacio, Konstantin le pizzicò un capezzolo, la ragazza mugugnò.
-"la lingua Sofia !" le disse Konstantin. Sofia  si arrese al bacio. Le sensazioni che provò si moltiplicarono, perse la battaglia che aveva combattuto prima, lasciandosi trasportare dal bacio.
Quando finì Konstantin le accarezzò la guancia.
-"YA tebya lyublyu", Sofia  aveva capito cosa le aveva detto,ti voglio.
Konstantin le afferrò la testa e di nuovo la baciò, le labbra di lui toccarono  le sue, la sua lingua affondò nella sua bocca, insistente, insinuante. Quando l'uomo  le alzò la camicia per accarezzarle il seno nudo, Sofia  sobbalzò nervosa,bloccandogli la mano.
-"non devi essere in imbarazzo con me, Moya lyubov', è giusto che ti tocco così, presto sarò tuo marito"
Sofia  sollevò gli occhi e lo guardò -" ma cosa stai dicendo?"
-" ho bisogno di un erede maschio, Sofia , ho visto come sei brava con le bambine, so che Dasha ha parlato subito da quando sta con te, ho deciso che sarai tu la madre dei miei figli!"
-"no! Non puoi decidere così, io... io ... già non voglio stare qui... la madre dei tuoi figli? No, Konstantin e poi c'è, c'è Veruska!"
-"Veruska non è più la mia fidanzata, domani sera, ti presenterò come mia futura moglie!"
-"no Konstantin no! Io non voglio essere tua moglie!"
-"basta così, ora lasciati baciare e toccare!"
Di nuovo l'uomo le coprì la bocca con la sua, le sbottonò la camicia, nulla valsero i tentativi di Sofia nel fermarlo.
La stese sul letto. -"Konstantin! Basta!" Sofia cercò di togliersi dalla morsa ferrea dell'uomo.
-"shhh ti piacerà, basta solo che ti rilassi!"
Sofia  sbarrò gli occhi, rilassarmi per cosa? Non vorrà mica fare sesso?
Le portò le braccia sopra la testa, stando attento a non farle male, con una coscia le divaricò le gambe spostando la gamba sana, le abbassò le culotte.
La ragazza di agitò -"Konstantin no!" L'uomo la ignorò e iniziò a toccarle il piccolo clitoride, le dita cominciarono a fare movimenti circolari e poi ovali, il toccò le mandò una scarica di brividi in tutto il corpo, mai aveva provato una sensazione del genere, Sofia  si strinse le mani incrociate.
-"Sta' buona, piccola, non devi sforzare il polso ricordi?"le sussurrò rauco l'uomo.-"Lascia che mi prenda cura di te." Le baciò e succhiò il seno, mentre con le dita la stimolava, Sofia si sentiva sempre più calda e bagnata, la voglia di ribellarsi scemò e si lasciò guidare dalle sensazioni, Konstantin continuò il massaggiò intorno al gonfio bocciolo con decisi movimenti circolari finché il respiro della ragazza non si accorciò, i suoi movimenti divennero più rapidi e i fianchi di Sofia  parvero prendere vita propria, -"ti voglio Sofia. Non vedo l'ora di sposarti!"
-" ma cosa dici?" Sofia  non riusciva a capire più nulla, lui le percorse con la bocca il collo, mentre con la mano continuava ad accarezzarla   sapientemente, lungo le pieghe aperte del suo sesso. Lei emise un gemito e lui la sfregò con ancora maggiore intensità, Sofia  respirava  sempre più affannosamente.
-"sono l' unico che ti abbia mai toccato così?" le sussurrò all'orecchio. -"Dimmelo"
-"Sì" sospirò lei. Lui continuò a sfregare il bottoncino
finché non la sentì tremare, scossa da una serie di spasmi e sussulti, gridò di piacere quando sentì dentro di lei una sensazione incandescente che si propagava sul suo ventre, fino a farle premere il piede della gamba sana  sul letto e sollevare il bacino per cercare sollievo contro quelle dita, e il sollievo arrivò e per la prima volta in vita sua si sentì viva.
Poi tornò alla realtà, era sconvolta, guardò scioccata l'uomo che le aveva appena dato un orgasmo.
Bussarono alla porta -"Konstantin sei qui? Konstantin?"
L'uomo s'irrigidì, -"spero per te Vladimir che hai un buon motivo per venire a disturbarmi!"
-"si, mi dispiace Konstantin ma ci sono dei problemi con i vory della Cecenia ".
-"arrivo Vladimir dammi due minuti, aspettami in ufficio"
-"mi sposerai Sofia !" Konstantin posò la fronte  sopra quella di lei.
Si alzò in piedi, le richiuse i bottoni della camicia e la ricopri con la coperta.
-"ora riposa, io ti raggiungo dopo, devo parlare con i miei fratelli!" le accarezzò la guancia e lasciò la camera.
Quando l'uomo uscì dalla porta, scoppiò a piangere incapace di credere a ciò che era appena successo.

Una volta in studio Konstantin  insieme ai fratelli approntò un piano, li aggiornò di Ilia e socio, -"a quanto pare erano dei seguaci di Chenukh kumar , il loro compito era rapire più ragazzine e venderle in Kazakistan."
-" interessante... immagino che non ti abbiano detto dove ha la base questo genio!"disse Vladimir
-" all'80 percento dovrebbe essere in India"
-"dobbiamo trovarlo! Quell'uomo è una minaccia per noi! E questo casino che sta emergendo in Inghilterra  è una conseguenza, perché abbiamo fatto saltare il carico di vendite!"

Passarono due settimane, il ginocchio di Sofia era guarito, nel frattempo la ragazza era venuta a patti con la nuova realtà, aveva represso in un angolino la sua nostalgia perché se parlava di Bristol le sue sorelle diventavano tristi, di conseguenza veniva ripresa da Vladimir  quell'uomo la teneva d'occhio come un falco e la faceva sentire una nullità quando le lanciava certe occhiatacce.
-"bene, sono contento che sei guarita, vai a farti una passeggiata in giardino, sei stata chiusa in camera per due settimane, mettiti una giacca, fa abbastanza freddino orma siamo a fine ottobre, il clima è diverso dall'Inghilterra. Però c'è un bel sole." le disse il dottore.
Sofia annuì, guardò Vladimir che era fermo sulla porta con le braccia incrociate, per avere il permesso, in quanto Konstantin era fuori per "lavoro" dal giorno che le aveva fatto raggiungere il suo primo orgasmo. L' uomo accossentì e lei uscì, portando le bambine.
-"finalmente mamma Sofia, possiamo riprendere a fare le nostre passeggiate e i picnic!"
Sofia sorrise alla piccola Dasha, -"non credo, che possiamo fare i picnic per un bel po', dobbiamo aspettare il ritorno del caldo!"
-"oh... non si può fare un picnic lo stesso in autunno?"chiese Elizaveta.
-"eh no, l'erba è umida, anche se oggi è una bella giornata il sole non è più così forte da asciugare l'erba!"
Arrivarono dove c'erano le altalene, Sofia prese in braccio Dasha e insieme si dondolarono.
Mentre si spingeva pensò a Konstantin, sperò anche che  avesse dimenticato di punirla, stranamente sentiva la sua mancanza.
E questa cosa per Sofia non aveva senso.
Vennero raggiunte dalle sorelle Foster.
-"ehi Sofy, finalmente in piedi! Vista la giornata ho detto a Vera di portarci il Samovar con il te fuori, e ci sono anche dei pasticcini per queste due principesse!"
-"evviva!"Dissero in coro Elizaveta e Dasha.
Andarono tutti a sedersi nel tavolo del giardino.
-"bene!" Esclamò Dasha " è come fare un picnic senza  coperta!"
Sofia alzo gli occhi al cielo ma rise.
Bevvero tutte il te, mangiando i dolcetti,

In quel momento arrivò una macchina. Konstantin era tornato.
Quando l'uomo scese si accorse di loro e le raggiunse, abbracciò le figlie baciandole sulle capo.
-"avete fatto le brave?"
-"sì papà"risposero in coro.
L'uomo annuì e guardò le donne sedute al tavolo.
-"Dobriy den a tutte, finalmente Sofia ti vedo fuori da quella camera, deduco che il dottore ti abbia dato l'ok?"
-"si! Ha detto di prendere anche un po' di sole, che presto farà freddo.." disse la ragazza un po' triste. Konstantin se la mangiò con gli occhi e questo non sfuggi a nessuna.
-"si è vero presto farà molto freddo!" Le accarezzò una guancia, le salutò di nuovo ed entrò in casa.
Sofia stette a guardarlo finché potè... poi quando si giró vide che tutte la stavano guardando.
-"Sofia ...hai qualcosa da dirci?"chiese Melany con un lieve sogghigno.
-"no.. non ho niente da dirvi... io inizio a sentire freddo vado dentro, venite con me bambine?"
-"va bene se stiamo un altro po fuori con le zie?!"rispose Elizaveta. -"va bene piccole, io vado!"
Scappò via prima che iniziassero a farle domande.
Sofia andò a rifugiarsi in camera, ma quando chiuse la porta e sospirò, vide sbucare l'uomo che le occupava tutti i pensieri dal bagno, con un asciugamano allacciato in vita.
La ragazza arrossì -"piccola il sole ti fa bene, hai le guance più rosee !" Le disse sorridendo.
-"bhe ecco, ho fame vado in cucina a mangiare!" Sofia si giró, aprì la porta ma l'uomo  la richiuse, chiudendola a chiave.
-"ah bambina, devo ancora punirti ricordi?"
-"Ecco...non, non ritenterò più la fuga, mi sono fatta male, ho rischiato grosso... io penso sia più che sufficiente per me...poi cosa fai in camera mia, non hai la tua camera per fare la doccia?" affermò Sofia  sperando di sfuggire al castigo, poi gli sorrise sperando di aver portato l'argomento su un altro piano.
Konstantin si leccò le labbra, le sorrise,-" nella mia camera stanno facendo dei lavori di ristrutturazione, ho cambiato il letto, l'armadio e il colore, rimarrà chiusa finché non vi entrerai come mia sposa!"
-"cosa? Ancora con questa storia? Non ti sposerò!"
Sofia gli girò le spalle per cercare di aprire la porta e fuggire, ma Konstantin l'afferrò per le braccia e la trascinanò sul letto.
-"invece si, o deluderai due bambine che già ti chiamano mamma Sofia!"
Sofia non replicò perché era vero, forse doveva fare qualche discorso alle bambine.
-"ora veniamo alla tua punizione!"Konstantin diventò serio.
-"Sei arrabbiato con me?"chiese Sofia preoccupata.
"No, ne malen'kiy. Non sono arrabbiato, capisco che per te tutto è nuovo, che ci sono state cose che ti hanno reso nervosa tanto da tentare la fuga!"

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