Cap 30

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Solerte, il dottor Davies era già lì alle 8.00 in punto.
Visitò Sofia, il rush cutaneo era sparito e la febbre era un altro sintomo di stress.
Aveva così voglia di parlare a Sofia, di dirgli che andava tutto bene,ma con il mastino sempre presente, gli risultava difficile.

Alle 17 precise, l'aereo di linea, atterrò a Londra.
I Petrov, Dimitri e Tchaikovsky scesero le scalette respirando un aria diversa. Raggiunsero la casa del dottor Davies dopo circa un oretta.
-"ben arrivati!" Davies si sentì un po' intimidito dalla presenza dei Petrov, non si aspettava degli uomini così grandi e grossi.
-"dottor Davies, avrò sempre un debito di riconoscimento con lei, per ciò che sta facendo per Sofia e le mie figlie."
L'uomo annuì -"oh nessun debito, sarò contento solo quando quella ragazza e le bambine usciranno da lì... solo non capisco come farete a farle uscire...
Io... so che non bisognava chiamare la polizia, so che appartenete ad una organizzazione che è diversa da quella di quel Shan. Ma mi chiedo ancora come farete!"
Konstantin annuì -"ora le spiegheremo il piano! Se ho capito bene quasi ogni giorno le mie figlie escono per andare ad Hyde Park. Studieremo lì la situazione, se sono sole con la tata, interverrò se ci sono uomini o altri cambieremo strategia. I miei uomini arriveranno questa notte!"
Il dottore annuì per la fredda logica che l'uomo avrebbe applicato.
Konstantin pensò che se fosse stato per lui, avrebbe fatto già una strage, ma doveva mantenersi calmo.
Il restare all'ombra e far credere a tutti che fosse realmente morto, faceva sì che tutti i suoi nemici avevano abbassato la guardia... sorrise.
Sarebbe stata una carneficina, aveva piazzato gli altri suoi uomini che erano in Russia, nelle varie basi dei nemici, al momento giusto tutti l'avrebbero pagata cara.
Il giorno dopo Sofia si svegliò, accanto a lei Charles le teneva un braccio possessivo intorno alla vita. Sofia lo guardò disprezzandolo. Il suo viso così giovane, poteva far sembrare a tutte che fosse un bravo ragazzo, esattamente come aveva creduto lei, invece era tutt'altro.
Con rabbia si tolse il suo braccio e se ne andò in bagno.
Durante la notte aveva sognato  Konstantin come sempre, ma il sogno stavolta era diverso.
In sogno le aveva detto di reagire e che presto sarebbe venuto.
Sofia si toccò la pancia il suo bambino le ricordava che lui c'era. -"si Kon!"disse allo specchio.
Si era lasciata andare il giorno che aveva sentito, Charles parlare con sua madre e dirle, che in Russia si era sparsa la voce che i Petrov erano morti, che al suo posto era salito un certo Dimitri.
Di nuovo Sofia si guardò allo specchio, -"per te Kon, per me, per i miei figli!" Si sciacquò il viso, e uscì dal bagno. Trovò Charles in piedi a vestirsi.
-"buongiorno bambolina, come ti senti oggi?"
-"starei meglio se vedessi le mie bambine, oggi le potrò vedere?"
Charles la guardò -"si va bene, però prima voglio un un bacio, un bel bacio!"
Sofia strinse in pugni, avrebbe voluto sputargli in faccia, ma decise di fare buon viso a cattivo gioco.
Si avvicinò e lo baciò, lui cercò di approfondire.
La ragazza si ritirò indietro -" un po' alla volta Charles!"
L'uomo sorrise contento, quella era una risposta diversa dal solito.
Andò a prendere le bambine.
Le piccole Petrov videro Sofia le corsero subito incontro e l' abbracciarono.
-"Staranno con te fino a dopo pranzo, vi lascio mangiare insieme, dopo di che piccole andrete ad Hyde park, i signori Chattan vengono lì a posta per vedervi tutti i giorni, e mi aspetto che oggi li salutiate chiamandoli mamma e papà! Chiaro?"
Le bambine non risposero .
Charles diventò serio, -"allora non vi farò più stare con Sofia!"
Le bambine allarmate annuirono con la testa -"si li chiameremo come vuoi tu, ma lasciaci qui!"
Charles si rilassò e abbozzò un sorriso, si voltò perdendosi la fulminata di Sofia.
Una volta sola Sofia le tenne strette a sé.
-"le mie figlie, voi siete mie e basta! Ho deciso che ideerò un piano per andare via da questo posto, dovremmo scendere a qualche compromesso, ma sono sicura che ce la faremo."
-"come faremo mamma Sofia?"chiese la piccola Dasha.
-"non lo so! Ma sediamoci a disegnare una storia, in qualche modo ci verrà in mente !"
Le bambine si guardarono e sorrisero.
Sofia non aveva la più pallida idea di come fare, ma le sue figlie, che ogni volta che vedeva, perdevano sempre di più la lucentezza, avevano bisogno della speranza.
Si sedettero al tavolino, iniziarono a disegnare.
-"c'erano una volta tre principesse"disse Sofia.
-"no! Niente principesse! Noi siamo guerriere!"disse Elizaveta, Dasha annuì -"come papà che è il nostro guerriero super eroe!"
Sofia le guardò e sorrise. -"va bene, c'erano una volta tre guerriere, un giorno vennero portate via dal?"la ragazza attese che le figlie decidessero che animale o mostro fossero Charles e sua madre.
-"dal drago Chad e dalla sua inseparabile amantide  religiosa di nome Pavalona!"
Sofia sbattè gli occhi e guardò la piccola Dasha che aveva tirato fuori quelle creature lì!
Non potè fare a meno di ridere,e visto  che anche ad Elizaveta piaceva la trovata della sorella, lo scrisse.
-"molto bene proseguiamo. Andarono a vivere in un castello cupo e buio, dove il sole non sorgeva mai.
Le guerriere, erano intrappolate, non potevano uscire, non potevano giocare, non potevano più fare un sacco di cose. Ma un giorno... cosa possiamo scrivere qui?"
-"ma un giorno una delle guerriere disse se poteva volare sulla sua groppa e vedere com'era fuori le mura del castello!"disse Elizaveta.
-"molto bene, e cosa succede dopo?"chiese Sofia.
-"una volta uscita dal castello la guerriera lo ringraziò, e gli chiese se poteva far venire anche le altre guerriere il giorno dopo." Disse Dasha
-"e Siccome non ci vide niente di male, il drago le portò nella groppa fuori dal castello."continuò Elizaveta.
Sofia continuava a scrivere presa dall'entusiasmo delle bambine, continuò lei a scrivere una parte del racconto.
-"Le guerriere gli fecero tanti complimenti. Gli chiesero se era capace di volare alto fino alla montagna, il drago sentendosi messo alla prova, lo fece"
-"quindi gli chiesero se era capace volare raso terra, e quando il drago lo fece, le guerriere saltarono giù.
Si nascosero tra gli alberi e le rocce!"disse Elizaveta.
-"però non sputa fuoco questo drago!"disse Dasha,
-" no, infatti noi ci nascondiamo, lui non ci trova, ritorna al castello abbattuto e prende un sacco di sgridate dalla mantide religiosa. Stufo di sentirla se la mangiò." Conclude Dasha.
Sofia non potè fare a meno di scoppiare a ridere, era un racconto fantastico, altro che piano di fuga, ma cavolo aveva fatto bene a tutte e tre scrivere la storia.
Elizaveta aggiunse il finale -"le guerriere, camminarono a lungo, durante il tragitto trovarono superK, che le stava cercando, gli corsero incontro lo abbracciarono e tornarono a casa dove vissero felici e contenti."
Quest'ultima parte, la bambina lo disse con la voce incrinata.
Sofia posò la penna e le abbracciò forte forte. Poi colorarono i disegni e rilessero la storia.
L'ora di pranzo arrivò, mangiarono insieme e infine dopo pranzo, tata Pavlov le venne a prendere.
-" 'mmmh ero un po contraria che stessero tutta la mattina qui, ma almeno hanno nel viso un po' di colore!"
Le prese e le porto via.

A casa del dottor Davies esano tutti pronti.
Gli uomini si diressero ad Hyde park, tutti si posizionarono in punti strategici per non dare nell'occhio.
Konstantin fremeva, non vedeva l'ora di rivedere  le sue figlie . Per non traumatizzare le bambine, con un aspetto diverso dal solito, si era rasato  i capelli e fatto la barba e per evitare di attirare le attenzioni su di sé, si mise una parrucca.
Il dottor Davies aveva spiegato  più o meno dove le aveva viste.
Vladimir e Ivan si sedettero su una panchina, Dimitri si posò su albero con la schiena appoggiata ad un albero, fingeva di fare ginnastica, in quel momento stava facendo stretching, gli passò davanti una ragazza, che si fermò davanti a lui e gli spiaccicò nel petto un volantino. La ragazza proseguì tranquillamente, Dimitri innarcò un sopracciglio da tanta sfrontatezza, guardò il volantino. Scoppiò a ridere  -" offresi come baby-sitter o tata, disposta a spostarsi.
Glenda Lyn Numero di telefono 02074537890-31.... Va bene inglesina  se mai avrò bisogno dei tuoi servigi ti chiamerò!"
Piegò il foglietto e lo mise nella tasca della tuta che indossava, ritornò in posizione seria, studiò la situazione davanti a lui, diede un occhiata al cellulare, ma per ora era tutto tranquillo. Konstantin  si era seduto su un altra panchina  a leggere il giornale. Arrivò una coppia, dal colore della pelle e dai zigomi, Konstantin capì che erano indiani per i tratti tipici.
La coppia si sedette sulla panchina che si trovava poco lontana da quella di Vladimir e Ivan.
Dopo dieci minuti arrivarono due bambine bionde accompagnate dalla Pavlov.
Konstantin strinse i denti, prese il telefono e si mise in multi contatto con Dimitri e fratelli.
-"c'è altra gente?"chiese.
-"no rispose Vladimir, gli uomini appostati all'ingresso hanno detto che non c'è nessuno!"
-"bene, ora aspettiamo un po', vediamo se le bimbe sono libere di muoversi, altrimenti mi alzo e vado da loro, Vlad, Ivan vi occupate della coppia, non so cosa centrino con le mie figlie, non mi piace come le stanno toccando, invece tu Dimitri prendi la tata. Pronti?"
-"da!" Risposero al telefono.
Konstantin fremeva, si tolse con calma la parrucca, tenne il giornale aperto e aspettò, le piccole, iniziarono a camminare. Quando furono vicine al padre. Konstantin spostò il giornale.
-"ciao principesse!"
Le bimbe si fermarono -"papà??" Urlarono di gioia e gli si buttarono addosso, cominciando a piangere e a baciare il padre.
La coppia allarmata, si alzò e iniziarono ad allontanatasi, ma vennero bloccati da Vladimir e Ivan.-"dove state andando? Non si toccano i figli degli altri. Vi conviene non urlare, c'è una colt puntata sulla vostra schiena, ora camminate."
Dimitri aveva fatto la stessa cosa con la Pavlov neutralizzandola, la signorina, aveva tirato fuori un teaer, cercava di scaricarglielo addosso , non sapeva però che aveva a che fare con l'addestratore numero uno della bratva. In poche mosse, l'aveva bloccata e resa innocua, le toccò giusto due tre nervi, che le impedivano di aprire la bocca. Usciti dal parco, la coppia indiana e la Pavlov, furono caricati in una macchina e portati in una zona allestita, appena fuori da Londra, dove Dimitri, si sarebbe divertito un po' con loro. Il cugino di Konstantin conosceva la digitopressione, sapeva esattamente dove toccare per paralizzare le persone anche per il più di 24 ore.
Konstantin chiamò le sue cognate -"ragazze, pronte con il piano b?"
M ed E-"siii, facciamo subito partire il vostro aereo privato!"
Nel frattempo Konstantin raggiunse il dottore che lo aspettava fuori dal parco e insieme a lui e ai suoi fratelli andarono a villa Kumar.
Quel pomeriggio, Charles, ringagliuzzito per il bacio che la giovane gli aveva dato al mattino, ignorando ovviamente il ricatto, dato che erano soli e soletti, decise di osare di più.
Sofia era in camera a rilegare la storia, avere un qualcosa da fare le permetteva di non pensare.
Il dottore le aveva detto che doveva reagire, altrimenti avrebbe fatto del male a se stessa e al bambino.
Sospirò. Non sentì la sua presenza finché non si sentì accarezzare il collo.
-"oh Sofia come ti voglio!"
La ragazza si alzò in piedi di scatto, rimase orripilante nel trovarsi davanti Charles nudo.
Un connato le salì lungo l'esofago, si allontanò più che poteva da lui, erano chiare le sue intenzioni. Era convinta che non l'avrebbe toccata in quel senso fino alla nascita del bambino, ma si sbagliava.
Il cellulare di Charles suonò, ma l'uomo lo ignorò.
-"amore mio, sarò gentile, ti piacerà vedrai!"
-"vattene Charles!" Sofia con uno scatto riuscì ad eluderlo e ad andare fino alla porta che trovò chiusa a chiave.
-"no! No!" Battè sulla porta.
-"forza amore, vieni qui da me!"
La ragazza scosse la testa e si mise ad urlare.
-"basta!" L'uomo le si avvicinò e la bracò, fino ad averla messa in un angolo, dove la constrinse a subire i suoi baci e le sue palpate, Sofia piangeva e chiamava aiuto.

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