Cap 5

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Sofia guardò Emily , -" non, preoccuparti lo so che ... insomma penso ti riferisci al fatto che non ritorni a casa con me..."
Emily si allontanò da Sofia, perché non riusciva più a guardarla in faccia, stufa di quella tensione, Sofia si alzò e uscì dalla stanza, ma venne fermata da Konstantin che l'afferrò per un braccio e la riportò dentro, chiuse la porta e la trascinò vicino alle sorelle.
-"Sofia , basta! tu non tornerai più a casa, rimarrai qui insieme a tutti noi."
La ragazza guardò sconvolta Konstantin,cercò di togliere il braccio dalla sua morsa,-"no! Io torno a casa domani, non esiste che sto qui, non voglio stare qui!"
-"invece sarà così, avrai una nuova stanza, dove ci troverai già le tue cose, l'appartamento di Bristol è già stato ripulito di tutti i vostri oggetti, ora questa è casa tua!"
-"NO!!NO! Con che diritto hai preso le mie cose e portate qui? Tu non sei nessuno Konstantin e io l'avevo già detto che qui non ci volevo stare! Sono venuta solo per il matrimonio di Melany!" Si staccò dalla presa dell'uomo, piroettò su se stessa e guardò le sorelle.
-" voi.... Voi lo sapevate?"
Melany pianse ancora più forte, -" mi dispiace tanto sorellina, ma non potevi tornare a casa da sola, siamo una famiglia, non potevamo pensarti sola li, qui c'è spazio per tutte, cerca di capire la nostra scelta!"
-" no!no! non potete avermi fatto questo, no! No...io non ci voglio stare qui, non mi piace niente, voglio tornare a Bristol , non importa se l'appartamento in cui abbiamo vissuto fino adesso non c'è più, mi arrangerò... chiederò a Charles, di ospitarmi,io  non voglio stare più qui! Non potete farmi questo!"
-"mi dispiace Sofia !" Emily la guardò tristemente.
-"se non torno a Bristol , se sarò costretta a vivere qui, io vi odierò per il resto dei miei giorni, per me la parola famiglia è finita, nel momento in cui avete agito dietro le mie spalle!"
-" noooo, Sofia non dire così" Melany la guardò disperata .
-"adesso basta! Vladimir prenditi cura della tua donna, Sofia , stai facendo capricci, con il tempo capirai da sola che è stato fatto per il tuo bene! Ora andiamo ti porto in camera!" Konstantin l'afferrò per un braccio
-" lasciami stare stronzo!" Sofia cercò di spintonarlo via e di togliere il braccio intrappolato nella sua morsa, dato che non ci riusciva gli mollò un calcio negli stinchi. Konstantin si fermò e le mollò un ceffone.
-" basta! Sei indisciplinata, te l'ho già detto una volta, ti manca la mano ferma di un uomo, a te ci penso io d'ora in poi!"
Sofia si tenne la guancia arrossata sconvolta da ciò che lui aveva fatto e da tutta la situazione.
Si lasciò trascinare e presto fu nella sua nuova camera.
Come gli aveva detto c'erano tutti gli oggetti, che aveva , persino i libri di scuola, erano posti ordinatamente nella libreria che, insieme al letto, comodino armadio completavano l'arredamento della stanza.
Konstantin le voltò le spalle e la lasciò li.
Sofia si tuffò nel letto a piangere e urlò tutto il dolore che provava dentro di lei.
Era triste e arrabbiata nello stesso tempo, si sentiva tradita dalle sue stesse sorelle, solo perché loro avevano trovato la felicità, a discapito suo, le toccava rimanere la.
Dopo un ora di pianto, riuscì a calmarsi un po.
Bussarono alla porta.-" Sofia , siamo noi, possiamo entrare?"
Brutte stronze, hanno anche il coraggio di venire, non ci voglio parlare con loro, traditrici.
Melany aprì la porta. Sofia s'irrigidì ma continuò a rimanere distesa a guardare la porta terrazzo.
Le sorelle si sedettero nel letto.
-"lo so che sei arrabbiata con noi, ma voglio che tu sappia che noi ti vogliamo bene, non potevamo mandarti a casa... non sei in grado di badare a te stessa, non sai nemmeno cucinare avresti mangiato solo schifezze nei fast food, e poi lo sai anche tu, che non c'è tanto lavoro a Bristol, con la crisi che c'è! Ad Emily non hanno neanche rinnovato il contratto, Konstantin inviava ogni mese in banca una certa somma di denaro per aiutarvi nelle spese, ma ormai Emily, non c'è la faceva più, cerca di capire Sofia, non c'era più nulla lì, e lei voleva venire qui da me!"
Melany le accarezzò la testa, ma Sofia le allontanò la mano. La sorella maggiore guardò Emily che scosse la testa.
-" va bene... ti lasciamo in pace, però pensaci ti prego!"
Le ragazze lasciarono la stanza.
Dopo mezz'ora Melany bussò alla porta -" Sofia è pronto vieni a mangiare"
Sofia non si alzò dal letto, Melany aspettò un po' poi si arrese e scese, si sedette a tavola e tristemente comunicò che Sofia non le aveva neanche risposto.
Konstantin si alzò dalla tavola, salì rapidamente le scale ed entrò in camera di Sofia .
-" forza bambina, è ora di pranzo, niente capricci te l'ho già detto!"
La sollevò dal letto e la mise in piedi, Sofia lo fulminò con lo sguardo,-" lasciami stare, non ho fame!"
-" vieni giù e mangi lo stesso! Ti comporti come una bambina, te l'ho già detto,  a volte sei peggio delle mie figlie , e volevi vivere da sola?"
La trascinò giù per le scale, nonostante lei opponesse resistenza.
La fece sedere a tavola -"mangia!tutto!"
Sofia ostinatamente si trincerò dietro la sua rabbia e si rifiutò di mangiare.
-" ripeto, e io odio ripetere le cose, mangia questa dannata zuppa!"
-" mangiatela tu la tua dannata zuppa!"
Sofia gli rovesciò la zuppa adosso e scappò via.
Konstantin battè un pugno sul tavolo -"Hooy na ny!"
L'uomo si alzò e in poco tempo raggiunse la ragazza.
La portò giù nelle segrete come un tempo gli aveva detto. La portò in una stanza, dove c'era un letto, delle catene, e vari tipi di frusta.
-" ora ti punirò come meriti!"
Le strappò tutti i vestiti, lasciandola in biancheria, Sofia urlò, indietreggio, Konstantin era veramente arrabbiato, per la prima volta provò paura in sua presenza.
L'uomo si tolse la cintura dei pantaloni e la batte sul letto, Sofia cadde, spaventata dal colpo atterrando sul durò materasso.
Konstantin le prese le mani e le legò sulla catena, che scendeva dal soffitto, la voltò e iniziò a sculacciarla.
-"perché ti sto sculacciando Sofia ?"
Sofia si morse le labbra a sangue ma non parló!
Allora Konstantin le abbassò le mutandine  e la sculacciò più forte, -"devo prendere una delle fruste e picchiarti con quelle?
-" no, basta, ok, scusa,scusa io..."
L'uomo le diede un altro colpo.
-" basta Konstantin, ti prego ti chiedo scusa, mi stai punendo per la zuppa!"disse Sofia disperata tra le lacrime.
-"esatto e poi perché?" Konstantin aveva smesso di batterla, dietro di lei la coprì con il corpo, Sofia sentiva sulla schiena nuda il petto dell'uomo e l'umidità della zuppa, i segni delle sculacciate nel fondo schiena bruciavano sempre di più, Konstantin con una mano le afferrò un seno ricoperto dal reggiseno, lo scoprì e iniziò a torturare il capezzolo.
-" Konstantin ti prego!" Sofia era imbarazzata, arrabbiata, aveva paura, era dolorante, aveva troppe sensazioni che le giravano intorno. All'inizio il tocco era stato delicato, il capezzolo s'inturgidì come normale reazione, ma poi l'uomo aveva iniziato a premerlo. Sofia iniziò ad urlare, tirando ancora di più le catene, stirandosi  la muscolatura delle spalle.
-"allora?"
-"allora cosa?"disse tra le lacrime tremando afflosciandosi su se stessa, non riuscendo più a resistere a nulla.
-" perché ti sto punendo?"
-" per il mio... comportamento!"
L'uomo smise di torturarla. Là rivoltò a pancia in su, prese una coperta e la copri.
-" Molto bene, rimarrai qui in castigo fino a domattina, salterai la cena, del resto lo hai detto tu che non avevi fame, domattina ti verrò a slegare, farai un bagno caldo e poi ti siederai a tavola, saluterai tutti educatamente e mangerai tutto ciò che ti verrà messo nel piatto. Spero che la punizione, ti abbia fatto capire come ci si comporta, anche perché il tuo comportamento si ripercuote sulle bambine che si sono affezionate a te, quindi pretendo, anzi esigo che tu ti comporti bene!"
Konstantin la lasciò piangente legata e  dolorante nella stanza .
Sofia pianse finché aveva lacrime, aveva male ai polsi, a furia di tirare la catena se li era scorticati, inoltre sentiva bruciore nel fondoschiena, sentiva freddo e le dava fastidio la coppetta del reggiseno abbassato, infine il luogo tetro e cupo, le incuteva timore.
Odiava Konstantin, odiava tutto di li.
Devo riuscire a trovare un modo per scappare, non posso passare il resto dei miei giorni così, le mie sorelle mi hanno tradito, questo posto è orribile, ma più di tutto odio Konstantin.
Per la stanchezza, si addormentò risvegliandosi in vari momenti della nottata, a volte urlava, chiedeva aiuto e perdono, ma nessuno veniva a liberarla.
Il mattino dopo, si svegliò quando sentì sciogliere le catene, urlò per il dolore alle spalle, per la posizione innaturale in cui era stata tenuta. Non protestò quando l'uomo la prese tra le braccia avvolta nella coperta e la portò in camera, nel bagno la vasca era già stata fatta preparare. Quando la rimise in piedi, quasi le cedettero le gambe era stanca e aveva male da per tutto. In quel momento voleva solo stendersi a terra ed essere lasciata in pace.
-"ora farai un bel bagno, come ti avevo detto ieri, i muscoli si rilasseranno e poi ti spalmerò un unguento che ti aiuterà, prederai anche un antidolorifico...spero Sofia, tu abbia imparato la lezione!"
Sofia non voleva fare nessun bagno, voleva stare da sola e urlare per la rabbia.
-"quando ti parlo, esigo una risposta!"
-"si.."
Le tolse la coperta, le sganciò il reggiseno. Il quel momento Sofia si risvegliò dallo stato di torpore e dolore in cui era avvolta. Con dolore e fatica portò le braccia al petto.
-"ti prego...faccio da sola, lasciami sola, devo fare anche pipì!"
Sofia lo guardò disperata. Ma l'uomo non la lasciò stare, si abbassò accompagnando le mutandine.
Sofia gemette, si sentiva umiliata, imbarazzata, le guance le s'imporporarono, incrociò le gambe, -"ti prego...mi stai mettendo in imbarazzo, vattene via, lasciami sola!"
Konstantin la ignorò, la portò a sedere nel water.
-" ti lascio due minuti di privacy, dopo di che entro, ti aiuto a fare il bagno, non sei nelle condizioni di lavarti da sola, non mi piace dirlo, ma sarei dovuto andare un po' più leggero con te, che non ne sei avvezza. Spero che non mi porterai mai più, in una situazione del genere. D'ora in poi righerai dritto!"
L'uomo la lasciò a sorbire le parole e la lasciò in pace i due minuti che le aveva detto.
Incurante dei deboli no della ragazza, la prese in braccio la depositò nella vasca, un sibilo fuoriuscì dalle labbra di Sofia , -" brucia!"
-"shhh lo so!" Konstantin si sollevò le maniche e l'aiutò a lavarsi.
-"posso fare da sola..."
-"non riesci ancora a muovere le braccia senza sentire fitte di dolore, ti ho detto che mi sarei occupato di te e così farò!"
Sofia abbassò lo sguardo, con fatica riuscì a portare le braccia e metterle sul seno e fissò lo strano tatuaggio che l'uomo portava sul polso sinistro.
-" perfavore, non capisci che mi stai mettendo in imbarazzo?"
-"anche questo fa parte della punizione Sofia, spero che tutto ciò lo ricorderai, la prossima volta che mi mancherai di rispetto! presto scoprirai chi sono realmente, hai visto di cosa sono capace, posso essere anche peggio, ma posso anche essere buono, sta a te vedere questo mio lato, comportati bene e tutto andrà per il meglio. Ecco qui ho finito!"
L'aiutò ad uscire,ad asciugarsi e le spalmò una pomata sui lividi, nonostante le proteste della ragazza.
L'aiutò a vestirsi e l'accompagnò a fare colazione, mentre scendevano le scale l'uomo le ricordò che a tavola doveva scusarsi.
A tavola c'erano tutti, Sofia non guardò nessuno.
Konstantin le si avvicinò e le ricordò cosa doveva dire e fare sussurrandoglielo all'orecchio.
La ragazza sospirò, strinse i pugni e senza guardare nessuno in particolare, cercò la forza dentro di se per dire quelle 5 parole.-"vi chiedo scusa per ieri!"
Konstantin le accarezzò una spalla, -"siediti che è l'ora di colazione e hanno aspettato  tutti per te!" Vennero servite frittelle, uova, formaggio e alici marinate. L'uomo prese una frittella e la spalmò di marmellata e frutta e la diede a Sofia. -"mangia!"
Sofia mangiò tutto perché non voleva incorrere, ad altre scenate inoltre, tenendo la bocca occupata sperava che nessuno le chiedesse nulla, nel frattempo, per non mettersi a urlare dalla frustrazione, iniziò a ideare un piano per fuggire dal quel posto.

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