Konstantin le tracciò l'intimità con i polpastrelli in lenti e circolari movimenti, che alimentavano il desiderio con un'intensità quasi insostenibile. -"Oh, kon..."
mormorò Sofia esalando un lungo sospiro di piacere.
-"Mmh..."Lui si distese al suo fianco e le morse piano un orecchio, accarezzandole intanto l'interno delle cosce. La baciò sulla bocca, sondando nel frattempo con un dito il suo umido calore. Mosse piano la mano, strappandole un gemito ardente. Quindi estrasse il dito e lo leccò, quasi lo avesse appena intinto nel nettare. Rossa in volto, lei distolse lo sguardo.
-"Non essere timida, Sofia. Guardami. Hai il sapore del miele. Voglio assaporare ogni parte di te fino a farti impazzire, poi ti leccherò e leccherò ancora!"
Quelle parole le mozzarono il fiato e la colmarono di languore. Non riconosceva più se stessa. Chi era quella donna spensierata e licenziosa, che sembrava impossessarsi di lei ogni volta che si trovava tra le braccia Konstantin.
Il marito ebbro di passione, le divaricò ancora di più le gambe. Sofia si preparò ad accoglierlo, sollevando il bacino e tenendogli la testa tra le mani. Konstantin la baciò sulla bocca, stabilendo con la lingua un ritmo incalzante che imitava quello dei fianchi.
Col cuore che batteva forte, lo sentì entrare con lentezza, fino a riempirla. Era eccitata, felice. Gli avvolse i fianchi con le gambe per congiungersi ancor più profondamente. All'inizio, lui la cullò con delicatezza, valutando le sue reazioni e variando un poco l'ampiezza e la velocità del movimento. Ma quando senti i muscoli che si contraevano attorno a lui, stabilì un ritmo sempre più rapido, abbandonando ogni freno. Gemiti e grida appassionate echeggiarono per la camera. Infine entrambi raggiunsero la vetta del piacere.
Si guardarono negli occhi dopo aver ripreso fiato, Konstantin si spostò dal suo corpo per non gravarle addosso. Scese a baciare il ventre arrotondato e si stese di fianco a lei prendendola tra le braccia.
Sofia gli adagiò la testa sulla spalla, cullata dal suo respiro regolare e dal calore del suo corpo.
-"Stai bene,malen'kiy?" s'informò con affettuosa premura.
Lei annui, tenendo la testa contro il suo petto.
-"si ora sto bene, quando sto con te, tutto è perfetto!"Il giorno dopo Konstantin scese nelle segrete, insieme a Dimitri, i suoi fratelli e un pò di uomini della bratva. Ad accoglierli le
rauche urla riecheggianti tra le mura.
Il cugino dei Petrov aprì la cella della tata, il figlio giaceva inerte sul pavimento, il sangue ricopriva il pavimento, segno che le interiora erano esplose.
Lasciarono aperta la porta mentre la signorina Pavlov, piangeva sommessamente in agonia, sottovoce ma abbastanza chiaro da essere sentito disse:-"la odio signor Petrov, all'inferno dovete andare tutti voi!"
Konstantin le si accucciò vicino e le rispose -"è sicuro che ci ritroveremo lì! Ma stia sicura che anche lì io la perseguiterò!"
Si girò e con gli altri andò nella cella successiva, dove anche il signor Chattan giaceva immobile sulla fredda pietra.
-"Igor, fai sparire i cadaveri!"
La signora Chattan guardava con gli occhi sbarrati, iniettati di sangue l'Imperator, iniziò a tremare. In bocca teneva ancora il pene monco del marito.
Quando gli tolsero lo scotch le fecero male, perché le strapparono capelli dal cuoio capelluto.
Il membro monco cadde a terra, aveva un colore necrotico.
Vomitò.
-"qualcuno ripulisca questo schifo, datele una secchiata d'acqua. Oggi pomeriggio partiamo!"
-"non vedo l'ora!"si sfregò sorridente le mani Dimitri.
-"ah no Dimitri, tu non vieni con noi, ancora una volta devo chiederti di occuparti della mia casa e della mia gente, ma sopratutto devi proteggere le nostre mogli!"
-"che cosa?? Mah ... mah non può rimanere uno dei tuoi fratelli?"
-"ah no!"rispose Vladimir, -"io voglio vedere quelle troie soffrire nei gulag!"
Dimitri sospirò, guardò Ivan che gli rispose un -"idem!"
-"oh va bene! Vedete di tornare presto però!"
-"certo cugino, di sicuro non ho intenzione di stare lontano da mia moglie dopo ciò che ha passato!"gli disse l'Imperator.
Così nel pomeriggio, dopo qualche lacrima versata da Sofia, e dalle bambine, gli uomini si diressero in aeroporto con le prigioniere.
Il volo durò circa 10 ore, atterrando a Yakutsk, considerata la città più fredda del mondo, dove le temperature potevano scendere fino a -62.2 gradi centigradi.
Raggiunsero il gulag chiamato Psichuška (психушка) che significa "manicomio".
Qui la signora Chattana, che per tutto il tempo, come la signorina Pavlov e Olga, avevano continuato a piangere, vennero recluse nel campo.
Le guardie vennero a prendere le nuove detenute, Konstantin e i suoi fratelli rimasero lì, per vedere con i loro occhi il trattamento in cui sarebbero state sottoposte.
Nel momento in cui le due donne furono costrette ad infilare l'immonda tuta e le pantofole di stoffa nera, divennero detenute identiche a tutte le altre. Da quell'istante non si chiamarono più col il loro nome.
L'Imperator sorrise per questo, pensò alle sue figlie costrette a non doversi più chiamare con il loro nome di battesimo.
Ebbene le tre donne divennero un numero di matricola.
La loro cella aveva una porta che si affacciava su un cortiletto aperto su un quadrato di cielo.
Attorno a loro, la vita della cella 202 cominciava indefinitamente sotto il neon instancabile che annullava la nozione del giorno e della notte. Non c'erano orologi a scandire il tempo.
La prigionia era costituita da un ciclo di pasti insulsi portati da cuochi sordo-muti selezionati per la loro disabilità in modo che non rivelassero ciò che accadeva lì.
Avrebbero mangiato zuppa di riso o farina di mais, zuppa di cavolo, pane secco e uova una volta alla settimana.
Di giorno, una voce russa parlava nell'altoparlante, ordinando i compiti che avrebbero eseguito ciascuna di loro.
Ogni giorno saranno la testa rotante della telecamera avrebbe seguito ogni loro movimento. Di notte avrebbero dormito solo quello che gli sarebbe stato concesso.
Nel campo avveniva la rieducazione, se finivano in prigione, venivano sottomesse così da annullarle completamente.
Le punizioni erano varie, potevano essere prese nel cuore della notte svegliate per poi essere immerse in una vasca di acqua gelida, avvolte poi in lenzuola bagnate e lasciate accanto a un calorifero. Il calore faceva sì che le lenzuola bagnate, asciugandosi, incidessero la loro pelle.
Oppure potevano venire ammanettate, con le braccia dietro la schiena, e rimanere sedute con il sedere nudo, sulla terra.
Già appena arrivate, la signorina Pavlov che da quel momento era diventata numero 317, la signora Chattan che era divenuta la numero 318 e Olga con il numero 319, cominciarono a lavorare in fabbrica, 18 ore di lavoro continuo senza pause, il loro compito sarebbe sempre stato uguale, per tutto il giorno per tutti i giorni, produrre mattoni.
Dopo aver visto abbastanza, ed essere soddisfatti, di come venivano trattate le nuove detenute, che già avevano beccato una punizione per aver fatto cadere un mattone, i fratelli Petrov se ne andarono, portando con loro il ricordo, delle tre legate con le mani dietro la schiena, che camminavano nude, in lacrime, per tutto il perimetro del gulag, sotto il sole, dovevano fare cinquanta giri, ma se cadevano dovevano ripartire a contare da zero.Quando tornarono, un tornado di donne si abbattè su di loro.
-"oh Kon! Mi sei mancato tantissimo!"
-"anche tu malen'kiy" la sollevò tra le braccia e la baciò davanti a tutti.
-"papàaaaa!"Dasha incrociò le braccia al petto. Elizaveta ridacchiò.-"è completamente perso per la mamma!"
Konstantin mise giù Sofia e sollevò in braccio le sue piccole guerriere.
-"avete ragione, ma superK ha finito la sua missione, il drago è stato sconfitto, la mantide religiosa mangiata, e anche i due scarafaggi sono stati debellati."
Le piccole Petrov sbarrarono gli occhi e strinsero forte il loro papà, il loro eroe.
-"grazie papà!" dissero in coro, poi gli schioccarono un bacio sulla guancia e una volta scese gli si appiccicarono addosso ognuna su una gamba.
Il padre rise, poi sollevò la testa e fece un cenno con il capo a Dimitri.
-"grazie cugino, per esserti preso cura della mia famiglia!"
-"di niente brat! Avete proprio una splendida famiglia"
Le bimbe si staccarono dalle gambe del padre ed andarono ad attaccarsi a quelle che loro avevano iniziato a chiamare affettuosamente zio Dimitri.
-"papà lo sai, che lo zio Dimitri sa fare le voci buffe quando legge le storie della mamma?"
-"ah si?"disse Kon con gli occhi che brillavano di ilarità. Mise un braccio intorno alla moglie che guardava la scena affettuosamente.
-"è vero, e non solo, ci ha raccontato un sacco di aneddoti divertenti di quando eravate bambini!"disse Sofia, -"lo zio Dimitri, ci ha aiutato a superare l'ansia del distacco!"
Konstantin sorrise a Dimitri e lo ringraziò di cuore.
-"bene, direi che domani io posso ritornare a casa in Siberia, qui non c'è più nulla da fare!"
Dasha ed Elizaveta si staccarono dalle sue gambe e lo guardarono,scoppiarono a piangere e si riattaccarono alle sue gambe.
-"nooo, non andare via zio Dimitri, rimani qui con noi, chi mi farà le voci buffe, chi racconterà i guai che faceva papà da bambino?"Konstantin sbarrò gli occhi, e Dimitri nascose un sorriso birichino.
-"chi ci racconterà di quanto zio Vladimir voleva imparare a volare ed è caduto da un albero constatando che non volava?"disse Elizaveta. Vladimir fulminò suo cugino, le donne scoppiarono a ridere. Dimitri non sapeva più dove guardare.
-"e chi ci racconterà di quando zio Ivan e papà hanno sostituto la bottiglia di vodka del nonno, sostituendola con l'acqua santa?"
Di nuovo le ragazze scoppiarono a ridere, ed era così bello e contagioso che i fratelli Petrov risero anche loro.
-"avete ragione bambine, per cui lo zio Dimitri, si fermerà qui giusto un po!" disse Konstantin.
-"no, devo partir..." disse Dimitri, ma le bimbe iniziarono a guardarlo con quei occhioni che in quei giorni lo avevano conquistato.
-"e va bene, ma starò per poco tempo!"2 ottobre
Esattamente dopo 5 mesi, Dimitri era ancora con i Petrov, ormai aveva preso il ruolo di tato a sua insaputa.
Se Natasha faceva i capricci, perché non voleva fare la nanna, era lui quello che riusciva sempre a farla dormire.
Se Dasha decideva di mangiare il porridge con le mani, era lui che gli ricordava che le guerriere, mangiavano con il cucchiaio.
Se Elizaveta gli chiedeva se poteva accompagnarla a fare un giro sulla barca sul lago con Njikolai, lui l'accompagnava, manteneva il segreto, perché Konstantin sarebbe andato in escandescenza, ma quanto meno teneva d'occhio il bambino che cercava sempre di rubate un bacio alla sua nipotina.
Inoltre, Dimitri si rivelò essere di aiuto nel sistemare e rendere più sicura la villa in cui stavano, a Sofia piaceva così tanto che era riuscita a convincere il marito , a rimanere lì.
Inoltre era comoda, perché in poco tempo si poteva raggiungere il centro San Pietroburgo.
Le bambine erano state iscritte in una scuola privata, Dasha andava all'asilo, ben presto Sofia scoprì, che per i russi la scuola materna andava fino ai 7 anni, poi si entrava nel primo ciclo di studi che durava 4 anni, in cui era inserita Elizaveta.
Quella mattina, le aveva accompagnate insieme a Konstantin felice di baciarle sulla guancia e di salutarle come tutte le famiglie.
Il fresco dell'autunno si faceva sentire, Sofia si stiracchiò la schiena, mentre, l'autista la riportava a casa.
Un sordo dolore alla base della schiena le rammentava che non le mancava molto alla fine, della gravidanza, il termine previsto era il 7 ottobre, ma sperava che nascesse prima, il suo bambino, perché si, Sofia aspettava un maschietto, era bello grosso.
Tchaikovsky, si era trasferito nella villa, con un mese di anticipo dato, che non si poteva mai prevedere quando i bambini decidevano di nascere.
Konstantin era sempre presente, come le aveva promesso.
Vladimir e Ivan invece, in quei mesi si erano presi loro il carico di controllare gli affari, così che il fratello maggiore, potesse stare tranquillo.
Quel giorno nella nuova villa Petrov, arrivò una persona che fece tanto piacere rivedere Sofia.
-"dottor Davies?"la ragazza incredula gli corse incontro per quanto la gravidanza gli permettesse.
-"Sofia! Ti vedo in splendida forma!"
-"è vero, io mi sento splendidamente, stiamo aspettando tutti lui!"
-"immagino ragazza, e non mi pare proprio che ti manchi molto a giudicare da quella pancia!"
-"dottor Davies! È arrivato finalmente, sono felice che sia arrivato in tempo, il nostro caro Tchaikovsky, fremeva dalla voglia di lavorare con lei."
-"Konstantin che cosa dici!" Boffonchiò il dottore, facendo scoppiare a ridere tutti.
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Imperator
ChickLitSofia parte con sua sorella Emily, per Pietroburgo, dove devono raggiungere Melany, la sorella maggiore che convolerà a nozze con Vladimir, uno dei fratelli Petrov. Qui conoscerà Konstantin, il capo famiglia... ⚠️attenzione ⚠️ Presenti scene di sess...