Nulla

1.4K 32 0
                                    

Eveline's pov
Da quando siamo risaliti in macchina non ci siamo scambiati neanche una parola, non capisco cosa sia successo tra lui e Reddie, ma da quando l'ho trascinato via dal locale è fin troppo silenzioso
-Ha detto che ci farà entrare alla festa-
Esordisco togliendomi la cimice, alquanto inutile, che ci avevano dato Josh e Paulo dall'orecchio. Effettivamente non ho discusso con loro la possibilità di portare qualcuno dell'agenzia, verrà Will con me: in primo luogo i Dormer non mi lascerebbero mai andare da sola, o peggio con qualche mio socio, a riprendere i loro soldi, non appena sapranno che ho a disposizione un altro posto libero mi obbligheranno a portare uno di loro; in secondo luogo con Will mi sento sicura, quasi... protetta, non che con i miei amici non mi senta così ovviamente, è solo che... loro ogni tanto hanno forse troppa fiducia in me, mi lasciano fare di tutto e credo di avere bisogno di qualcuno che mi faccia tornare i piedi per terra quando mi vengono idee troppo rischiose
-Il tuo amico mi farà venire con voi?-
Vedo il cancellone della villa aprirsi mentre penso a cosa rispondere: probabilmente sta solo facendo il geloso, marcando il territorio come un cagnetto in calore, oppure lo ha ferito il fatto che abbia raccontato tutto a Cameron. Quando si è avvicinato a Will non ho idea di che cosa gli abbia detto, ma sono abbastanza convinta che non fosse nulla di gentile
-Smettila di fare il geloso, non ne hai motivo. E sì, se io voglio ti lascerà venire con noi-
William inspira in modo talmente deciso che il rumore del suo nervosismo invade l'abitacolo e stringe così forte il volante da farsi diventare le nocche completamente bianche.
In pochi secondi parcheggia nel bel mezzo del giardino e, in uno scatto di rabbia, ci chiude all'interno dell'auto: un familiare senso di nervosismo misto a eccitazione mi pervade mentre, assottigliando gli occhi sibilo
-Apri questa macchina-
-Come cazzo ti è venuto in mente di raccontargli tutto?! Come cazzo ci hai solo potuto pensare?-
Entrambi ci slacciamo le cinture di sicurezza mentre le urla di Will mi squarciano i timpani: ha le vene nel collo gonfie e il volto, anche se in penombra e illuminato solamente dalle luci del giardino, completamente paonazzo
-Lui non mi avrebbe detto di sì se non gli avessi raccontato la verità!-
Urlo di rimando. Ho il fiatone, sono esausta e stufa di questa situazione, vorrei che tutto questo finisse il più velocemente possibile perchè mi sto consumando; non ricordo neanche l'ultima volta che ho riso con una risata sincera e probabilmente non ho mai visto Will veramente felice, così come tutti i suoi fratelli.
Non faccio neanche in tempo a finire la frase che un odore prepotente di arancia mi invade le narici e una mano abnorme mi avvolge il collo con violenza
-Non.. devi... toccarmi-
Sibilo cercando di riprendere fiato
-Non dirmi cazzate, Eveline, sarebbe bastato aprirgli le gambe per farti dire di sì!-
Improvvisamente sento la gola secca e un piccolo formicolio, non troppo familiare, inizia a farsi strada dagli occhi fino alla punta del naso. Ho il cuore che batte a mille mentre percepisco la vista appannarsi e il fiato farsi sempre più corto: probabilmente non ho motivo di essere ferita da questa affermazione, d'altro canto io stessa sarei stata disposta a dare il mio corpo a Cameron in cambio di un sì, eppure, anche se non ne capisco il motivo, sento qualche cosa rompersi dentro di me quando gli sento dire quelle parole. In tutti questi anni, anche se con i suoi soliti modi scorbutici, Will è stato la prima persona che mi ha imposto di trattare il mio corpo con maggiore riguardo e di rispettarlo, eppure, adesso, non sembra più pensarla in quel modo, a quanto pare. Magari non l'ha mai fatto
-Appena tu tornerai a casa tua, con i tuoi amichetti del cazzo, lui manderà qualcuno a tagliarci le gole, chissà, magari, se scopre che te l'ho leccata, prima a me taglierà anche la lingua-
Il groppo in gola non accenna a sparire e, anche se sento una lacrima calda solcarmi la guancia gelida, non voglio dargliela vinta: non gli darò mai la soddisfazione di avermi colpita. Con le unghie mi aggrappo alla sua mano, adornata da un teschio in bianco e nero, e premo con tutta la mia forza fino a farlo sanguinare: in tutto ciò lui non fa una grinza ma allenta appena la presa sul mio collo
-Oh vaffanculo, William. Cameron mi aveva proposto di farti ammazzare da uno dei suoi tirapiedi nel locale proprio mentre io e lui eravamo nella camera: mi ha detto che avrebbe ucciso te e che nel frattempo qualcuno sarebbe arrivato a casa dei tuoi fratelli, tutto nel giro di pochi minuti, ma io gli ho risposto di no. Se avessi voluto farvi fuori tutti lo avrei fatto adesso, prima di rischiare che uno dei politici più importanti degli Stati Uniti mi beccasse a mettere una cazzo di USB nel suo computer personale per rubargli dei soldi! Non ti è mai passato per la testa che forse io non sono come voi? Che l'obiettivo della mia vita non è uccidere persone? Sei un cazzo di stronzo, un maiale, uno stupido e un povero idiota, William!-
Riesco a malapena a prendere fiato mentre la sua presa sulla gola si fa sempre più blanda fino a lasciarmi definitivamente libera. Le lacrime continuano a solcarmi le guance e oramai sono un fiume in piena: i miei singhiozzi si spargono per tutto l'abitacolo mentre, esausta, mi prendo la faccia tra le mani sentendo la testa pulsare incessantemente.
Nella macchina cala il silenzio e, dopo qualche minuto, provo ad aprire lo sportello: tiro la maniglia con tutta la forza che ho, eppure la portiera non si apre
-Se non mi fai uscire in questo momento ti giuro che ti strozzo con la cintura!-
Urlo, sembro indemoniata, un'altra persona, ma non mi importa, voglio solo andare a letto
-Quando avevi intenzione di dirmi che sono stato la tua prima volta?-
Mi si gela il sangue e mi paralizzo completamente: non mi giro neanche verso Will, rimango a fissare, girata verso lo sportello, l'immenso giardino di villa Dormer dal finestrino
-Non so di che cosa stai parlando-
-Me l'ha detto la rossa, quindi evita di raccontare stronzate, Eveline-
Ho la gola arida e la vergogna e l'umiliazione mi fanno arrivare un calore cocente sulle guance
-Non vedo come la cosa possa riguardarti-
Dato che non risponde, inizio ad attaccare
-Tu non sei nulla per me, William, fattelo entrare in testa. Non mi piaci, ti odio, mi hai rapita e hai contribuito a uccidere il mio migliore amico, cosa pensavi che cambiasse il fatto che sei stato il primo a farmi arrivare all'orgasmo?-
Continuo a non guardarlo mentre sento i suoi occhi bruciarmi sulla schiena scoperta e il suo respiro farsi ansimante
-Dimostra solo che gran puttaniere sei e quanto conosci bene il corpo delle donne: magari per te sarà un'altra medaglia al valore per l'orgoglio maschile, ma tu per me sei solo l'ennesima lingua a cui ho aperto le gambe, Dormer-
Cerco di riprendere fiato mentre delle lacrime silenziose continuano a bagnarmi le guance: non so il perchè ma sento il cuore fremere, voler uscire dal petto, e un'impellente nausea che si fa strada nei meandri del mio esofago. No, non la penso davvero così, ma non gli permetterò di umiliarmi, mai più: se William pensa che io sia solo una puttana che vende indistintamente il proprio corpo, glielo lascerò credere
-Dopo un anno di astinenza avevo proprio voglia di cazzo, lo sai? Mi sarebbe bastato quello di uno qualsiasi dei tuoi fratelli, com'è che dite voi uomini? Il bisogno di svuotarvi le palle? Ecco, tu sei solamente stato il primo a farmi svuotare-
Cerco disperatamente di mettere aria nei polmoni mentre lui se ne sta fermo, statuario dietro di me: non ho idea di che espressione stia facendo, non mi importa, voglio solo andarmene lontana da lui
-Adesso fammi uscire-
Dico con voce non molto ferma.
Mi aspetto che William mi prenda per il polso, che mi costringa a girarmi e che mi urli in faccia tutta la merda che, sono sicura, ha dentro, eppure tutto quello che invece si limita a fare è aprire la portiera: un CLIC è l'ultima cosa che sento prima di buttarmi fuori dall'abitacolo. Sento le gambe tremare incessantemente, il fiato corto e altre lacrime che premono per uscire, eppure non mi importa: inizio a dirigermi a grandi passi verso l'entrata e, quando noto che il portone della casa è già stato aperto per noi, corro verso la mia camera con la testa pesante.
Non guardandomi indietro.

Skull        (Dormer's series #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora