Il confine

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Will's Pov
Ethan ha sparato. Mark Moore è morto sul colpo. Eveline Sergeant sta morendo dissanguata tra le mie braccia mentre corro come un matto verso la sala operatoria che abbiamo in casa; l'avevamo fatta installare tanti anni fa quando il mio gemello era sempre più avvezzo ad ammazzarsi nelle risse di strada: mio padre non voleva che ciò si sapesse a giro e per questo avevamo creato questa sala. Ho chiesto a Luke di chiamare Olivia, una mia vecchia fiamma nonché amica di famiglia da anni: nonostante sia ancora troppo piccola per svolgere ufficialmente il lavoro di chirurgo, è dannatamente brava a farlo e soprattutto è tempestiva e sempre reperibile. Nonostante abbiamo avuto una storia basata unicamente sul sesso, finita per mio volere, siamo rimasti in ottimi rapporti e so che posso contare sempre su di lei. Abbasso lo sguardo sulla ragazza che giace sulle mie braccia mentre il colore abbandona la pelle liscia e olivastra del suo viso marcando sempre di più le occhiaie violacee sotto i suoi occhi.
-Non morire, biondina. Mi senti? Non voglio averti sulla coscienza, porca puttana-
Sono al limite di un crollo emotivo. Ho sempre dato man forte a Lima da quando aveva proposto questo piano: anche io volevo vendicare nostro padre e riavere il denaro che ci spettava di diritto, ma adesso non sono più così fermo sulle mie convinzioni; non ho mai voluto farle eccessivamente male, e mio fratello lo sapeva, mi aveva perfino giurato che non avremmo ucciso nessuno e che tutte le nostre mosse sarebbero state finalizzate al recupero dell'eredità. Adesso capisco che mi ha mentito. Non so che cazzo stia passando nella testa di tutti ma, per quanto voglia veder soffrire questa puttanella insolente, non sono un dannato assassino e non lo sarò mai. Appena giro l'angolo per imboccare il corridoio dove si trova la sala operatoria vado a sbattere contro Olivia.
-Will, porca puttana, mi auguro che sia uno scherz... -
Si blocca di colpo non appena vede Eveline sulle mie braccia e sgrana gli occhioni marroni da cerbiatta per poi portarli nuovamente su di me
-Non c'è tempo da perdere, rischiamo che sia già troppo tardi. Muoviamoci e raccontami brevemente perché sta sanguinando come un animale al macello-
Continua truce la ragazza mentre corre verso la stanza con l'attrezzatura: se la biondina dovesse morire e se Olivia dopo non mi coprisse le spalle sarei fottuto.
-Avevamo preso un suo amico come ostaggio, li abbiamo fatti incontrare ed Ethan gli ha sparato: lo ha fatto talmente da vicino che il proiettile ha trapassato Mark e ha colpito Eveline. Non so dove-
Farfuglio mentre poggio la ragazza sul lettino al centro della sala. La stanza è completamente nera e spoglia, adornata solo da una barella, un monitor della frequenza cardiaca e un tavolo dove ci sono molti apparecchi come il bisturi, delle pinze e altre stornzate di cui non mi interessa sapere il nome. Ho le mani piene di sangue caldo e un potente conato di vomito mi stravolge lo stomaco: ho ucciso una persona e ora tornerò di nuovo in prigione. Il panico inizia a fluire nelle mie viene fino a che due piccole mani calde non mi si posano sul viso; appena mi giro incontro il volto di Olivia e la studio come se non l'avessi mai vista prima: ha gli occhi grandi di un marrone simile al cioccolato al latte, è molto più bassa di me e minuta, ha le labbra sottili di un rosa candido, un nasino da modella, le guance completamente coperte di delicate lentiggini, i capelli lunghi e lisci dello stesso colore degli occhi e la carnagione olivastra che le conferisce un aspetto quasi angelico. Ho fatto una cazzata a scoparla: per quanto indubbiamente bellissima ho rischiato di incrinare il nostro rapporto. Ci conosciamo da una vita, da quando è arrivata dall'Italia più di dieci anni fa: i suoi genitori sono dei chirurghi molto ricchi che sono venuti a fare delle ricerche innovative in America e, ovviamente, in quanto miliardari, hanno attirato l'attenzione di mio padre che ha insistito affinché costruissero un rapporto; mi fido ciecamente di lei e, adesso più che mai, anche lei deve credermi, deve credere che io non ho ucciso nessuno e che non sono quel tipo di uomo.
-William, adesso ho bisogno di spazio per operare. Ci vediamo fuori quando ho finito-
Nel sentire le sue parole mi muovo come un automa e mi precipito fuori dalla stanza chiudendo la porta. Ho un fottuto mal di testa in questo momento. Mi adagio con la schiena al muro adiacente alla sala operatoria e scivolo lentamente verso terra mettendomi a sedere: mi poggio i palmi delle mani sulle tempie e chiudo lentamente gli occhi. Ho bisogno di riposarmi. Sento i battiti del mio cuore perforarmi i timpani mentre una sensazione di puro terrore mi invade lo stomaco e la mente mi si affolla di mille domande: perché mio fratello ha sparato? Il fratello del ragazzo ucciso ci troverà? Vale veramente la pena rischiare di perdere la libertà per dei cazzo di soldi che a me neanche servono? Se lei morirà mi sentirò colpevole per la sua morte? Olivia riuscirà a salvarla? Che cosa stanno facendo i miei fratelli adesso? Mio padre sapeva in che cazzo di situazione ci avesse messo? Se la mamma non fosse morta durante il parto di Luke, qualcosa sarebbe cambiato?
Voglio poter piangere, dare sfogo a tutta la mia frustrazione, ma non ci riesco: sono solo in grado di sentire le mie budella attorcigliarsi e il mio respiro farsi sempre più pesante.
In che cazzo di situazione mi sono cacciato?
Non so cosa succederà se Eveline sopravviverà, anche se, inaspettatamente, adesso la speranza di ciò è tutto quello che non mi fa crollare in mille pezzi: se la salveremo forse potremmo trovare i soldi che Lima tanto rivuole indietro e questa storia finirà.
No, non sarà così semplice. Adesso abbiamo varcato il confine dell'omicidio e sono sicuro che questa cosa non passerà inosservata.
Mi impongo di pensare a un problema alla volta e con un sospiro rumoroso mi impongo di abbandonarmi al sonno prima di collassare.
Sarà meglio che tu sia sopravvissuta, biondina del cazzo, o ti perseguiterò anche dopo la morte.

Skull        (Dormer's series #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora