Chiamata

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Will's pov
Quando la vedo andare via con quel biondino il mio cuore si frantuma in mille pezzi. Neanche mi ha guardato prima di seguirlo ai piani superiori. Non uno sguardo. Niente.
Forse non voleva vedere l'espressione che, sicuramente, ho in questo momento, o forse non le importa poi così tanto.
Ma a che cosa penso? Se lei sta facendo tutto questo è solamente per me e i miei fratelli, dovrei esserle grato. Già, dovrei, ma non ci riesco. L'idea che lei possa andare a letto con un altro senza volerlo mi dà completamente il voltastomaco: pensarla solamente rassegnata, piegata su una scrivania mentre un uomo si approfitta di lei, mi dilania l'anima.
Non l'ho neanche ancora baciata: l'ho posseduta in tutti i modi possibili, a livello fisico, ma io voglio di più. Sono determinato ad avere ogni pare di lei, ogni suo sorriso, ogni suo respiro, ogni suo battito; deve sentirsi come mi sento io in questo esatto momento: un completo idiota incapace di sentirla lontana, con un altro.
Impalato nello stesso punto di quando l'ho esortata a raggiungermi, inizio a sudare freddo ed un panico lancinante misto ad una rabbia che non credevo di poter mai provare, mi investono completamente. Lei si sta sacrificando per me e io me ne rimango qui ad aspettare che faccia il lavoro sporco, senza fare nulla: che razza di uomo sono? Che persona credo di essere se lascio che una ragazza di poco più di venti anni si lasci scopare contro la sua volontà?
Le tempie mi pulsano incessantemente e un rivolo di sudore mi percorre il volto partendo proprio dall'alto della testa: cosa dovrei fare? Intervenire adesso sarebbe più dannoso per lei? Se sono nello studio di Garcia adesso, come posso solo pensare lontanamente di entrare?
Sono impotente, non ho nulla in mano: l'ho lasciata andare e adesso è troppo tardi per recuperare.
L'aria si fa sempre più densa ed io non accenno a voler muovere un solo piede dalla posizione in cui sono da interi minuti: cazzo, io non posso lasciarla lì
-Signor Jefferson-
Appena sento la voce di Garcia alle mie spalle mi irrigidisco come un paletto: cazzo, ma questo proprio adesso doveva arrivare? Senza Cameron ed Eveline a spalleggiarmi io sono un soggetto debole accanto a lui, facilmente riconoscibile e la potenziale persona che verrà sbugiardata in pochi secondi. Lentamente mi giro cercando di mantenere alta la guardia e la concentrazione e, con un sorriso a dir poco tirato che poco nasconde del mio nervosismo, mi rivolgo al politico statunitense
-Signor Garcia, non l'avevo vista arrivare-
-Oh non volevo spaventarla, è che mi è sembrato strano vedere un giovane così affascinante come lei rimanere tutto solo ed imbronciato ai margini della mia pista da ballo-
Dice con un filo di diffidenza nella voce ma con un'espressione accomodante. È sospettoso, ne sono sicuro. Quest'uomo non è arrivato ai vertici degli Stati Uniti perché è un emerito idiota: deve essersi accorto di qualcosa, o qualcuno.
Fingendo disinteresse mi guardo pigramente intorno come a voler studiare tutte le persone che volteggiavano al ritmo della musica delicata ed eterea, suonata da una piccola orchestra qui all'interno dell'edificio
-Le danze non sono proprio una cosa per me-
-Oh ma non sia sciocco. Crede che a tutti questi uomini piaccia danzare?-
Rimango un po' interdetto e, alzando appena il sopracciglio, continuo a guardarmi intorno con fare interrogativo
-A loro piacciono le donne che invitano nella pista. Suvvia, adesso non mi venga a dire che nessuna delle mie ospiti l'aggrada. Ci sono così tante graziose signorine qui in giro-
Mi spiega con un velo di saccenza mentre, prendendo una flute di champagne, non mi stacca neanche per un momento gli occhi di dosso.
Cristo, no. Il solo pensiero di guardare un'altra donna che non sia Eveline mi dà completamente il voltastomaco: dopo di lei, niente sembra più come prima. Le altre non mi fanno alcun effetto, neanche sforzandomi
-Sono davvero molto belle, ma stasera probabilmente non sono dell'umore adatto-
Garcia non mi risponde, si limita a bere l'alcolico mentre studia con troppa insistenza il mio viso. Deve avermi riconosciuto, non ci sono dubbi. Che il trucco di scena stia iniziando a venirsene via?
-Non vedo sua sorella in giro-
Spero che non noti il modo un po' troppo rumoroso in cui ho piantato i piedi a terra dopo questa affermazione. Se lui dovesse iniziare a cercarla, o peggio, se la trovasse, per noi sarebbe la fine
-Non lo chieda a me. Adoro Elena, dico davvero, ma ogni tanto scompare con qualche ragazzo senza farsi più trovare fino al mattino seguente-
Mi si forma un groppo in gola mentre pronuncio questa frase e sono costretto a distogliere lo sguardo dall'uomo che ho davanti. Come aveva detto la ex di Eve, si legge dai miei occhi tutto il sentimento che provo per lei
-Oh lo credo bene, è davvero splendida. Ovviamente non voglio irritarla con il mio commento, è solo un complemento sincero da parte di un uomo molto più vecchio di lei-
Nonostante non mi stia affatto simpatico devo riconoscerlo, le sue parole sembrano sincere e non macchiate di inutile malizia. No, pare un uomo a posto sotto questo punto di vista e sono sicuro, da come parla di Eveline in modo completamente disinvolto, che lui sospetti solo di me.
Merda, non ci voleva. Con Garcia alle calcagna per tutta la sera come posso solamente immaginare di aiutare Eve con quel ragazzino? Ci vorrebbe davvero un miracolo.
Mi guardo intorno ed immediatamente vedo dei piccoli sensori sparpagliati nel soffitto: li abbiamo anche noi a casa, sono in caso di incendio. Se il fuoco dovesse divampare, quei piccoli cilindri neri dovrebbero placare le fiamme.
No, a me non serve un miracolo, serve un diversivo
-Mi scusi, devo proprio fare una telefonata adesso. Le dispiace?-
Chiedo in modo sbrigativo al politico mentre mi allento appena la camicia: sto sudando freddo. La sua espressione non lo tradisce e, fingendo come sempre estrema cordialità, mi sorride in modo affabile
-No, si figuri. Vada pure nel cortile se qui la musica è troppo alta. Ci vediamo, signor Jefferson-
Afferrando lo smartphone nella tasca dei pantaloni, gli ho già voltato le spalle quando rispondo, a mo di saluto
-Signor Garcia-
C'è solo una persona in questo momento che potrebbe aiutarmi, e possibilmente non sputarmi per la richiesta che gli starò per fare

Skull        (Dormer's series #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora