Sentimenti

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Will's pov
-Will? Sei tu?-
Non so come sono arrivato fin qui. Dopo che lei se n'è andata dalla macchina mi sono rifugiato in cucina a bere
-William smettila-
È buio e non vedo nulla, la testa vortica su sè stessa e io le tengo i polsi bloccati sopra alla testa
-Cristo santo, puzzi di alcol-
Prima del mio arrivo probabilmente dormiva, o almeno credo, non ricordo esattamente cosa è successo poco fa
-Ti andava bene chiunque di noi, vero?-
Sibilo mentre stringo violentemente la presa sui suoi polsi. Sento il suo sterno sollevarsi a fatica sotto il mio peso, ma non importa

Vedo come la guardi, capitano. Come ti ho già detto credo di essere in gamba a capire le persone e sono sicura di non sbagliarmi quando dico che ti sei innamorato di lei

Cazzate
-William, non voglio farti male, togliti-
Non voglio sentire la sua voce, non voglio avere il suo profumo dolce sotto il naso, ma allora perchè sono venuto qui?
Si dice che l'alcol faccia fare tutto ciò che il nostro inconscio vuole: quando un uomo tradisce la sua donna da sbronzo è perchè aveva l'intenzione, ma non il coraggio, di farlo da sobrio, quando una persona, inebriata dalla poca reattività, prova droghe o particolari tipi di prestazioni sessuali lo aveva sempre voluto fare. Allora io avevo l'intenzione di venire qui, ma per fare cosa?
Mi ha detto chiaro e tondo che tutto questo è niente, mi ha esplicitamente confessato che si sarebbe fatta leccare da chiunque dei miei fratelli.
La verità è semplicemente che non le credo
-Me ne hai già fatto-
Ho il fiato corto e sento gli occhi pizzicare mentre realizzo in che enorme casino mi sono cacciato con lei. Non appena, poco fa, in macchina ha pronunciato quelle parole, ho sentito il cuore sgretolarsi, spezzarsi e smettere completamente di battere: non ho mai provato un dolore simile, non mi sono mai sentito così vuoto per una donna e questa cosa mi ha spaventato. Ad acuire la mia paura c'era la consapevolezza che per lei, quelle sensazioni che stavo provando, non erano corrisposte
-Magari se ti apro le gambe posso consolarti, è così che funziona di solito, giusto?-

Per anni ha vissuto come se fosse lei quella sbagliata, non suo padre, e ha deciso di usare il proprio corpo come se fosse spazzatura, come mezzo per arrivare ai propri fini

Lascio bruscamente la presa sui suoi polsi e, in modo completamente indelicato, me ne rendo conto, mi tolgo da sopra di lei e le afferro le caviglie nude divaricandole: mi posiziono in mezzo alle sue gambe immobile e rimango qui senza il minimo cenno di movimento a fissarla. Eveline inizia a dimenarsi ma la mia presa rimane ferrea mentre la guardo, illuminata da fievoli raggi di luna: indossa una camicia da notte in raso bianca che le arriva a metà coscia, mentre i suoi capelli sono sciolti, liberati nel cuscino come un ventaglio
-William io non voglio. Hai intenzione di fare come il tuo amichetto?! Vuoi stuprarmi perchè avrei scopato anche con uno die tuoi fratelli?-
Si mette a sedere di scatto ma tale mossa è alquanto inutile dato che le sue caviglie rimangono ferme racchiuse nelle mie mani: la sua pelle è tiepida e, per un piccolissimo secondo, mi sembra che la stanza sia gremita dei battiti dei nostri cuori
-Tu non hai nulla che non va-
Sussurro guardandola direttamente negli occhi: con questa luce lunare sembra che io stia parlando alle due stelle più belle della notte e, quando mi soffermo ad ammirare il suo viso perfettamente scolpito, struccato e un po' sbiadito dal sonno, mi viene una fitta al cuore realizzando quanto sia bella. E quanto vorrei che fosse mia.
Alla mia affermazione si blocca completamente e schiude leggermente le labbra: i suoi sospiri si fanno sempre più incalzanti mentre l'aria diventa densa di parole non dette.
Mi abbasso e inizio delicatamente a lasciare la presa sulle sue caviglie per poi iniziare a baciarle con garbo e riguardo
-Che stai..-
-Mi spezzi il cuore, Eveline, quando ti tratti come spazzatura. Mi strappi l'anima quando credi di non essere abbastanza-
La sento sussultare mentre la testa continua a vorticare, l'asse del mio equilibrio continua a girare, eppure, delicatamente, continuo a depositare dei baci salendo fino al polpaccio liscio e scoperto
-Non pensavo nulla di quello che ti ho detto in macchina-
Rimanendo con le labbra vicine alla sua carne scoperta alzo lo sguardo verso di lei per dimostrarle che le mie parole sono sincere
-Non ho mai stimato una persona come te, non ho mai avuto una stima così alta di qualcuno. Mai-
È proprio vero che l'alcol fa rendere coraggiosi anche i più codardi, come me
-Da dopo che abbiamo iniziato a conoscerci non sono più riuscito ad andare con un'altra donna. Non sono più stato in grado di pensare a qualcuna che non fossi tu-
I miei baci iniziando a illanguidirsi mentre salgo, lasciando dietro di me una scia umida, verso la sua coscia
-Tu sei speciale e non hai nulla che non va. Sei stata creata per essere maneggiata da me, per rispondere solo al piacere che io riesco a darti: sei unica, ma non sbagliata rispetto alle altre. Sei fatta per me-
Non appena alzo la testa per guardarla in faccia delle lacrime silenziose iniziando ad inumidirle le guance: mi sta fissando con le labbra socchiuse, i capelli sfatti, il sudore che le imperla la fronte e gli occhi velati da una patina di dolore, eppure rimane bellissima. Faccio appena in tempo a lanciarle un'occhiata che lei, con la sua mano piccola ma decisa, mi afferra per i capelli avvicinandomi al centro del suo piacere.
Senza farmelo ripetere due volte, le alzo la graziosa camicetta fino ai fianchi e sento gli organi vibrare alla vista delle sue mutandine di pizzo: non riesco chiaramente ad indentificarne il colore, a causa dell'alcol e del buio, ma hanno una tonalità scura che contrasta con il candido colore del pigiama
-Oh cazzo-
Mugolo di piacere sentendo l'odore della sua eccitazione e, come un animale, le strappo la biancheria intima: non appena vedo il suo sesso completamente scoperto e madido per me rischio quasi di venire dentro i boxer.
Afferrandola per i fianchi me la porto sempre più vicina alle labbra e, senza aspettare un suo cenno di assenzo, inizio a leccarla.
L'alcol e l'eccitazione mi annebbiano la mente mentre, con la lingua piatta, passo delicatamente sul fulcro del suo piacere: nonostante la voglia matta che ho di lei, non la divoro come avrei fatto in condizioni normali. No, sono languido e lento, attentissimo a procurarle il massimo piacere, a studiare ogni minima contrazione dei suoi lineamenti perfetti, vigile per ascoltare anche il suo minimo gemito, sono più gentile perchè voglio farla sentire apprezzata. Perchè io lo faccio, io apprezzo la persona di Eveline prima del suo corpo, ogni suo sguardo prima delle sue carezze e ogni sua parola intelligente e studiata prima delle sue forme.
Con l'indice e il medio le massaggio con movimenti circolari il clitoride mentre con le labbra passo in rassegna con umidi baci le due cicatrici che la rendono a tutti gli effetti una sopravvissuta: la bruciatura, brutta e mal cicatrizzata, che le occupa parte del ventre, segno della lotta contro un padre che non l'ha mai amata, e la cicatrice del proiettile che stava per ucciderla proprio in una stanza poco distante da qui, simbolo del suo incredibile attaccamento alla vita.
Sento il cazzo pulsare quando lei, di tutta risposta ai miei movimenti, inizia a venire in contro alle mie dita con il bacino mentre i suoi gemiti mi risuonano nei timpani: la sua eccitazione mi cola fino al polso, è così bagnata e, porca puttana, completamente aperta e pronta per me. Devo fare appello a tutte le forze che ho in corpo per non fotterla come Dio comanda, per non piegarla a novanta e scoparla fino a che non sarà più in grado di pensare ad altro. Contraggo visibilmente la mascella e, senza che lei possa vedermi, dato che ha la testa reclinata indietro, mi perdo a osservarla mentre le mie dita si muovono frenetiche dentro di lei: guardo il suo collo sinuoso e liscio, la sua pelle morbida e i seni rotondi e formosi che si muovono in simbiosi con il suo bacino largo e morbido.
Sta riprendendo sempre più peso e non posso che esserne felice: quando la rividi dopo che aveva perso tutto quel peso io... non potevo accettarlo, non potevo perdonare me stesso per averla lasciata cadere; una donna così forte, determinata e fottutamente orgogliosa come uno stallone, e io ero riuscito a spezzarla, a farla cadere nel baratro senza neanche porgerle una mano per tornare il superficie.
Onestamente non so cosa si siano detti con Josh e non vi vergogno ad ammettere che non mi interessa: in quel momento, se fosse servito a far tornare indietro la vecchia Eveline, la piccoletta dalla testa più dura che avessi mai conosciuto, mi sarei tagliato le vene, lì, davanti a lei.
Avevo già sperimentato la sensazione di averla persa quando Ethan sparò a Mark: prima di quell'evento credevo che saperla morta mi avrebbe risollevato, eppure il panico terrificante e paralizzante che avevo provato mi aveva provato il contrario. Ero convinto di averla persa per sempre ma, dopo aver avuto la notizia che era sopravvissuta, anche se non le darò mai la soddisfazione di farmelo ammettere, la notte stessa ho vomitato e pianto per ore intere: mi ripromisi che non avrei lasciato che qualcuno le facesse di nuovo del male.
Quando Lima mi venne a dire che avremmo dovuto ucciderla mi comportai come un codardo; dal terrore di affrontare la verità feci la cosa più semplice e idiota possibile: me ne andai e la lasciai da sola, e non mi perdonerò mai per questo. Ma adesso sono qui e posso effettivamente aiutarla, farla sentire bene e...in qualche modo...amata.
Non smetto di osservarla mentre continuo a masturbarla: il cazzo mi fa male da quanto è duro, eppure mi riprometto di pensare solo a lei, voglio darle piacere, farle sentire che strumento musicale meraviglioso sia il suo corpo, se trova colui che sa suonare le corde giuste
-Tu non hai nulla che non va, piccola Eveline-
Sussurro con le labbra sotto ai suoi seni: il cuore mi batte a mille e solo adesso realizzo che questa è la prima volta che provo qualche tipo di emozione a letto con una donna. È la prima con cui non mi importa del mio piacere, che venererei fino a farla venire migliaia di volte, per cui mi inginocchierei per il resto dei miei giorni: io... non ho mai provato tutto questo. Per nessuna.
I suoi occhi cristallini incrociano i miei e solo adesso mi fa vedere il volto completamente fradicio, le palpebre gonfie dal pianto e le labbra dischiuse che tremano: un dolore acuto mi sconvolge dal basso della spina dorsale mentre i brividi si propagano per tutto il corpo. Sono stato io a farle questo?
-Io non avrei mai voluto nessun altro dei tuoi fratelli, William-
Ha la voce più erotica mai sentita mentre mi parla invasa dal piacere: potrei quasi credere che questo sia un delirio dato dalla masturbazione se i suoi occhi non mi confermassero che questa è la verità.
Il battito continua ad intensificarsi sempre di più, il cazzo a gonfiarsi a dismisura, le dita a prendere ritmi che non avevo mai sperimentato e un inaspettato calore mi inonda le guance
-Ho voluto te dal primo momento in cui ti ho visto, anche se provavo a negarlo, a dire a me stessa di doverti odiare, c'è sempre stata una parte di me che è sempre stata indirizzata a te-
-Cazzo, piccola-
Non resisto più e, mentre intensifico sempre di più il ritmo, sentendo la sua figa stringersi attorno alle mie dita, credo di avere uno dei contatti più ravvicinati con il paradiso che si siano mai registrati
-togliti i pantaloni-
Mi dice

Skull        (Dormer's series #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora