Il grande giorno

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Will's pov
Non ho mai visto tanta brutta gente riunita in un'unica stanza: tutta l'allegra brigata della compagnia di Eveline, cani compresi, se ne sta davanti a noi mentre io e i miei fratelli, accompagnati dai nostri soliti amici, ce ne stiamo immobili davanti a loro.
Devo ammettere che quello che mi spaventa di più è il russo biondo: Chris, se non sbaglio. è vestito, come tutti i suoi compari, di nero ma, al contrario degli amici che parlano tranquillamente tra loro, lui sta fissando me, proprio me. Che mi stia facendo le lastre al cazzo e stia vedendo che ho scopato Eveline? O forse mi vuole uccidere perché ho ammazzato, da ciò che lui sa, un suo amico?
Opto per la prima.
Tre cani, Rottweiler, giocano allegramente con Chimera, se non sbaglio, la femmina di Joana, beh più o meno: uno, che potrebbe tranquillamente essere in simbiosi con il biondo, se ne sta seduto immobile fiutando l'aria che lo circonda mentre i suoi occhi marroni sono puntati su di me.
Mi muovo a disagio sul posto mentre con lo sguardo passo in rassegna tutti i presenti nella stanza.
C'è Joana, con il suo animaletto, vestita con felpa, jeans e anfibi neri, che osserva in modo meticoloso ma sporadico Ethan: ha i capelli mossi di una magnifica tonalità cioccolato, la pelle dorata e gli occhi così scuri da sembrare un tutt'uno con la pupilla; ha un fisico a clessidra, slanciato e pieno di morbide curve che, ne sono certo, piacerebbero molto al mio gemello.
Josh, vestito come tutti i suoi compari, cerca di instaurare una conversazione con Chris: la cicatrice che gli squarcia la faccia lo rende bestiale, un cazzo di animale feroce, eppure oggi sembra felice, sollevato. I capelli bruni risplendono sotto la debole luce del lampadario e le braccia abnormi sono incrociate, poggiate su un petto che, devo ammetterlo, invidio molto.
Paulo ste ne sta di spalle intento a parlare con due ragazze: i capelli mori si uniformano alla sua carnagione olivastra e le spalle esili tremano appena mentre una fragorosa risata invade la stanza; accanto a lui la più piccola sorride alla battuta dell'amico mentre con una mano, magra e pallida, si sistema i vaporosi capelli ricci, di una tonalità arancione, dietro un orecchio ricoperto di lentiggini: gli occhi marroni risplendono per la felicità del momento. Accanto a lei c'è un'altra donna, bassa, dagli occhi a mandorla neri e lucidi, proprio come i suoi capelli che, perfettamente lunghi e lisci, le incorniciano il volto pallido; ha una postura molto rigida, così come la sua espressione, scaldata solamente da un piccolo ghigno, è talmente muscolosa che le braccia toniche sono ben visibili dalla maglietta a maniche corte.

Sono quasi pronto a rivolgere la mia attenzione verso i miei fratelli non appena un piccolo movimento dietro Josh attira la mia attenzione
-Siamo in ritardo-
Cameron cammina a passo lento verso di noi e non mi capacito di come una vocina nella mia testa mi stia urlando di ucciderlo in questo momento
-Vado a chiamare la ragazza-
Esordisce Lima glaciale mentre, con fare sospettoso, inizia a squadrare Davis dalla testa ai piedi: giuro di non aver mai amato mio fratello così tanto in vita mia. Nonostante la sua faccia da bulletto, infatti, il politico newyorkese si muove a disagio sul posto sotto gli occhi scuri e tenebrosi del più grande di noi: si tocca leggermente la cintura nera, rigorosamente di marca, e si sistema il colletto della camicia bianca, le gambe fremono appena per la tensione che deve avere a dosso e non smette di toccarsi nervosamente fino a che mio fratello non scompare nella tromba delle scale.
Passano alcuni minuti in cui continuo a studiare tutte le persone (e animali) che si trovano in questa casa e più passa il tempo più non mi capacito di come ci sia venuto in mente di metterci contro gente del genere; sono solo due le persone che non mi fanno venire la pelle d'oca solo a guardarle: una di queste è la rossa con i capelli ricci, l'altra è proprio la mia Eveline. Non che non mi faccia paura, tutt'altro, ma sarei disposto a farmi calpestare in ogni modo possibile e immaginabile da lei: mi farei picchiare, avvelenare, scuoiare vivo, eppure non batterei ciglio se a provocarmi tutto questo dolore fosse lei. Una fitta acuta mi invade lo sterno mentre metabolizzo cosa dovrà accadere stasera: un uomo che non sono io la possederà e, cosa più importante, senza che lei realmente lo voglia
-Scusate per il ritardo-
Vengo brutalmente interrotto da una voce sottile ma ferma che cattura tutta la mia attenzione su di lei: girandomi con tutto il corpo verso le scale vedo l'apparizione più bella che sia stata concessa di scorgere ad un uomo. Rimango incantato mentre, aggraziata ma decisa, scende quegli scalini con una sensualità disarmante: sono completamente perso mentre contemplo il vestito meraviglioso che indossa, i suoi capelli tirati in una coda di cavallo perfetta, le labbra lucide di un marrone chiaro, gli zigomi scolpiti, gli occhi fieri cosparsi di brillanti argentati e il mento alto che evidenzia la sua posizione regale e l'espressione di una donna che, sotto la gonna, è pronta a scendere sul campo di battaglia. Vorrei prendere tutte le persone, donne o uomini che siano, in questa stanza e cavare loro gli occhi uno per uno, tirarglieli fuori dalle orbite e gettarli lontano perché nessuno, e sottolineo nessuno, si merita di vederla così: così donna, così bella, così fragile eppure invulnerabile, minuta ma più forte di tutti noi presenti. La mia Elena di Troia, in grado di far entrare due nazioni in guerra solo per la sua bellezza e, se mai qualcuno sarebbe così coraggioso da entrare nella sua anima, se un uomo riuscisse a scoprire il fantastico mondo che risiede dentro di lei, il mondo intero se la contenderebbe.
Luke se la sta mangiando con gli occhi, così come fa Cameron, sento alcune delle nostre donne fremere d'invidia ma io rimango completamente estasiato: inerme di fronte alla sua perfezione che mi fa battere il cuore all'impazzata. Ho la fronte appena imperlata da uno strato di sudore, le mani che tremano dal bisogno di stringerla, urlare a tutti che è mia, e gli occhi coperti da un velo lucido nel realizzare che, nonostante tutto quello che io e i miei fratelli abbiamo tolto a questa ragazza, Eveline è comunque piena di vita. Con la coda dell'occhio noto come Lima mi stia scrutando in modo gelido e calcolatore: probabilmente avrà capito dai miei occhi qualcosa che la mia mente e la mia bocca non vogliono ammettere, ma non importa, anche perché questa, se tutto andrà bene, sarà l'ultima volta che la piccola pitbull starà in questa casa con lui pronto a minacciarla.
Non appena si avvicina a me, pronta a superarmi per andare dai suoi amici, afferro il suo polso in un movimento quasi automatico e me l'avvicino al corpo; abbassandomi verso il suo orecchio non riesco a trattenermi e le sfioro la guancia con una bacio umido e quasi impercettibile
-Sei splendida-
Le sussurro sul lobo prima di lasciarla lentamente andare: smanio vedendo la pelle d'oca che le ricopre le braccia e mi gonfio d'orgoglio notando come i suoi occhi si accendano mentre, velocemente e in modo fugace, mi scruta. Osservo le sue labbra schiudersi appena mentre un piccolo sospiro, invisibile ai meno attenti, esce da quella bocca carnosa e lucida che vorrei possedere in modi che neanche potete immaginare
-O mio Dio-
Dice Eve con un filo di voce posandosi le mani sulla bocca. Seguendo il suo sguardo un piccolo e spontaneo sorriso sorge sulle mie labbra: i tra cagnoloni che prima giocavano allegramente (eccetto quello che mi stava scavando dentro l'anima) adesso guaiscono tirando impazienti i guinzagli fino al limite e scodinzolando come dei matti
-Le mie bambine-
Dei piccoli singhiozzi echeggiano nella stanza e le mie gambe fremono per andare nella sua situazione e sorreggerla, darle una spalla su cui appoggiarsi, eppure, non so come, riesco a rimanere fermo. Sento gli occhi di Lima bruciarmi sulla schiena e capisco di essere sotto stretta osservazione: non so di cosa sarebbe capace se capisse che abbiamo scopato, o peggio, che sto iniziando a provare qualcosa nei suoi confronti. Già, perchè è proprio così, l'ho realizzato la scorsa notte quando, per la prima volta da quando ci conosciamo, mi ha sorriso: il mio mondo in quell'istante si è ridotto a quelle piccole labbra carnose e a quei denti perfetti che sbucavano timidamente; il mio cuore chiamava quel sorriso, i miei occhi se ne abbeveravano e il mio corpo se ne compiaceva. Nessun orgasmo, nessun complimento di alcuna donna mi aveva mai reso così orgoglioso come l'essere riuscito a farla sorridere, mai.
Proprio quando non resisto più e muovo un passo nella sua direzione, le tre cagne, a quanto ho capito sono femmine, corrono come matte nella direzione della padroncina che, di risposta, si accuccia a terra con le braccia spalancate pronte ad accoglierle: colgo il sottile rantolio di Lima nel vedere quello splendido vestito stropicciato e credo che possa morire d'infarto non appena noto gli animali calpestarlo pieni di foga. Non nego che uno spontaneo sorriso di scherno sta provando a fiorire sulle mie labbra, ma cerco di trattenermi mentre osservo una scena che mi fa sciogliere il cuore; Eveline, con le sue cagnette, piange e torna un po' quella bambina che, probabilmente, non è mai riuscita ad essere: felice, spensierata, sollevata e serena.
Improvvisamente una cagna, proprio quella che sembrava volermi staccare la testa, si stacca dalla padrona e mi si avvicina curiosa, senza però invadere mai il mio spazio personale: mi fissa, batte spesso gli occhi e il nasino nero ed umido si muove incessantemente. Io di risposta rimango immobile, non sapendo se e come sono stati addestrati, e mi limito a guardare la biondina sperando che si accorga che uno dei suoi animaletti, dall'aria tutt'altro che amichevole, le si è allontanato
-Echidna, torna qui piccola-
Esordisce Eve rialzandosi in piedi e asciugandosi le lacrime mentre gli altri due cani si siedono al lato destro e sinistro della ragazza. Questa Echidna non sembra avere intenzione di darle retta e una strana patina di sudore mi inumidisce il collo
-Abbassati, Will, lascia che ti annusi-
Sussurra la biondina e, prima che me ne possa rendere conto, è al mio fianco che mi prende per il polso facendomi accucciare insieme a lei: la cagnolona inclina leggermente il muso quando vede entrambi mettersi alla sua altezza ma, in men che non si dica, inizia ad annusarmi il viso spruzzando, ogni tanto, un po' di acqua dal nasino
-stai tranquillo, non morde, almeno che non sia io a dirle di farlo-
E sorride, Dio, penso di poter veramente amare quel sorriso. Penso di poter amare lei.
Le persone che ci circondano sono insignificanti e potrei per sempre vivere così, con Eveline, i suoi cani spaventosi e nessun altro.
Echidna non dà grandi segni di felicità, eppure, dopo quelle che sembrano ore, mi lecca in modo lento e affettuoso la guancia, lasciandomi una piccola scia di bavetta umida
-le piaci-
Sussurra guardandomi dritto negli occhi con qualcosa di non detto lasciato ad aleggiare in mezzo a noi. Non riesco a smettere di guardarle la bocca, non riesco a fermare l'irrefrenabile voglia che ho di baciarla
-anche lei mi piace-
Rispondo con il respiro che si fa sempre più pesante
-Tutto molto commovente, fratello...-
Dice rude Lima mentre, prendendomi per il colletto della camicia, mi fa alzare bruscamente separandomi da Eveline
-...ma dovete andare-
Finge di addolcirsi mentre fa finta di sistemarmi il completo elegante. Potrei davvero ucciderlo in questo momento, anzi, sto già per rispondergli in malo modo fino a che
-Ha ragione, sono pronta-
Esordisce Eve e, dopo una rapida occhiata nella mia direzione, inizia a guardare Davis
-Andiamo da Garcia e riprendiamo questi cazzi di soldi-

Skull        (Dormer's series #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora